Appassionati e professionisti del motorismo storico sono tutti in allerta per la convalida del disegno di legge di Stabilità 2015 che per motivi di rientro economico potrebbe decidere di cancellare la tassazione ridotta per modelli di auto di interesse storico con età compresa fra i venti e i trent’anni iscritte all’ASI.
Pochi mesi fa, un aggiornamento delle liste dei modelli aveva portato ad inserire nell’elenco delle auto considerate storiche, nomi importanti di produzioni tra gli anni ’70 e ’90, modelli che comunque hanno rappresentato un passaggio generazionale tra una tecnica costruttiva e l’altra tra un’innovazione e l’altra.
L’Italia spicca nel mondo per il suo patrimonio ingegneristico e di design, non solo perché è terra natia di grandi marchi e l’automobilismo storico è una risorsa che muove turismo e tutto un apparato di professionisti dedicati alla cura di questi modelli: meccanici, carrozzieri e piccoli riparatori.
Quella di togliere attraverso la Legge di Stabilità 2015 i benefici fiscali ai proprietari di modelli storici è una scelta che porterebbe allo Stato un introito teorico di cinquantasei milioni di euro secondo una stima calcolata dall’ASI ma questo risultato si potrebbe ridurre a 7,5 milioni di euro per via della rinuncia a possedere un veicolo storico, alla rottamazione e all’esportazione se non si riesce a sostenere la spesa. Invece, l’entrata indiretta portata dal settore di motorismo storico per effetto di mercato porta ad un’entrata di 650 milioni di euro.
Il DDL di Stabilità, comprende anche un’altra decisione importante, quella di incentivare l’uso delle auto elettriche finanziando nelle città l’implementazione di colonnine di ricarica, addirittura si parla di installazioni condominiali. Quindi ci troviamo di fronte ad un salto generazionale se in parallelo si cancella la tassazione ridotta per le auto storiche e dall’altra si incentiva il motorismo del futuro basato sull’energia elettrica, sui bassi consumi ed emissioni inquinanti. Sono scelte economiche finanziarie di rottura, nel DDL non si vuole spazzare via il collezionismo, ma si vogliono attaccare le speculazioni e infatti la proposta di cancellazione di modelli con meno di venti e trent’anni iscritte all’ASI, quindi di interesse storico e vere e proprie auto d’epoca.
A tutto questo questo si aggiunge per le auto che perdono la tassazione ridotta, la perdita di tutta una serie di privilegi sul bollo, l’assicurazione e i passaggi di proprietà e forse considerando anche questi elementi, forse il valore di gettito potrebbe aumentare. Tutto questo, comporta una nuova modalità di aggiornamento annuale delle liste ASI e inoltre controlli più severi e il conteggio di un chilometraggio massimo consentito annualmente per le auto iscritte.
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