Prendere le autostrade diventerà più caro. Con rincari fino ad 800 euro l’anno, dal primo luglio il pedaggio autostradale entra di diritto nel novero delle maggiori spese a cui saranno chiamati gli italiani. Dal primo luglio prossimo infatti è stato già definito l’incremento delle tariffe in due autostrade nostrane. Inevitabile che inizino a manifestarsi i primi malumori tra la popolazione con dietro le associazioni dei consumatori. SI registrano alcune iniziative in Abruzzo e nel Lazio per esempio.
Aumenti nella A24 e nella A25, i sindaci in piazza
L’aumento dei pedaggi autostradali è l’ennesimo duro colpo alla popolazione italiana. Dopo carburanti, bollette e beni di largo consumo, anche il pedaggio autostradale contribuirà all’aumento della spesa per le famiglie. E come molti organi di stampa e siti hanno sottolineato, i sindaci, le associazioni dei consumatori e i lavoratori costretti a prendere quotidianamente le autostrade, si lamentano. L’aumento dei tratti autostradali Roma-Teramo e Torano-Pescara, rispettivamente la A24 e la A25, ha portato a scendere in piazza autorità e cittadini del Lazio e dell’Abruzzo.
Infatti le due Regioni confinanti, e collegate anche da queste autostrade, sono le Regioni dove l’incremento sale al 34%. Sabato scorso proprio per questo si è manifestato ai caselli autostradali delle due Regioni. Manifestazioni ai caselli di:
- Castel Madama,
- Vicovaro-Mandela,
- Carsoli,
- Magliano dei Marsi,
- Avezzano,
- Celano,
- Pescina,
- Cocullo,
- Sulmona-Pratola Peligna,
- Colledara-San Gabriele,
- Tornimparte,
- Valle del Salto.
Un aumento enorme per le famiglie e dei lavoratori che prendono le autostrade
Stime alla mano arriverebbe ad 800 euro a famiglia l’esborso in più relativo al pedaggio autostradale nelle due Regioni. E questo è alla base della protesta che ha visto coinvolti i sindaci, gli amministratori e i rappresentanti delle associazioni. La battaglia contro i rincari autostradali non è una novità, soprattutto nelle Regioni prima citate. Nel Lazio e nell’Abruzzo è da anni che si manifesta malcontento per il costo troppo elevato del pedaggio, soprattutto per i lavoratori pendolari che tra le due Regioni sono tantissimi. Da tempo è stato chiesto al governo “ di adottare provvedimenti finalizzati ad attenuare una pressione economica insostenibile per le tasche dei pendolari che quotidianamente si spostano lungo le due importantissime arterie autostradali”.
La protesta non ha bandiere perché è trasversale, visto che i sindaci interessati (e sono oltre 100), nonché i Senatori e i Deputati che avallano le richieste, vanno dal Partito Democratico a Fratelli d’Italia. Al rincaro delle tratte autostradali, che va bloccato, nelle richieste di chi manifesta c’è anche la necessità di far ripartire i lavori di messa in sicurezza delle strade.
Altre manifestazioni a maggio per i rincari nelle autostrade
Ciò che è successo sabato scorso è solo l’inizio di una serie di iniziative di cui qualcuna già in calendario. Dopo la manifestazione del 23 aprile in cui i manifestanti hanno ribadito le loro posizioni, ce ne saranno altre a maggio. Il 7 maggio prossimo per esempio, si andrà davanti il Parlamento a Roma. Perché occorre quanto prima passare all’approvazione del piano economico e finanziario che i manifestanti considerano la soluzione anti rincari e di avvio dei lavori di manutenzione e messa in sicurezza delle autostrade.