L’amministratore delegato di Ferrari, Benedetto Vigna, è intervenuto nelle ultime ore per placare i timori che l’offerta di auto elettriche ormai imminente comporterà dei compromessi sul piano delle prestazioni. Ai microfoni della CNBC, il top manager ha sottolineato come il Costruttore di Maranello, avendo una profonda comprensione della materia, saprà raggiungere degli standard elevati sotto ogni punto di vista.
Ferrari: le prestazioni rimarranno al top della categoria anche con il passaggio all’elettrico
In termini di guida, di dinamica del veicolo, possono gestire il peso aggiuntivo. Hanno poco più di 100 chili extra da sostenere rispetto a una normale vettura endotermica a parità di potenza. Ma sono comunque fiduciosi sulla capacità dell’azienda di affrontare la sfida perché il know-how li aiuterà parecchio. Oggi tante auto hanno, grossomodo, accesso agli stessi chip elettronici. Tuttavia, gli ingegneri della Ferrari sono in grado di fornire qualcosa di unico, di distintivo, ha proseguito Vigna. Dunque, la considerano un’opportunità per andare avanti a realizzare qualcosa di inconfondibile.
La Ferrari ha in serbo il lancio di un esemplare a trazione 100 per cento elettrico nel 2025, sebbene i propulsori ICE ricopriranno comunque un ruolo rilevante in futuro. Le unità a combustione interna avranno una quota del 40 per cento nell’offerta complessiva entro il 2026, con soluzioni ibride e completamente elettriche rappresentanti il 60 per cento.
Entro il 2030, gli ICE dovrebbero costituire il 20 per cento del portafoglio, con mezzi ibridi e full electric aventi ciascuno una market share del 40 per cento. Sulle prospettive future, Benedetto Vigna ha spiegato che le celle delle batterie saranno assemblate a Maranello. I moduli artigianali saranno integrati nel telaio delle auto in un processo incentrato sulla riduzione del peso complessivo della vettura.
Anche altre Case automobilistiche di lusso, quali Bentley di proprietà di Volkswagen e Rolls-Royce di BMW, stanno mettendo in atto strategie simili. Una decisione figlia pure del periodo attualmente attraversato nel Vecchio Continente. Come ben sappiamo il Parlamento Europeo ha posto un veto sulla commercializzazione di ICE nel 2035.
Una politica che non ha riscosso i favori dell’esecutivo italiano, convinto sia necessario perseguire la neutralità tecnologica. E vadano, pertanto, considerate diverse forme per ridurre considerevolmente le emissioni di anidride carbonica.