Negli ultimi giorni il celebre youtuber Varryx ha avuto l’opportunità di filmare su strada diversi veicoli della Casa di Maranello. Dopo il video del prototipo della Roma, è uscita l’ennesima clip da stropicciarsi gli occhi. Protagonista delle riprese la rarissima Ferrari Monza SP2.
Com’è risaputo, il Cavallino ha realizzato appena 499 unità totali delle Monza SP1 e SP2. Entrambe si ispirano ai classici speedster del Costruttore popolari negli anni Cinquanta. Peccato (scherziamo!) che il cuore trapiantato al veicolo sia il motore F140 GA V12 aspirato da 6,5 litri. Questa meraviglia meccanica permette alle vetture di passare da 0 a 100 km/h in appena 2,9 secondi. La velocità di punta invece, supera la soglia dei 300 km/h, mentre il peso ammonta a 1.520 kg.
Ferrari Monza SP2 in azione a Fiorano
Dunque, la Ferrari Monza SP2 entra in scena sul tracciato di Fiorano per esprimere a pieno la propria esuberanza. Così facendo i tecnici hanno modo di analizzarne le prestazioni e individuare eventuali criticità. Il modo migliore per ottenere la perfezione Il contributo di Varryx parte con la visione a distanza ravvicinata della Ferrari Monza SP2 lungo le strade cittadine.
Quindi, lo youtuber l’ha seguita in pista, nel corso dei giri di prova. Il risultato complessivo è senza ombra di dubbio interessante, poiché consente di ammirare il bolide a due posti in azione, che sprigiona forza bruta. Fai partire il filmato qui sotto per vedere coi tuoi stessi occhi di che parliamo!
Un classico “ambientato” oggi
Nel caso delle Monza SP1 e SP2 si sono prese a riferimento la Ferrari 166 MM del 1948, oltre che le 750 e le 860 Monza. Trattasi di barchette nell’accezione classica, pure, fatte esclusivamente per il piacere di guida, con un tunnel che separa i due posti nella SP2. Le portiere si aprono verso l’alto e sono parte integrante di una carrozzeria in fibra che riduce in maniera notevole il peso della 812 Superfast. L’alleggerimento generale si è tradotto in un tale equilibrio e in un tale bilanciamento da azzerare completamente il rollo. La stessa cura riposta nell’aerodinamica, anche perché gestire la zona dell’abitacolo ha messo a dura prova i tecnici. Il personale incaricato ha avuto una sfida ostica da affrontare, attinente ai flussi.
Per l’occasione ha debuttato il Virtual Wind Shield. La soluzione brevettata è stata montata nella carenatura del cofano anteriore davanti al posto di guida. È stata pensata per deviare parzialmente il flusso d’aria oltre la testa del conducente. Un fascio di luce continuo caratterizza i fari posteriori, così come quelli anteriori, che divide le due ottiche a metà.
Opere capolavoro frutto delle capacità del Centro Stile Ferrari, diretto da Flavio Manzoni. Che all’epoca dell’unveil sottolineò lo spirito delle creazioni. Hanno evitato di proposito esasperazioni formali, privilegiandone linee essenziali.
La cosa più interessante, ad avviso del chief design officer, non è stato richiamare la forma del passato, quanto dare vita a qualcosa di nuovo. La squadra era consapevole di avere occasione di “partorire” una vettura davvero pura e sensuale. Il passato è una forza universale cruciale per il Costruttore, tanto quanto lo è un approccio moderno e originale. In omaggio dello straordinario risultato finale nel corso del 2021 è andato in stampa pure un libro dedicato alle Ferrari Monza SP1 e SP2. La bellezza delle forme è peraltro valso alla seconda il premio di supercar più bella del 2018 alla 34esima edizione del Festival Automobile International di Parigi.
Un lusso da gentleman driver
Il progetto degli interni si è focalizzato prevalentemente sul cockpit del pilota. Per mantenere coerenza di linguaggio con gli esterni e la filosofia generale, è stata ripensata l’ergonomia di bordo. Ergo, la strumentazione, il quadro strumenti, i comandi e la strutture del sedile hanno richiesto una rielaborazione funzionale alle nuove esigenze di guida. La forma dell’abitacolo richiama una monoposto da F1. Difatti, analogamente alle “belve da corsa”, il driver è incapsulato in toto all’interno della macchina, fatta eccezione per la testa.
La finalità era di ridurre al massimo la distrazione visiva. Siccome poi l’artigianalità è uno dei principi attorno al quale la Ferrari ha costruito il suo successo, emerge il tocco italiano. Da qui l’idea di implementare il sedile monoscocca in carbonio e sellato in pelle. Inoltre, le sellature impreziosiscono poche zone specifiche, destinate a valorizzare il comfort durante il viaggio. La strumentazione di bordo è essenziale con le bocchette d’aria ai lati del volante-computer.
Per conseguire i livelli di performance di cui la Monza è capace, trova spazio un kit Capsule. Accessori esclusivi Loro Piana e Berluti quali le scarpe e il casco di pelle garantiscono al proprietario l’esperienza del gentleman driver degli anni Cinquanta. A proposito, per avere l’opportunità di accaparrarsela non bastava sborsare la cifra di un milione e seicentomila euro. Nossignore. Per aggiudicarsela occorreva rientrare in una lista esclusiva di clienti, selezionati appositamente dalla Ferrari. Che li contattò per una proposta. Uno dei requisiti chiave era l’essere già possessori di più di un modello del Cavallino.
Ferrari Monza SP1 e SP2: capostipiti della serie Icona
La Monza SP2 e la sorella SP1 costituiscono i primi esemplari della serie Ferrari Icona, introdotta per interpretare i classici design della compagnia in chiave contemporanea. Lo chef pluristellato Gordon Ramsey (volto familiare anche al pubblico televisivo per la trasmissione Hell’s Kitchen) è noto per avere una Monza.
L’ultima aggiunta alla gamma Icona è la Daytona SP: concepita in linea a un’estetica retrò, vanta un unità ancora più potente, l’F140HC V12, capace di erogare 838 cavalli e 697 Nm di coppia motrice massima.
In un intervento ufficiale, la società ha dichiarato di avere delle idee su quattro o cinque potenziali new entry. Non è dato stabilire cosa verrà in seguito, ma alla luce della uscite, staremmo pronti a qualsiasi possibilità. Se i sogni son desideri, qui ne abbiamo la più tangibile dimostrazione.