Quando si parla di Fiat una parte di pubblico ha un’idea ben definita. Mai crederebbe possa essere costruire una supercar, tanto spettacolare nell’aspetto quanto votata alle performance. Se ti identifichi in questa categoria avrai di che sorprenderti. Perché l’esemplare di cui ti parleremo smentirà le tue convinzioni.
Di recente è stata messa all’asta una versione speciale della Fiat 8V. Presentata nell’immediato dopoguerra – lo stesso periodo di connazionali di raffinatissimo gusto, quali l’Alfa Romeo 6C 2500 Freccia d’Oro -, vanta un’estetica sublime. Il lavoro certosino compiuto sul piano della carrozzeria le permettere di non impallidire al confronto con le più belle proposte dell’epoca.
8V Supersonic by Ghia: anche Fiat sa costruire le supercar
Sebbene Fiat costituisca ancora oggi la massima espressione del Made in Italy, la 8V trae forte ispirazione dagli Stati Uniti. Il nome è rivelatore in tal senso, poiché scelto allo scopo di competere con i celeberrimi propulsori V8 della Ford senza, tuttavia, appropriarsi del trademark dell’Ovale Blu.
Della Fiat 8V ne sono state realizzate parecchie versioni. Pur senza voler togliere nulla al resto, sulla massa spicca la Fiat 8V Supersonic.
A occuparsene la Ghia, una certezza assoluta nel campo. La carrozzeria, infatti, si è adoperata su tantissimi modelli rinomati – ad esempio, la Escort – e qui ha estratto il jolly dal mazzo. Il gioiellino vide la luce in apertura degli anni Cinquanta, un periodo di ricostruzione, e conquistò il campionato italiano Gran Turismo per cinque edizioni consecutive.
Con un peso inferiore alla tonnellata, a dispetto della pesante scocca, l’unica unità V8 mai sviluppata da Fiat nella sua centenaria storia e una velocità di picco appena inferiore ai 200 m/h, la Supersonic giustificava in toto il nome. Il propulsore del mezzo riscosse un successo così notevole che la piccola compagnia Siata lo comprò per la sua spider 208, adorata pure dall’icona di Hollywood Steve McQueen, il quale le affibbiò il soprannome di “piccola Ferrari”.
A livello assoluto, siamo in presenza di un vero capolavoro di ingegneria e il prezzo d’asta, beh, lo rispecchia in pieno. Stando ai battitori di RM Sotheby non se ne sarebbe andata via a meno di una cifra compresa tra 1,7 e 2 milioni di dollari complessivi.