I numeri raccolti da Stellantis nel primo semestre del 2022 riportano un segno ancora negativo, pari ad una contrazione del 13,7 per cento in confronto al 2021. La stima giunge dalla Fim Cisl, la quale sottolinea come nella prima metà dell’anno, tra autovetture e furgoni commerciali, siano stati fabbricati 351.890 esemplari contro i 407.666 di gennaio-giugno 2021. La realizzazione di autovetture, pari a 248.990, segnala una (seppur minima) crescita del 2,1 per cento, mentre quella inerente ai mezzi da lavoro subisce un pesante crollo del 37,2 per cento in termini di volumi, pari a 102.990 (meno 60.880 in confronto al 2021) veicoli commerciali. Chi si salva è il complesso di Mirafiori, un polo di eccellenza sulla quale il conglomerato italo francese fa notevole affidamento sia nel presente sia in prospettiva futura.
Mirafiori, la (piacevole) eccezione che conferma la regola: il complesso di Torino archivia il primo semestre del 2022 con volumi in crescita
Stando ai numeri raccolti dal sindacato Fim Cisl, dal centro torinese sono uscite 48.760 unità durante il primo semestre dell’anno in corso, contro le 35.014 del 2021, per un incremento del 39,3 per cento. Il maggiore impatto sulla crescita è sempre da attribuire alla fabbricazione della 500e, la quale, avviata nel mese di ottobre nel 2021, si è attestata sui 53.819 esemplari nel 2021.
Dal 10 gennaio la linea della Cinquina bev è partita su doppio turno, raddoppiando così l’attuale regime, che attualmente si attesta su circa 360 vetture al giorno, con un’impennata del 54 per cento rispetto al gennaio-giugno 2021 (da 25.219 a 38.830).
Il rendimento lascia credere in un 2022 con più di 70 mila Fiat 500e immesse in vendita. Ovviamente microchip permettendo, che almeno fin qui hanno pressoché risparmiato Mirafiori, con la perdita di appena 14 turni (l’equivalente di 7 giorni effettivi) sulla linea della 500e. Tra le tante criticità segnalate da Stellantis, e dall’industria delle quattro ruote in senso assoluto, lo stabilimento di Torino viaggia in controtendenza.
Una piacevole eccezione a un andamento globale piuttosto complicato, se pensiamo alle giornate di lavoro saltate in alcune fabbriche della multinazionale. Lo spiraglio di luce passa da Mirafiori e l’auspicio di tutti gli attori chiamati in causa è che indichi la strada maestra pure agli altri impianti situati in Italia e nel mondo.