La Ferrari 456 GT è una vettura da sogno, che interpreta in modo sublime il difficile tema della coupé a quattro posti. La sua scheda tecnica è di altissimo livello, come il quadro dinamico, ma ciò che l’ha consegnata maggiormente alla storia è stato il suo stile. Purtroppo qualcuno ha deciso di farlo ritoccare, per delle versioni strane. Oggi ne abbiamo scelte tre, entrate nel garage del Sultano del Brunei. Ci piacerebbe conoscere il vostro parere su questa interpretazioni. Iniziamo il breve viaggio alla loro scoperta.
La station wagon
Rara, ma non in esemplare unico, la Venice è una Ferrari 456 GT declinata in versione station wagon, con quattro porte. Si tratta di un’auto davvero insolita, ma molto elegante nel suo genere. Purtroppo porta il “cavallino rampante”, quindi risulta eretica ai mei occhi. Se avesse avuto un logo diverso, avrei avuto un giudizio molto più tenero nei suoi confronti, ma qui si parla di Ferrari e questo marchio, per me, significa altro, ben altro rispetto a una familiare. La Venice ha preso forma in 6 unità disegnate e costruite da Pininfarina, col permesso della casa madre. Una concessione frutto della fedeltà del Sultano del Brunei, che negli anni ha comprato una quantità incredibile di “rosse”.
La versione scoperta
Ecco un’altra versione strana della Ferrari 456, anch’essa del Sultano del Brunei. Gli interventi risultano molto radicali, essendo stato asportato completamente il tetto. Il ricco proprietario, con la drastica trasformazione, ha preferito per questo esemplare il gusto di una passeggiata sotto il sole della California all’armonia delle linee della lussuosa coupé di Maranello. L’aspetto esteriore della cabriolet ne risente e risulta molto meno gradevole che sulla vettura di partenza. Si registra una minore armonia espressiva e la tela grafica, nel suo complesso, non regge certo il paragone con la magia delle forme della Ferrari 456 GT. Quest’ultima, a mio avviso, è la 2+2 del “cavallino rampante” più affascinante dell’era moderna ed una delle più sensuali di sempre.
La tre volumi
In questo caso abbiamo a che fare con una versione a quattro porte, in stile ammiraglia a tre volumi, della Ferrari 456 GT. Il risultato è stilisticamente gradevole e andrebbe benissimo per un’auto senza il “cavallino rampante” sul cofano. Qui, però, c’è quel simbolo e quindi il giudizio cambia radicalmente, anche se oggi, dalle parti di Maranello, stanno persino cercando di sdoganare il terribile concetto di SUV, con la Purosangue. Nel garage del Sultano del Brunei ha trovato posto anche questa 456 a tre volumi e quattro porte, in tutto e per tutto simile alla Venice, tranne che per l’assenza del blocco alto che caratterizza la coda della versione familiare, di cui rappresenta la parte superiore del vano di carico.
Storia della Ferrari 456 GT standard
Presentata nel 1992, presso la sede del Garage Francorchamps, in Belgio, per rendere omaggio all’importatore del marchio Jacques Swaters, questa coupé porta meravigliosamente i suoi 30 anni di età. Il merito è di Pietro Camardella, autore delle sue forme immortali per Pininfarina. La Ferrari 456 GT, a mio avviso, è la più bella auto sportiva a quattro posti dell’era moderna. Nulla possono contro il suo fascino magnetico le discendenti che, però, mettono a segno una vigorosa evoluzione tecnologica.
Scorrendo i lineamenti di questa coupé 2+2 si viene conquistati dalle magnifiche alchimie delle linee e dei volumi, superbamente disegnati. Con lei si è cambiato passo rispetto alla precedente 412, che puntava su tratti decisi e geometrici. Qui, invece, prevalgono le rotondità. Il risultato è un’auto sensuale, che rapisce il cuore sin dal primo sguardo.
Posando lo sguardo sulla sua silhouette si coglie l’omaggio reso alla 365 GTB/4 Daytona, ma in un tela molto specifica e originale, votata alla modernità. Il legame aleggia nell’aria: questo basta a creare la connessione, senza il peso dei vincoli. Sulla Ferrari 456 GT il classico si sposa all’esplorazione e alla ricerca dialettica, regalando una miscela unica e mozzafiato.
Il design dissimula bene la presenza dei 4 posti e questo valorizza ulteriormente l’opera di chi ne ha firmato lo stile. Tutto profuma di bellezza, eleganza, raffinatezza e sportività. Un vero miracolo. Evocare la storia, senza cedere alla tentazione di un remake, è un esercizio che solo i più bravi riescono a compiere con tanta magia. Pietro Camardella appartiene alla specie. Del resto, Pininfarina ha sempre saputo scegliere persone brillanti, dotate di grande senso del gusto.
Propulsore di alta gamma
L’energia dinamica giunge da un motore V12 aspirato in lega d’alluminio, da 5474 centimetri cubi di cilindrata. Questo gioiello ingegneristico eroga ben 442 cavalli a 6250 giri al minuto, con un picco di coppia di 550 Nm a 4500 giri al minuto. Cifre che, nel suo periodo storico, non temevano la concorrenza, siglando i riferimenti per tutti gli altri.
Anche sul piano dinamico la Ferrari 456 GT ha molte frecce al suo arco. Basti dire che sulla pista di Fiorano completa un giro in 1’35″00: lo stesso identico tempo della più specialistica, anche se leggermente meno potente, 512 TR. Chapeau!
Un vettura versatile
Notevole anche la sua fruibilità, sconosciuta alle “rosse” nate prima di lei. Fra i suoi punti di forza, la grande elasticità di marcia e la piacevolezza di guida, a dispetto delle masse in gioco, non proprio contenute. La sigla del modello, nella sua quota numerica, mette in risalto la cilindrata unitaria del modello, riprendendo uno storico criterio identificativo della casa del “cavallino rampante”.
La potenza viene scaricata a terra con il supporto di un cambio manuale a 6 rapporti, ma della vettura è stata prodotta anche una versione con cambio automatico a 4 rapporti, battezzata GTA. Io preferisco la prima, nettamente la prima, non solo per la piacevolezza visiva della griglia cromata a settori che guida gli innesti delle marce. Penso che un comando manuale regali più soddisfazioni e un coinvolgimento emotivo nettamente superiore.
Al piacere dell’esperienza dinamica della Ferrari 456 GT concorre il sound meraviglioso che giunge alle orecchie, durante la marcia ed anche da fermi. Le note sonore del motore accompagnano il vigore prestazionale del modello, solo in parte espresso dalle cifre ufficiali, che passo brevemente in rassegna: l’accelerazione da 0 a 100 km/h viene evasa in 5.2 secondi, da 0 a 400 metri ci vogliono 13.3 secondi, mentre il chilometro con partenza da fermo viene liquidato in 23.3 secondi. La velocità massima si spinge oltre quota 300 km/h: credo che basti.
Notevole la sicurezza attiva, per il perfetto bilanciamento delle componenti. La Ferrari 456 GT è un mezzo versatile e perfettamente fruibile, in tutte le dimensioni espressive: dalla passerelle in centro città alle prove di forza tra i cordoli dei circuiti, ma questa è un’auto più intonata con il fascino della Dolce Vita. Un “giocattolo” di classe, per veri intenditori.
Fonte | Autoblog e Jalopnik