Sulla Gazzetta Ufficiale 90 del 16 aprile 2022 è stato pubblicato il decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze: ha previsto la proroga fino al 2 maggio del taglio accise benzina, diesel e GPL. Sono le aliquote di accise. Da indiscrezioni, sembra che il Governo sia orientato a un’ulteriore proroga del taglio delle accise fino al termine del mese di giugno 2022.
Taglio accise benzina: quali prezzi
Con le quotazioni dei prodotti petroliferi in Mediterraneo tornate a crescere in particolare sul diesel, oggi si segnalano movimenti verso l’alto sui prezzi raccomandati. Il monitoraggio dei prezzi praticati sul territorio evidenzia incrementi (specialmente nella modalità self) a valle dei rincari decisi nei giorni scorsi.
Più nel dettaglio, in base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del Mise aggiornati alle 8 di ieri 20 aprile, il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self sale a 1,777 euro/litro (1,773 il valore precedente), con i diversi marchi compresi tra 1,757 e 1,799 euro/litro (no logo 1,767).
Il prezzo medio praticato del diesel self cresce a 1,776 euro/litro (contro 1,769), con le compagnie tra 1,767 e 1,784 euro/litro (no logo 1,772).
Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato va a 1,918 euro/litro (1,916 il valore precedente), con gli impianti colorati che mostrano prezzi medi praticati tra 1,843 e 2,006 euro/litro (no logo 1,824). La media del diesel servito è a 1,918 euro/litro (contro 1,914), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi praticati compresi tra 1,859 e 1,993 euro/litro (no logo 1,828), dice QE.
I prezzi praticati del Gpl vanno da 0,848 a 0,871 euro/litro (no logo 0,854). Infine, il prezzo medio del metano auto è complessivamente in discesa e si posiziona tra 2,123 e 2,358 (no logo 2,087).
Gas, come siamo messi
Intanto, Eurostat evidenzia l’impatto di una potenziale interruzione delle importazioni. Deve tenere conto dell’importanza del gas naturale nel mix energetico complessivo: se la dipendenza dalle importazioni di Svezia, Finlandia ed Estonia è vicina al 100%, la quota del gas nel mix di questi Paesi è relativamente bassa (rispettivamente 3, 7 e 8%), mentre quella più alta è in Italia (40%), che ha una dipendenza dalle importazioni del 94%.