Buone notizie per Stellantis nella battaglia legale con General Motors. La causa presentata da quest’ultima contro Fiat Chrysler Automobiles, ora parte del conglomerato italo francese, è stata, infatti, respinta. La Corte d’Appello del 6° Circuito degli Stati Uniti ha confermato la sentenza del 2020.
In una nota General Motors ha comunque sottolineato di non volersi arrendere. Andranno avanti presso il tribunale statale del Michigan per vedersi riconosciuti i danni a lei arrecati a seguito della corruzione ammessa da FCA.
Attraverso un comunicato ufficiale, Stellantis ha liquidato le asserzioni di GM come prive di fondamento. Si impegnerà a difendersi vigorosamente da queste “frivole” accuse. Le affermazioni di GM andrebbero ascritte a “un film di spionaggio di terz’ordine, pieno di teorie accuse”.
Fiat Chrysler: altra vittoria in tribunale contro GM
Ad oggi, 16 ex dipendenti della UAW e della Fiat Chrysler si sono detti colpevoli in un’indagine federale sulla corruzione durata cinque anni. Gli accertamenti effettuati dalle autorità hanno condotto alla cattura di due ex presidenti della UAW, successivamente alla confessione dei funzionari di aver sottratto fondi a mero interesse personale, utilizzandoli per liquori, sigari, escursioni di golf e costosi soggiorni in hotel.
Nell’agosto 2021, FCA US ha ricevuto la condanna, dopo essersi dichiarata rea di aver corrisposto oltre 3,5 milioni di dollari in pagamenti illegali agli ufficiali dell’UAW. FCA ha fatto fronte a una multa di 30 milioni di dollari mentre l’UAW ha accettato una supervisione indipendente per risolvere l’indagine del Dipartimento di Giustizia.
Il procedimento avviato da General Motors nei riguardi di Fiat Chrysler verte su un presunto programma pluriennale con cui i funzionari della UAW hanno ricavato un ingiusto vantaggio sul costo del lavoro a scapito di GM. Inoltre, quest’ultima ha attribuito all’amministratore delegato di FCA di allora, Sergio Marchionne, scomparso nel 2018, la volontà di danneggiarla per forzare una fusione tra le due realtà.
Il giudice distrettuale degli Stati Uniti Paul Borman ha respinto la causa di GM nel luglio 2020 dopo averla definita una distrazione per le società e una “perdita di tempo e risorse”. Borman ha pure bocciato la conseguente mozione di GM di riaprire il caso, concludendo che le nuove prove presentate da GM sono “troppo speculative”.