Lamborghini Urus e Ferrari Purosangue: con queste due auto si scrive un nuovo atto della storica rivalità fra le mitiche aziende della Motor Valley. Una contesa che prese forma quando Ferruccio Lamborghini, non soddisfatto dell’affidabilità della frizione della sua 250 GT, si lamentò con Enzo Ferrari, il quale, stizzito, gli disse che era lui a non saperla utilizzare. Fu così che sbocciò nell’altro il desiderio di rivincita, tradotto in realtà con la nascita del marchio del “toro”. L’obiettivo? Cercare di fare delle auto migliori di quelle del “cavallino rampante”.
I primi atti della “guerra” furono i duelli fra la Miura e la Daytona. Poi l’ascia di guerra passò alla Countach da una parte e alle BB 512 e Testarossa dall’altra. Oggi il confronto, che si articola su più fronti, trova un nuovo territorio in cui esprimersi, ma questa volta a parti invertite, perché è Ferrari ad entrare in un segmento già presidiato da Lamborghini. Il duello è insolito, visto che si svolge fra SUV, veicoli quanto più distanti (ad eccezione dei camion e dei pick-up) dalle caratteristiche che le proposte dei due marchi hanno nell’immaginario collettivo.
Un trend che fa discutere
Sarà pure il segno dei tempi, ma i SUV disegnano una brutta piega, dove le ragioni commerciali e finanziarie hanno preso il sopravvento sugli argomenti della storia e della passione. Costretti dagli eventi, ma senza coinvolgimento emotivo, oggi mettiamo l’una di fronte all’altra queste due opere “eretiche” di Lamborghini e Ferrari. In realtà la “blasfemia” è più alta per Ferrari, perché Lamborghini ha sempre avuto un approccio più sfacciato, irrituale e sopra le righe, ma lo stacco dalla storia è per entrambi i costruttori, anche se la LM002 aveva già sdoganato certi concetti per il “toro”.
Nonostante i due SUV emiliani appartengano allo stesso genere merceologico, sono molto diversi fra loro. Anche qui le filosofie dei rispettivi marchi si distinguono, nel solco della tradizione. Anche qui i modelli, per quanto irrituali, si collocano al vertice del settore in termini di esclusività, prestazioni ed emozioni. Non poteva essere diversamente: Ferrari e Lamborghini sono il top, ovunque entrino in azione. Se lo gradite, iniziate con noi il viaggio alla loro sfida olimpica nella specialità dei SUV.
Lo stile: sinuosa la Ferrari, tesa la Lamborghini
Sul piano estetico emerge la maggiore morbidezza delle linee della Ferrari Purosangue, che punta sull’eleganza muscolare, per esprimere la sua tempra. Diverso l’approccio seguito dagli uomini del “toro” per la Lamborghini Urus, il cui look è definito da tagli molto geometrici e spigolosi, appariscenti ma non certo glamour.
Purosangue: look elegante
La creatura di Maranello sposa alcuni dettagli ispirati ad altri modelli del marchio. I fari anteriori coniugano lo stile di quelli della Roma e della SF90 Stradale. Nella sezione di coda, invece, è chiaro il riferimento alla foggia dei gruppi ottici della 296 GTB, ma c’è qualche connessione visiva anche con la GTC4 Lusso, che il SUV va a rimpiazzare, in forma inedita. Una certa ispirazione alla Ferrari J50 si coglie nel trattamento della parte bassa del frontale, ma in un quadro dimensionale totalmente diverso.
Nella protuberanza del cofano motore si leggono alcune affinità dialettiche con la 599 GTB Fiorano, che tornano a riproporsi sullo sguscio della parte alta della fiancata. La vistosa svasatura della sezione bassa del profilo laterale sembra aver tratto ispirazione dalla soluzione scelta, nella stessa area, per la Ferrari Daytona SP3, hypercar in serie limitata dove invece la storia del “cavallino rampante” è onorata al meglio e nel modo più classico.
Forme raffinate e muscolari
I primi scatti comparsi in rete e i successivi rendering mostrano l’eccellente lavoro fatto da Flavio Manzoni nella gestione del tema stilistico, compatibilmente con i limiti strutturali di un modello con un’architettura insolita per il “cavallino rampante”. Il designer sardo, che guida il Centro Stile interno della Ferrari, ha saputo implementare con gusto alcune citazioni al resto del catalogo, in un quadro tutto sommato snello per il particolare genere merceologico. Queste relazioni grafiche cercano di rassicurare la clientela, ammorbidendo lo strappo dalla tradizione.
Con il SUV di Maranello ci si può sentire a proprio agio sia nei contesti glamour che nel paddock degli autodromi. La carrozzeria di questo modello ammorbidisce la pesantezza visiva degli Sport Utility Vehicle convenzionali, con benefici sulla qualità della percezione ottica. Agli appassionati più tradizionalisti della Ferrari non piacerà, ma le sue cifre espressive saranno meno lontane per loro da quelle dei modelli di altri marchi. Chi cerca un SUV sportivo, di classe ed elegante, non avrà di meglio da scegliere. Lo sforzo messo in campo dalla casa del “cavallino rampante”, per differenziarsi, è andato a segno anche in questo ambito.
Urus: look tagliente
Le linee della Lamborghini Urus sono meno connesse al resto della produzione della casa di Sant’Agata Bolognese. La liaison si evince soprattutto nella presenza di tratti spigolosi, che si raccordano in modo deciso, ed è in questa impostazione concettuale che emerge la relazione con la filosofia stilistica del marchio romagnolo. La vista frontale è assai meno delicata di quella offerta dalla Ferrari Purosangue, ma è nell’articolazione complessiva del prodotto che emerge questo stacco.
Più morbida e sensuale l’opera del “cavallino rampante”; più aggressiva e feroce quella del “toro”. Strano il taglio del profilo laterale dell’Urus, che dà l’impressione di un’auto con il padiglione proteso in avanti, forse per evidenziare la propensione allo scatto del modello, la cui originalità ha poco da invidiare ad altre proposte Lamborghini. Nel comparto dei SUV, questo bolide a ruote alte si distingue in modo significativo dalla concorrenza, ma anche dalle realizzazioni Audi, cui in qualche modo è apparentato.
Nessuna come lei
La Lamborghini Urus ha una specifica identità ed è impossibile da confondere con qualsiasi altro prodotto del suo segmento di mercato. Dicevamo che dal punto di vista concettuale si riesce ad intuire la sua provenienza, ma anche qui ci si è spinti oltre il solco della tradizione, pur essendo Lamborghini un marchio che in passato ha messo in listino altri prodotti esotici e strani. Penso soprattutto alla LM002. In generale gli schemi in cui si è inserita questa firma dell’automobilismo mondiale sono stati meno rigidi e meno rigorosi rispetto a quelli della Ferrari, quindi l’eresia, che pure si coglie in questo prodotto, emerge con contenuti meno forti rispetto ad altri brand e ad altre scelte aziendali.
Tornando al look della Lamborghini Urus, la parte meno riuscita dal punto di vista del dinamismo formale è forse lo specchio di coda, che sembra ingessato. Anche il frontale in parte lo è, ma esprime una carica di aggressività che crea comunque una connessione con la filosofia espressiva del logo portato in dote. La sezione laterale ha quello slancio che manca ad altri SUV oggi presenti sul mercato. A dare ulteriore forza espressiva al prodotto ci pensano le dimensioni imponenti. Questo incide sul quadro stilistico, determinando una fisionomia forte, rabbiosa e muscolare, tipica delle produzioni Lamborghini, anche se qui si parla di un SUV.
Motori: la lotta è anche sonora
Quando ci sono in ballo marchi importanti come Ferrari e Lamborghini, la componente motoristica assume un ruolo centrale. In casi del genere, il sistema propulsivo diventa il cuore pulsante, l’anima viva delle opere a quattro ruote. Questo accade per le Gran Turismo, per le supercar, per le hypercar in serie limitata ed anche per la Urus e la Purosangue.
La casa di Maranello pare che abbia puntato anche su un motore V12, mentre Lamborghini ha optato per il V8 biturbo. Il primo frazionamento è il simbolo della Ferrari ed ha mosso la maggior parte delle sue auto migliori, partendo dalla prima nata: la 125 S. A questa architettura anche il marchio del “toro” ha connesso una parte significativa della sua storia. I modelli più iconici della Lamborghini sono mossi da cuori a dodici cilindri. Penso alla Miura, alla Countach, alla Diablo, alla Murcielago, alla Aventador, alimentate da propulsori con questa fisionomia meccanica.
A partire dalla Gallardo, anche il V10 si è ritagliato uno spazio importante nella storia aziendale, che si è giovata pure del V8, come quello della Urraco e della Jalpa, anche se in forma episodica. Adesso un propulsore con questa architettura trova spazio sotto il cofano della Urus. Si tratta di un’unità sovralimentata da 4 litri di cilindrata, che eroga una potenza massima di 650 cavalli. Quanto basta a garantire un profilo prestazionale di eccellente livello, da best in class.
Sul piano del sound non c’è paragone con Ferrari. Il cuore della Purosangue suona molto meglio. La voce del V8 sotto il cofano del SUV Lamborghini è meno coinvolgente, specie tenendo conto della eccellenza sonora di altre proposte del “toro”, ma è il segno di una impostazione scelta perché ritenuta più appropriata ad assecondare la fisionomia concettuale della Urus. Un modello che si stacca nettamente dagli Sport Utility Vehicle convenzionali.
Performance al top per Urus e Purosangue
Sul piano prestazionale la proposta della casa di Maranello dovrebbe porsi a un livello più alto, sia per la superiore potenza attesa che per la probabile maggiore leggerezza. Siamo, comunque, nel campo delle ipotesi. Anche l’aerodinamica dovrebbe essere più efficiente, ma tutto si basa al momento su una valutazione visiva delle forme. Parliamo di semplici impressioni, che potrebbero essere smentite dalle cifre, perché la scienza dei flussi trova argomenti solidi da spendere nei giudizi solo coi dati empirici. Vista l’attenzione che la casa di Maranello riserva sempre al tema della deportanza, si può ipotizzare un ottimo lavoro anche in questa circostanza.
La Ferrari dovrebbe spingersi molto più in alto come regime di rotazione dell’unità propulsiva, con implicazioni felici in termini di crescendo musicale ed emotivo. Si dice che la Purosangue avrà nel ventaglio di scelta anche il motore ibrido plug-in della 296 GTB. Come per il V12, pure in questo caso potrebbe essere ammorbidito rispetto alla versione “standard”, ma gli 800 cavalli dovrebbero essere nel suo radar. Una cifra maggiore di quella della Lamborghini, che cercherà di alzare gli argini per tentare di rintuzzare l’attacco Ferrari e della sua maggiore giovinezza. Infatti è previsto l’arrivo di una versione ibrida plug-in del modello, dai numeri impressionanti. La lotta al vertice è destinata a continuare, anche tra i SUV dei due marchi.