Tra gli italiani e il bollo auto non è stato amore a prima vista. Anzi, non è mai stato amore. Punto e basta. La tassa applicata ai conducenti del nostro Paese proprietari di una vettura ha riscontrato fin dall’origine l’astio generale, neanche poi tanto velato. E soprattutto nei periodi di crisi il disagio è ancora più manifestato dai cittadini, desiderosi di un cambiamento. Periodi come quello che stiamo attraversando, funestato dalla pandemia e dagli effetti sull’economia (anche per la carenza di materie prime, nonché dei componenti). Poi si è aggiunto un altro evento catastrofico: la guerra dichiarata dalla Russia all’Ucraina. E qui il prezzo da sostenere è stato ed è molto alto. Senza dubbio, al primo posto ci vanno le vite umane, tuttavia in seconda istanza viene il bilancio delle famiglie. Il rincaro spaventoso di luce e (soprattutto) gas fa venire i brividi.
Quindi, se ci aggiungiamo il solito salasso che grava sulle spalle degli automobilisti, la situazione peggiora ulteriormente. Perché un conto è aprire il portafoglio in uno scenario florido, pieno di lavoro e di denaro sui conti correnti: lì verrebbe naturale farsi pochi problemi. Il discorso cambia, però, nei periodi di ristrettezze. La storia del “ce lo chiede il Paese” non incanta più nessuno.
Bollo auto: l’inadempienza costa caro
Parlare di imposizioni fiscali oggi richiama tanto l’immagine di un cappio al collo. Brutta, però vera. Attingere fondi dal libretto dei risparmi per far fronte al bollo auto è diventato davvero complicato nei giorni nostri. In tanti ormai non riescono più a pagare manco le spese elementari. Di conseguenza, cresce l’insofferenza pure nei confronti del regime applicato dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione. Delle notizie positive, grazie al cielo, arrivano e ora ci accingeremo a conoscerle.
Prima di entrare nel merito della questione è essenziale effettuare alcuni chiarimenti. Il bollo dell’auto è una tassa nazionale, ma viene gestita dalle amministrazioni locali, nello specifico le Regioni. Ecco perché queste hanno la facoltà di imporre condizioni meno stringenti. D’altro canto, la scadenza rimane invariata: l’ultimo giorno del mese successivo a quello in cui il veicolo è stato immatricolato.
Dunque, è essenziale rammentare quando il bollo auto giunge a scadenza. D’altronde, le sanzioni crescono in maniera graduale a seconda del tempo lasciato decorrere dalla deadline al momento dell’assolvimento dell’obbligo. La riluttanza o la semplice dimenticanza nel risanare la rispettiva posizione con l’Erario costa caro.
Le sanzioni per chi non paga il bollo auto
Attardarsi di alcune settimane comporterà una leggera penalizzazione. In aggiunta all’esborso dell’importo originario, un ritardo della prestazione superiore ai 14 giorni comporta un addebito “extra” dello 0,1 per cento della spesa globale del bollo auto per ciascun giorno di ritardo. Che schizza:
- all’1,5 per cento fra i 15 e i 30 giorni;
- all’1,67 per cento fra i 30 e i 90 giorni;
- al 3,75 per cento per ritardi superiori ai 90 giorni ed entro l’anno.
Superati i 365 giorni, la sanzione sarà del 30 per cento, con un incremento del tasso di interesse dello 0,5 per cento per ogni semestre di ritardo. Infine, in caso di termine pari a 3 anni scatta la punizione più esemplare: il ritiro delle targhe e della carta di circolazione del mezzo. La radiazione dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico) nella Regione di residenza ne vieterà l’utilizzo. Ciò a meno di non procedere con il saldo dei bolli insoluti e a una nuova immatricolazione.
Chi è esentato dal pagamento del bollo auto
Ora veniamo all’aspetto positivo del bollo auto: le esenzioni. Certe categorie di italiani sono, infatti, sollevati dal corrispondere la tassa, suddivisibili in tre categorie.
Proprietari veicoli elettrici
La prima è composta dai proprietari di un veicolo elettrico. Per favorire la transizione ecologica, con l’acquisto di un modello green (a fronte magari della rottamazione di uno inquinante) lo Stato riconosce l’abbuono. A secondo di quanto stabilito dalla Regione di appartenenza, l’esonero vale per i primi tre o cinque anni. In Lombardia e Piemonte le macchine a basse emissioni godono dell’esenzione lungo il loro intero ciclo di vita.
Possessori vetture d’epoca
La seconda è data dai possessori di vetture d’epoca, ossia che abbiano dai 30 anni in su. In tal caso, il trattamento di favore è ammesso in modalità automatica. Dunque, non bisogna avanzare nessuna istanza né tanto meno è imposta l’iscrizione del mezzo in un registro Storico. Tuttavia, per la circolazione su strade pubbliche è previsto il pagamento di una tassa di circolazione forfettaria con validità per l’intero anno solare. La cifra va da una soglia minima di 11 euro a una massima di 30 euro, in relazione alla tipologia del veicolo e della Regione di residenza.
Quanto, invece, alle autovetture di interesse storico e collezionistico di età compresa tra i 20 e i 29 anni, la tassa è decurtata del 50 per cento. L’agevolazione viene corrisposta purché il mezzo in questione sia accompagnato dal Certificato di Rilevanza e Collezionistica conferito dall’Automotoclub Storico Italiano (ASI) e Registri di Marca. Inoltre, il riconoscimento è da annotare sul libretto di circolazione. A fine 2021 da Pd, Movimento 5 Stelle e Italia Viva erano stati presentati tre emendamenti, che puntavano a cancellare il privilegio. Dopo una discussione in Parlamento per il Decreto Fiscale, la proposta è stata bocciata e respinta dalle Commissioni Finanze e Lavoro del Senato.
Legge 104
Hanno, infine, diritto ad astenersi dal versare il bollo auto le persone con handicap accertato e il relativo caregiver, ovvero il familiare addetto a un rapporto informale di cura, supporto e vicinanza al malato. Nel dettaglio, non sono tenuti a versare alcunché i seguenti soggetti:
- persone affette da grave disabilità (minoranza, stabilizzata o progressiva, delle capacità fisiche, psiche o sensoriali, che costituiscono un ostacolo nell’apprendimento, nell’integrazione sul piano lavorativo o a livello relazionale);
- genitori delle persone affette da grave disabilità;
- il coniuge della persona affetta da grave disabilità;
- parenti o affini entro il 2° grado della persona affetta da grave disabilità;
- parenti o affini di 3° grado, qualora l’individuo colpito da disabilità abbia compiuto i 65 anni di età o sia affetta da patologie invalidanti.
Premesso ciò, la legge sancisce dei vincoli ben precisi in merito alle possibilità economiche dei familiari. Questi ultimi hanno accesso all’esenzione a patto che il soggetto in condizioni di invalidità sia a loro carico oppure dichiari un reddito pari o inferiore a 2.840,51 euro.
La classe protetta dalla Legge 104 del 1992 ha un obbligo da osservare circa la tipologia dell’autovettura. Ovvero, sono esclusi dal trattamento di favore i mezzi diesel con cilindrata superiore ai 2.800 cm³ e quelli a benzina con cilindrata superiore ai 2 mila cm³. È propedeutico al riconoscimento dell’esenzione del bollo auto l’inoltro di apposita domanda all’Agenzia delle Entrate – Riscossione, all’Ufficio tributi oppure all’Automobile Club d’Italia (ACI) nelle seguenti Regioni o comunità autonome:
- Valle d’Aosta;
- Trentino Alto Adige, nelle Province autonome di Trento e Bolzano;
- Lombardia;
- Emilia Romagna;
- Toscana;
- Umbria;
- Lazio;
- Abruzzo;
- Molise;
- Puglia;
- Campania;
- Basilicata.
L’invio è ammissibile solo entro 90 giorni dal termine del pagamento dell’imposta e non vigono eccezioni.
Domiciliazione bancaria
Per concludere, certe Regioni danno diritto a uno sconto dal 10 al 15 per cento in caso di domiciliazione bancaria. In altre parole, il prelievo avviene in via automatica sul conto corrente del soggetto interessato, che esso sia una persona fisica oppure giuridica (purché non abbia una flotta superiore ai 50 veicoli). Se il mezzo è cointestato, la richiesta deve pervenire dalla persona indicata per prima sulla carta di circolazione.
La domiciliazione è disponibile per l’intera categoria di veicoli, pure in caso di nuova immatricolazione, con scadenza fissata al termine del mese dopo quello di immatricolazione. Sono, invece, escluse le auto d’epoca (che, come abbiamo già visto, hanno accesso all’esenzione del 100 per cento) e i rimorchi con massa inferiore a 3,5 tonnellate.
La domiciliazione partirà già dal primo anno, laddove l’istanza venga avanzata alla Regione entro le condizioni enunciate nel testo normativo di riferimento. Una volta ottenuta l’approvazione, la domiciliazione continuerà a tempo indeterminato, fino a quando il conducente non proceda con la revoca. Siccome è compito del singolo ente territoriale stabilire se riconoscerlo o meno si invita a consultare i canali ufficiali della propria Regione (o Provincia autonoma) di residenza per maggiori chiarimenti.