Fra le crisi più imponenti che il mercato dell’auto sta affrontando ormai da diverso tempo c’è la ben nota crisi dei chip, una condizione che non accenna a mutare e che dovrebbe essere rimanere ancora protagonista di uno scenario non di semplice definizione almeno per tutto l’anno tuttora in corso. Perlomeno è tale la previsione prodotta da Stellantis e dal suo CEO, Carlos Tavares.
Ne deriva che oggi come oggi un po’ tutti i costruttori hanno dovuto affrontare questa importante problematica, strettamente legata con le derivanze della pandemia da Coronavirus cominciate a inizio 2020. Secondo il punto di vista del management di Stellantis, bisognerà fare i conti con la crisi dei chip per tutto il 2022 prima di cominciare a scorgere qualche miglioramento della condizione.
Secondo Carlos Tavares, CEO di Stellantis, la situazione legata alla crisi dei chip non accennerà a normalizzarsi
Il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, ha ammesso che oggi l’offerta dei chip risulta ancora “particolarmente volatile” a causa di una situazione che è praticamente identica a quella subita nel 2021: “questo 2022 non porterà grossi miglioramenti”, ha aggiunto il manager portoghese.
Tuttavia pare che il contributo negativo ragionabile in tale direzione sia poco esteso, tanto che in Stellantis non esiste l’intenzione di rivedere le previsioni verso il basso come ha annunciato proprio Tavares. Ciò perché in Stellantis avevano già messo in pratica stime conservative, per questo motivo tutto dovrebbe rimanere invariato anche in virtù di come si evolverà l’attuale situazione. In ogni caso Tavares ravvisa una differenza tra il 2021 e questo 2022: il totale dei fornitori in seria difficoltà quest’anno appare inferiore rispetto a quelli dello scorso anno visto che in tanti si sono organizzati per migliorare le operazioni e le catene di approvvigionamento.
A questo proposito, sempre Tavares ha ammesso che in Stellantis i problemi maggiori sono rappresentati da un ristretto numero di fornitori di chip ovvero “massimo tre o quattro”. I miglioramenti sono quindi attesi l’anno prossimo; il CEO di Stellantis ha anche ammesso che il conflitto tra Russia e Ucraina finora ha avuto un peso marginale sui ricavi del Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA.