Quando si parla di Alfa Romeo, pensare alle auto di indole sportiva è un fatto naturale. Non è un mistero che buona parte della fama della casa del “biscione” abbia preso forma nell’universo romantico delle corse. Quindi non stupisce il travaso, più o meno marcato, dell’esperienza racing sulle vetture di serie.
Nel listino del marchio hanno trovato spazio modelli muscolari come le GTA e GTAm, ma anche le GTV si sono ritagliate una posizione preminente nel cuore degli alfisti più sfegatati, che attribuiscono importanza primaria al quadro emotivo di un mezzo a quattro ruote. Oggi abbiamo raccolto per voi alcuni modelli che interpretano al meglio la filosofia Gran Turismo Veloce. Se lo gradite, seguiteci nel nostro viaggio alla loro scoperta.
Alfa Romeo 1750 GTV
Offre una miscela preziosa, fatta di linee muscolari e di rombanti alchimie meccaniche, elargite al piacere degli appassionati, oggi più che mai alla ricerca di auto vere, che sappiano regalare emozioni old school, in un’epoca di smartphone a quattro ruote, sempre più asettici sul piano caratteriale. Questa coupé è ricca di fascino, per toccare le giuste corde sensoriali. Il suo debutto commerciale avvenne nel 1967, al posto delle Giulia che l’avevano preceduta.
L’Alfa Romeo 1750 GTV ha l’apparato genetico delle auto del “biscione” ed ossequia bene la storia del marchio, pur senza volare nei piani più alti del suo ricco repertorio, che annovera una lunga lista di preziosi capolavori, alcuni dei quali milionari.
L’energia dinamica del modello giunge da un motore di 1779 centimetri cubi di cilindrata, capace di sviluppare una potenza massima di 118 cavalli. Questo cuore, mutuato dall’omonima berlina, regalava una buona tempra caratteriale, ma forse il suo look sportivo e la bontà del telaio avrebbero meritato qualcosa di ancora più spinto. Anche i vertici aziendali se ne resero conto.
Lo step successivo
Nel 1969 giunse la seconda serie del modello, che si concesse un lifting, anche sul motore. Il frutto? Un ulteriore guadagno, sul piano del tono muscolare, grazie anche ai due carburatori doppio corpo che provvedevano a dissetarlo. Buoni i dati relativi all’accelerazione e alla ripresa. La velocità di punta, in questo step, si spinse a quota 190 km/h: un bel risultato.
Poi fu il turno del lancio sul mercato della 2000 GTV, con cilindrata portata a 1962 centimetri cubi e potenza massima cresciuta a 132 cavalli. Un bel salto di specie, testimoniato dai numeri sensibilmente migliori. Qui l’accelerazione da 0 a 100 km/h veniva messa a segno in soli 7.2 secondi, mentre la punta velocistica si spingeva nel territorio dei 195 km/h (ed anche oltre). Notevole lo scatto sui 400 metri e sui 1000 metri con partenza da fermo, paragonabile a quello di auto più pretenziose.
La vettura di cilindrata maggiore era riconoscibile per diversi aggiornamenti estetici e per una serie di modifiche al look dell’abitacolo e alla sua architettura. Gli ingegneri e i manager della casa automobilistica milanese furono così orgogliosi del loro lavoro, da concedersi un vezzo, piazzando in bella vista un biscione sui montanti posteriori. Non era mai successo ad un’altra Alfa Romeo prima di lei. Una scelta ardita? Forse, ma qui stiamo parlando di una vettura dai contenuti prestazionali adeguati al rango, con riferimento alla specifica categoria di appartenenza. Quindi, nessun eccesso.
Alfa Romeo Alfetta GTV
Ecco un’altra vettura del “biscione” che si è giovata della sigla GTV, scelta per i suoi allestimenti più muscolosi. Questa coupé, nelle diverse varianti della gamma, ha preso forma in circa 136 mila esemplari. La loro nascita si è distribuita nell’arco di un ciclo produttivo andato avanti dal 1974 al 1987. Le linee del modello si sono prestate bene allo spirito Gran Turismo Veloce: un concetto oggi tornato di attualità, con una concept car ipotizzata dagli addetti ai lavori per il futuro della casa milanese. Speriamo che prenda forma, per dare continuità alla specie, in modo luminoso.
L’Alfa Romeo Alfetta GTV si offre allo sguardo con tratti immediatamente riconoscibili. Il merito è del lavoro creativo, frutto della collaborazione fra Giorgetto Giugiaro e il centro stile interno del marchio del “biscione”. Non si tratta di un’auto bella, almeno nell’accezione più stretta del termine, ma ha carattere da vendere. A questo puntavano i progettisti, che hanno raggiunto in pieno il risultato. Impossibile confondere il modello in esame con altri, per la spiccata personalità del suo design.
Fra gli elementi dialettici più appariscenti, un ruolo di primo piano spetta alla coda a gobba, che diventa l’elemento primario del suo codice espressivo, almeno per quanto concerne l’estetica. L’Alfa Romeo Alfetta GT è la sua base. Questa ha una carrozzeria di taglio sportivo, che veste in modo dinamico un abitacolo a quattro posti, coi due sedili posteriori un po’ infossati.
Il ventaglio motoristico
Inizialmente, sul piano propulsivo, la scelta cadde su un motore bialbero a quattro cilindri da 1779 centimetri cubi di cilindrata, in grado di sviluppare una potenza massima di 122 cavalli. Nel 1976 giunsero due altri cuori in sua sostituzione: uno da 1570 centimetri cubi, con 109 cavalli, e uno da 1962 centimetri cubi, che passerà negli anni dagli iniziali 122 cavalli ai 130 cavalli della 2.0 L.
Come abbiamo riferito in un’altra circostanza, in cima alla gamma, sul piano prestazionale, si collocava la GTV 2.6 V8, nata nel 1977 in soli 20 esemplari. L’auto godeva della spinta del motore della Montreal. Grazie ai 200 cavalli sotto il cofano, le performance risultavano molto brillanti. L’accelerazione da 0 a 100 km/h veniva messa in archivio in 7.5 secondi, mentre la velocità massima si spingeva oltre la soglia dei 230 km/h. Non meno gratificante era la Turbodelta del 1979, il cui due litri sovralimentato metteva sul piatto 150 cavalli di potenza massima, regalando grandi scariche di adrenalina.
Nel 1980 giunse la seconda serie dell’Alfa Romeo Alfetta GT. Anche in questo caso non poteva mancare una Gran Turismo Veloce. Il compito fu assegnato alla GTV6, sotto il cui cofano anteriore pulsava un sonoro e graffiante 6 cilindri da 2492 centimetri cubi, capace di sviluppare una potenza massima di 160 cavalli. Un ulteriore lifting del modello giunse nel 1983, ma con interventi marginali.
Alfa Romeo GTV
Porta la firma di Enrico Fumia per Pininfarina, ma non è certo una delle opere più belle del celebre stilista piemontese. In compenso ha una personalità forte, che la rende degna della stirpe, in termini di forza narrativa ed evocativa. L’Alfa Romeo GTV è priva della grazia creativa tipica della tradizione del grande maestro dello stile italiano, ma si distingue da tutte le altre auto, per il trattamento fortemente identitario, anche se privo dell’armonia compositiva che qualcuno, forse, si sarebbe aspettato.
Ciò che pregiudica il lavoro è lo specchio di coda, pesante e un po’ goffo, anche se inconfondibile. Forse, sul limite del risultato, ha inciso la partnership con il centro stile interno della casa del “biscione”, ma non è dato sapere. Va molto meglio nel profilo laterale e nella vista frontale. Qui i tratti sono ben eseguiti e, per certi versi, hanno fatto scuola. L’Alfa Romeo GTV del 1995 ha preso forma fino al 2004. Dal 2000 la sua produzione si è realizzata nello stabilimento Pininfarina di San Giorgio Canavese.
Buona su strada
Questa coupé ha una sigla che si riconnette alla tradizione del marchio. Altro non è che l’acronimo di Gran Turismo Veloce. Come abbiamo evidenziato in un’altra circostanza, la vettura in esame è stata sottoposta periodicamente a delle rinfrescate nel look, il cui ritmo è stato testimoniato dai 3 restyling avuti nel decennio produttivo. Fra i punti di forza dell’Alfa Romeo GTV merita di essere evidenziata la robustezza del telaio, in grado di assecondare al meglio la piacevolezza di guida, grazie a una rigidità torsionale di riferimento in quel periodo storico, nel suo segmento di mercato.
Spostando l’attenzione sull’abitacolo, si coglie una certa connessione con alcuni stilemi delle auto sportive dell’era romantica. Una cosa certamente gradevole per gli amanti del marchio e della tradizione, alla ricerca di stimoli sensoriali allineati a quelli dei modelli che hanno fatto scuola nello specifico ambito.
Ricco il ventaglio delle motorizzazioni offerte alla tentazione dei potenziali acquirenti dell’Alfa Romeo GTV che, nel corso del lungo ciclo produttivo, si è proposta con unità propulsive da 1.8 e 2.0 litri Twin Spark, da 2.0 litri turbo, da 3.0 litri e da 3.2 litri. Quest’ultimo cuore, con i suoi 6 cilindri da 240 cavalli, è il più entusiasmante e sonoro della gamma, anche se più impegnativo dal punto di vista fiscale. Notevoli le sue performance, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 6.3 secondi, da 0 a 1000 metri in 25.8 secondi e una velocità massima di 255 km/h. Niente male, vero?