Nel corso della sua lunga storia, Alfa Romeo ha realizzato una quantità incredibile di auto di nobile fattura, che hanno intercettato il consenso degli appassionati, col fascino delle loro caratteristiche e con l’eccellenza della loro scheda tecnica. Pur in un quadro di alto tenore, che rende difficile fare una selezione tra le vetture da collezionare, mi sono lanciato in uno sforzo per cercare di identificare i 3 modelli che renderebbero davvero alto il livello di un garage, con un condensato d’arte espresso in ambito automobilistico. Siete pronti ad emozionarvi? Iniziamo il viaggio alla scoperta di queste perle a quattro ruote.
Alfa Romeo RL Targa Florio del 1924
Qui si respira la storia più romantica del marchio del “biscione”. Nel nome di questo modello del 1924 c’è l’omaggio alla mitica corsa ideata da don Vincenzo Florio e al successo conseguito sulle strade madonite da Ugo Sivocci, che l’anno precedente si impose al volante della RL del 1923, da cui questa magnifica creatura discende. In quell’edizione della gara siciliana, Antonio Ascari giunse secondo sulla linea del traguardo, con un’altra vettura della stessa famiglia. Presenti ai nastri di partenza anche Giulio Masetti ed Enzo Ferrari, entrambi al posto guida di bolidi del “biscione”.
L’Alfa Romeo RL Targa Florio del 1924 prese forma in due varianti. Una da 2994 centimetri cubi di cilindrata, con 90 cavalli all’attivo. L’altra da 3620 centimetri cubi di cilindrata, con 125 cavalli sotto il cofano motore. Cuore pulsante del modello era un’unità propulsiva a 6 cilindri, che suonava in modo meraviglioso. Nel 1924 l’auto lombarda non vinse la corsa di cui porta il nome. A pochi metri dalla linea di arrivo Antonio Ascari finì in testacoda, quando era secondo.
La vettura si spense e il pilota veneto non riuscì a farla ripartire. Così fu costretto a spingerla, insieme al pubblico, fino alla bandiera a scacchi, dopo essere stato sopravanzato dal compagno di squadra Giulio Masetti. Per lui anche la squalifica finale, a causa dell’arrivo “assistito”. L’Alfa Romeo RL Targa Florio resta comunque un mito. Un esemplare della specie mise a segno il successo, con Enzo Ferrari al volante, alla Coppa Acerbo del 1924. L’anno dopo, con lo stesso modello, toccò a Guido Ginaldi tagliare per primo la linea d’arrivo della sfida abruzzese.
Alfa Romeo 33 Stradale
In questa vettura la bellezza si sublima. Incredibile il suo fascino. Ancora oggi sembra un’astronave, figuratevi l’effetto che fece al momento del debutto, avvenuto nel 1967. Per quanto esotica, l’Alfa Romeo 33 Stradale porta in dote l’apparato genetico dei bolidi dell’era romantica dell’era del “biscione”. Non è una frase fatta: qui la connessione coi prototipi da gara va oltre la dimensione lessicale. Dire che sia la versione stradale della Tipo 33, portata in pista da grandi nomi dell’automobilismo, è perfettamente rispondente alla realtà.
Unanime l’apprezzamento nei suoi confronti. Ovvio che sia così, perché la 33 Stradale è un capolavoro assoluto, dove il fascino stilistico si coniuga all’esclusività e all’eccellenza dinamica ed ingegneristica. Le magnifiche forme della carrozzeria sono il frutto, incantevole, dell’estro creativo di Franco Scaglione. Impeccabili le sue proporzioni; al vertice il suo impatto scenico. Questa è una vera scultura a quattro ruote, un capolavoro assoluto destinato all’eternità. Nulla può il tempo contro il fascino sublime dei suoi lineamenti.
Per quanto votata alla sportività estrema, l’Alfa Romeo 33 Stradale concede alla vista delle forme sinuose ed eleganti, che entrano nel cuore dalla porta principale. Ad esaltarne ulteriormente la magia provvedono le porte con apertura ad ali di farfalle. Mai, prima di lei, una vettura stradale aveva fatto uso di una soluzione del genere. Il telaio era di matrice racing, come il motore. Stiamo parlando della stessa unità propulsiva della Tipo 33 da competizione. Un V8 da 1995 centimetri cubi di cilindrata, frutto del lavoro di Giuseppe Busso e Carlo Chiti.
Il risultato? Un gioiello solo leggermente addomesticato rispetto alla versione da gara: la potenza scendeva da 270 a 230 cavalli, ma le emozioni erano da pista, come il regime al quale venivano erogati questi purosangue: 8800 giri al minuto. A quei tempi era un record. Pure oggi il dato fa impressione. Tanta energia veniva scaricata a terra con l’ausilio di una trasmissione manuale a 6 rapporti.
Il peso davvero contenuto, pari a 690 chilogrammi a secco, rendeva meno gravoso il compito del motore, con performance al top: accelerazione da 0 a 100 km/h in 5.6 secondi, velocità massima di 260 km/h. In alcuni test indipendenti l’auto fece decisamente meglio nello scatto da fermo. Dei 18 telai costruiti, solo 12 ricevettero la carrozzeria più famosa, che è la nostra preferita.
Alfa Romeo 8C Competizione
Qui ci si sposta verso l’attualità, con un modello iconico dell’era moderna, che fa sognare gli appassionati di più generazioni. Il suo stile evoca in parte quello sinuoso della 33 Stradale, ma in un quadro espressivo completamente diverso, anche in virtù della differente architettura meccanica. Sull’Alfa Romeo 8C Competizione, infatti, il motore è disposto anteriormente. Questa Gran Turismo è stata prodotta a partire dal 2007, in serie limitata di 500 esemplari.
La sua carrozzeria porta la firma del designer tedesco Wolfgang Egger, cui va il merito del suo taglio espressivo unico e senza tempo. I lineamenti scultorei consegnano alla vista piacevoli note sensoriali, trasmesse al cuore partendo dalle pupille. Difficile resistere al fascino dei suoi tratti, che disegnano volumi armonici, eleganti e sportivi, in un quadro di insieme perfettamente bilanciato. Il lungo cofano anteriore sembra mordere l’asfalto e comunica, anche visivamente, emozioni di guida degne della migliore tradizione del marchio.
Del tema della spinta si occupa un motore V8 da 4.7 litri, proveniente da casa Ferrari. Un cuore condiviso con alcune Maserati dell’era moderna. Al suo attivo la bellezza di 450 cavalli di potenza massima, a 7000 giri al minuto, con un picco di coppia di 470 Nm a 4750 giri al minuto. La sua energia viene scaricata a terra sulle ruote posteriori, riprendendo un’impostazione tecnica molto cara agli amanti del “biscione”.
Per gestire il vigore delle sue danze, il pilota si giova di un cambio elettroattuato a 6 rapporti. Con esso vengono dirette anche le note sonore del sistema propulsivo, che elargisce melodie di grande splendore. La trasmissione prevede uno schema transaxle. Ottimo il bilanciamento dei pesi, con una ripartizione quasi simmetrica dei carichi fra l’anteriore e il posteriore. Di tipo “dual frame” è il telaio.
Notevoli le performance, anche con il metro dei nostri giorni: l’accelerazione da 0 a 100 km/h richiede 4 secondi netti, i 400 metri con partenza da fermo vengono liquidati in 12.4 secondi, la velocità massima si spinge oltre la soglia dei 292 km/h. Ciò che i numeri non raccontano sono però le emozioni regalate dall’Alfa Romeo 8C Competizione, che ha riacceso la passione per il marchio milanese, dopo alcuni anni di letargo. Da questa vettura è stata ricavata anche una versione Spider, dall’impatto scenico e sensoriale ancora più esotico.
Conclusioni
La ricerca di queste auto, come potete immaginare, non è stata semplice, per la difficoltà di fare una scrematura all’interno di un grande ventaglio di proposte che avrebbero meritato di essere in lista. Ho scelto dei modelli che rappresentano a testa alta il loro tempo. Sono tre opere che incarnano le caratteristiche di determinate fasi storiche, di cui sono espressioni nobili. Al tempo stesso rappresentano la capacità progettuale e costruttiva di un marchio che in certe fasi del suo processo evolutivo ha tenuto alta la bandiera del Made in Italy, tirando fuori dal cappello delle proposte che hanno saputo toccare le giuste corde emotive.
In tempi molto recenti a rispolverare l’entusiasmo ci hanno pensato gioielli come la Giulia GTA e GTAm, che hanno sicuramente il DNA giusto per rappresentare al meglio l’eccellenza Alfa Romeo. Sono però delle vetture che nascono come evoluzione di un modello “normale”, per quanto bello e raffinato. In questo post, invece, ho voluto fare riferimento a qualcosa di più esotico. Le auto della lista odierna appartengono a tre tipologie diverse di prodotto, di altrettanti periodi storici.
L’Alfa Romeo RL Targa Florio era una vettura da gara degli anni ’30 che ha richiamato la passione in diversi contesti agonistici, consegnando alla memoria della gente l’immagine di una creatura di grande fascino e prestazioni. La 33 Stradale è una regina di bellezza: una vettura che assomiglia ad una scultura su quattro ruote e che meriterebbe un posto in un museo di arte moderna.
La 8C Competizione è una supercar dell’era recente, che non ha avuto una destinazione agonistica, ma è entrata al meglio nei codici espressivi della Dolce Vita. Anche se in essa la connessione con le corse non è diretta, come nel caso della 33 Stradale, si coglie il know-how agonistico, specie puntando l’obiettivo sul motore proveniente da Maranello. Chapeau!