Riconoscere i propri errori è importante. Solo così si può crescere, mentre per chi cerca ogni volta scuse il destino sembra già scritto. Le deludenti prove offerte dalla Ferrari negli ultimi Gran Premi, dopo un avvio sprint in campionato, lasciano esterrefatti. I due Gran Premi vinti su tre iniziali dalla scuderia di Mattia Binotto costituivano un’importante dichiarazione di forza.
Poi, però, si è spezzato qualcosa: le rotelle dell’ingranaggio hanno smesso di funzionare, come solo poco tempo prima, e il resto lo conosciamo tutti bene. L’ennesima prova sconfortante è giunta sull’Hungaroring, dove al solito la Ferrari ha peccato di masochismo. Le parole di Mattia Binotto a ridosso della gara erano state chiare: si puntava alla doppietta, niente di meno. Peccato che al momento di fare sul serio la compagine abbia fallito. Durante le qualifiche né Sainz né Leclerc avevano saputo registrato un tempo in Q3 buono tanto quanto George Russell.
Ferrari, Binotto: le scuse stanno a zero
In gara al team di Maranello competeva giusto usare le medie il più a lungo possibile, limitando l’adozione delle altre gomme. Il passaggio anticipato alle hard ha, invece, compromesso le possibilità di successo di Leclerc.
Il leader della corsa ed è stata persino costretto a effettuare un pit stop supplementare, chiudendo la corsa alle spalle di entrambi gli alfieri della Red Bull Racing, del duo britannico della Mercedes e del compagno di paddock Sainz. A meno di miracoli sportivi il Mondiale di Leclerc è finito. Nessuno nella storia ha saputo rimontare un simile distacco in classifica.
A destare perplessità sono state le dichiarazioni proferite al termine da Mattia Binotto, disconnesse dalla realtà. Secondo la tesi dell’ingegnere reggiano i problemi sono dipesi da una mancanza di performance dalla monoposto. Il ritmo e i commenti rilasciati da Leclerc hanno sbugiardato il TP. Il segnale peggiore è giunto mentre andava in scena il GP.
Un reporter di Sky UK gli aveva chiesto se fosse preoccupato per la rimonta di Max Verstappen. Chiara la replica del TP: “No, il suo ritmo è buono come il nostro”. Dunque, aveva sottovalutato l’avversario, rimarcando la buona performance della Rossa, salvo poi smentirsi una volta tagliato il traguardo.