“Devo presentare alcuni dati solidi a Carlos Tavares, altrimenti non penserei nemmeno di chiedergli nulla”. Inizia così la tavola rotonda con giornalisti provenienti da Germania, Francia, Regno Unito e Spagna, a cui ha partecipato l’amministratore delegato di Alfa Romeo, Jean-Philippe Imparato.
Alfa Romeo: gli utili del 2022 già superiori a quelli di tutto il 2021
“In tutta la mia esperienza nel mondo automobilistico, non ho mai affrontato una situazione di domanda repressa come adesso”, ha detto Imparato. Lui, che ha ripulito i conti dell’Alfa Romeo riducendo i costi di produzione nello stabilimento di Cassino, si è ora posto l’obiettivo di “dominare i segmenti D ed E”.
Per questo il suo marchio ha ottenuto risultati migliori nel primo semestre del 2022 rispetto all’intero anno 2021. Guardando alla fine dell’anno, Imparato ritiene che questo trend si consoliderà e che continuerà a dare benefici. “È l’unico modo per competere nella categoria premium su scala globale”, afferma il manager, che in termini di prezzo ha messo come rivali produttori tedeschi come Mercedes-Benz o BMW.
“Una volta raggiunto questo obiettivo, sarà il momento di giocare”, ha dichiarato, riferendosi alla possibilità di far risorgere alcuni piccoli modelli, come la Mito o la Giulietta, seppur a emissioni zero. “Per ora, nel 2025 saremo il primo marchio Stellantis a utilizzare la nuova piattaforma elettrica STLA Large”, che sarà probabilmente destinata a un SUV di grandi dimensioni.
Imparato non è preoccupato per i cambi di strategia che Carlos Tavares ha preso in Cina. Alfa Romeo, insieme a Jeep, è uno dei marchi di maggior successo di Stellantis in quel mercato e le sue operazioni ora implicano l’abbandono delle fabbriche locali in perdita per concentrarsi su un modello di importazione. Anche se questo era il caso dei SUV, “Alfa non ha mai avuto intenzione di produrre in Cina”, ha affermato.
Al momento, l’ Alfa Romeo è a capo dell’area di business Stellantis Premium (che comprende anche DS e Lancia). Con gli ordini in arrivo nei prossimi tre mesi, una redditività superiore al resto – quella del gruppo era del 14,1 per cento nel primo semestre – e un accordo rinnovato per la prossima stagione di Formula 1, il futuro sembra roseo.
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