In coppia con Jean-Philippe Imparato, l’amministratore delegato del gruppo Stellantis, Carlos Tavares, ha partecipato al Gran Premio di Imola, corso questa domenica. Arrivando sul circuito a bordo di una Alfa Romeo Tonale, il top manager ha parlato con la stampa, trattando vari argomenti.
Alfa Romeo F1: Carlos Tavares darebbe la sua benedizione a un pilota italiano purché sia veloce
Data la cornice, una parte significativa del tempo Tavares l’ha dedicata all’impegno di Alfa Romeo in Formula 1. Oltre che far sentire il proprio sostegno ai piloti, ha preso parola sul ruolo dell’azienda nel Circus. Nonostante le critiche piovute, il dirigente sente di essere sulla strada giusta. Possedere una scuderia non è l’unico modo per essere parte attiva nella competizione, ha dichiarato. Il fatto di essere in pista, con una macchina dal nome Alfa Romeo, significa parecchio.
Pertanto, crede le cose stiano andando nella giusta direzione. Le parole hanno avuto tutta l’aria di conferma del rinnovo della partnership tra il Biscione e Sauber. A tal riguardo, Jean-Philippe Imparato ha spiegato che l’estensione o meno dell’accordo sarà comunicato nel mese di luglio. Sulla scelta peseranno un paio di fattori: i risultati e il ritorno economico.
Un tema sempre caldo concerne gli alfieri della compagine. Quando rivedremo un italiano? Dopo i due anni di Antonio Giovinazzi, la compagine diretta da Frederic Vasseur ha preferito separare le strade. Questa decisione, come ben sappiamo, ha provocato un forte strascico di polemiche e tanti colleghi hanno manifestato solidarietà al driver di Martina Franca.
In un discorso dove ha inciso anche il fattore economico, una delle due monoposto è stata affidata a Guanyu Zhou, il primo cinese a gareggiare in F1. Il notevole giro d’affari in termini di sponsor conseguenti alla nomina ha rappresentato un toccasana per le casse societarie. D’altro canto, soprattutto i fan italiani sperano di vedere un loro connazionale a bordo di un’Alfa Romeo. Lo stesso Tavares ha puntualizzato che gli piacerebbe l’idea, ma a una condizione: il talento. L’importante è che sia veloce. Se così fosse allora ci sarebbero i presupposti per mettere a segno un’operazione del genere. Altrimenti, il gioco non varrebbe la candela.