A dispetto della media generale di un settore in forte crisi, la Ferrari non si smentisce, nemmeno nel primo trimestre del 2022. Il Costruttore di Maranello ha chiuso il periodo che va da gennaio a marzo con ulteriori record di bilancio e le principali voci commerciali-operative in crescita a doppia cifra. Ad esempio, i ricavi hanno registrato un incremento del 17,3 per cento, salendo, nello specifico, a 3.251 unità e a 1,186 miliardi di euro.
Ferrari chi ben comincia è a metà dell’opera: il primo trimestre del 2022 è da incorniciare
L’amministratore delegato di Ferrari, Benedetto Vigna, accoglie con piacere la partenza sprint del nuovo anno, avvenuta malgrado tutte le varie criticità sofferte dalla filiera. Il trimestre iniziale è stato caratterizzato da valori record sul fronte di ricavi, Ebitda e free cash flow industriale. Quest’ultimo è quasi raddoppiato a circa 300 milioni di euro, in particolare grazie agli introiti degli anticipi ricevuti sulla Daytona SP3. I margini sono stati in linea con la guidance aziendale, ha aggiunto Vigna.
Il boom di consegne è da riconoscere a quasi l’intero portafoglio prodotti della Ferrari. Oggi la gamma prevede otto endotermiche e due ibride, le quali costituiscono l’83 e il 17 dell’ammontare complessivo. A spiccare sono state soprattutto la Roma, le SF90 e la Portofino M.
Sotto il profilo geografico, l’andamento ha rispecchiato le scelte di allocazione in risposta alla congestione dei porti: più 19,5 per cento nella regione Emea, meno 12,8 per cento nelle Americhe, più 46,9 per cento nell’area Cina, Taiwan e Hong Kong e più 55,6 per cento nell’Asia Pacifico.
L’Ebitda è salita da 376 milioni a 423 milioni, per un peso del 35,6 per cento sui ricavi, contro il 37,2 per cento del 2021. L’utile operativo ha segnato un più 15 per cento a 307 milioni, per un margine del 25,9 per cento (26,3 per cento), mentre i profitti sono cresciuti del 16 per cento a 239 milioni. I forti ordini e l’incasso degli anticipi per la 812 Competizione A e, in primis, la Daytona Sp3 hanno giovato alla generazione di cassa. In confronto ai 147 milioni di un anno fa, i flussi delle attività industriali sono più che raddoppiati, pari a ben 299 milioni. Infine, l’indebitamento si è più che dimezzato, scendendo dai 297 milioni di fine 2021 a 136 milioni.