Il mercato auto in Italia di agosto matura un segno positivo con una risalita del 9,9 per cento rispetto al medesimo mese del 2021: le immatricolazioni sono state pari a 71.190. Il consuntivo degli otto mesi rimane comunque in flessione del 18,4 per cento con 865.044 registrazioni.
Mercato auto Italia agosto 2022, immatricolazioni finalmente di nuovo in crescita nel confronto anno su anno: non succedeva più da 13 mesi
Stellantis ha immatricolato lungo la penisola 25.405 unità, il 16,95 per cento in più nel confronto con l’ottavo mese del 2021, con la quota salita dal 33,54 al 35,69 per cento. Nel riepilogo globale del 2022 la multinazionale diretta da Carlos Tavares ha venduto 319.180 macchine, con un calo del 23 cento rispetto all’anno precedente. La quota si è, a sua volta, ridotta dal 38,9 al 36,9 per cento.
Bilancio positivo per la prevalenza dei nove brand: volano Alfa Romeo (più 71,3 per cento, 810 targhe), Citroen (più 93 per cento, 3.345) e Maserati (più 181 per cento, 177). Bene pure Fiat (più 14,8 per cento, 10.724 targhe), Lancia (più 37,6 per cento, 2.830), Peugeot (più 29,8 per cento, 3.755) e Opel (più 31,1 per cento, 1.965). Perdono, invece, terreno Jeep (meno 52,1 per cento, 1.635 nuove vetture) e DS (meno 36,2 per cento, 164).
La seconda forza è il gruppo Volkswagen, le cui registrazioni sono state di 11.755, per un incremento del 9,6 per cento. Salgono i marchi VW (più 0,6 per cento, 5.685 immatricolazioni), Audi (più 41,2 per cento, 3.428), Skoda (più 34,5 per cento, 1.596), Cupra (più 61,3 per cento, 563), Lamborghini (più 50 per cento, 9); l’unica eccezione è data da Seat (meno 54,2 per cento, 474).
Renault è terza con un calo del 18 per cento e 5.615 targhe, dato dalla somma tra la Losanga (meno 38,8 per cento, 2.622) e la Dacia (più 16,8 per cento, 2.993). In ascesa la Ford (più 19,6 per cento, 5.412), idem il gruppo BMW con 3.186 esemplari venduti, per un più 7,5 per cento, costituito dalla Casa dell’Elica (meno 0,2 per cento, 2.257) e dalla Mini (più 32,5 per cento). Verdetto ampiamente favorevole pure per il gruppo Daimler (più 31 per cento, 2.394), prodotto dalle performance della Stella a tre punte (più 36,5 per cento, 2.260) e della Smart (meno 21,6 per cento, 134).
In merito ai Costruttori orientali, il gruppo Toyota mette a referto 4.701 targhe per un più 13,5 per cento, frutto dei risultati della Casa delle Tre Ellissi (più 11,8 per cento, 4.468) e Lexus (più 61,8 per cento, 233). Giù la Mazda (meno 14,4 per cento, 519), la Mitsubishi (meno 33 per cento, 142), la Nissan (meno 8,2 per cento, 1.417), la Subaru (meno 3,7 per cento, 103) e la Suzuki (meno 50,6 per cento, 867 unità). In contrapposizione le coreane Hyundai (più 6 per cento, 2.445) e Kia (meno 21,8 per cento, 2.261).
A proposito del segmento premium, crescono la Volvo (più 5,5 per cento, 673) e il gruppo Jaguar Land Rover (più 22,4 per cento, 662), con il Giaguaro arrancante (meno 20,7 per cento, 115) e il brand delle fuoristrada in grande spolvero (più 38,1 per cento, 547). In picchiata libera la Tesla (meno 67,5 per cento, 100 elettriche), diversamente da Porsche (più 85 per cento, 272) e Ferrari (più 14,8 per cento, 31). Per concludere, fa furore la DR (+439,7 per cento, 2.078 unità), insieme alle cinesi MG (811,6 per cento, 392) e Lynk & Co (più 720,6 per cento, 279).
Dopo 13 mesi di cali consecutivi l’industria delle quattro ruote si rimette sui binari giusti, malgrado ad agosto 2021 con 64.767 esemplari vi fosse stato un crollo superiore al 27 per cento. In otto mesi si sono persi 195 mila veicoli.
Gli italiani hanno mostrato un ritrovato interesse nei confronti delle vetture a benzina, le quali hanno chiuso con un più 26,7 per cento, ma comunque superate dal 39 per cento delle ibride (di cui 30,4 per cento mild hybrid e 8,6 per cento full hybrid) in ulteriore rilancio. Al terza posto si collocano le diesel, sempre in flessione al 18,2 per cento, seguite (tutte in discesa) dai mezzi alimentati a GPL (8,7 per cento), ibride plug-in (3,8 per cento), elettriche (3,2 per cento) e metano (0,5 per cento). In particolare, quest’ultima categoria ha parecchio pagato il recente andamento dei prezzi, schizzati alle stelle per via della forte crisi energetica.
A livello di alimentazioni, il mercato auto Italia di agosto racconta un netto predominio di Stellantis. Del comparto benzina, comanda la Peugeot 208 con 1.342 esemplari, davanti a Volkswagen T-Roc (1.249), Citroen C3 (1.246). Bene, a sua volta, la Peugeot 2008 (591), che chiude in nona posizione. A proposito, invece, delle diesel la leadership spetta alla Citroen C3 (789 immatricolazioni), in grado di sopravanzare l’Audi Q3 (652) e la Ford Kuga (587). Scendendo nella graduatoria, si segnalano la Fiat Tipo (454), settima, la Jeep Renegade (452), ottava, e l’Alfa Romeo Stelvio (421), decima.
Passiamo ora alle GPL, in cui trionfa la DR 5.0 (1.532 registrazioni), con il terzetto di testa completato da Dacia Sandero (1.183) e Renault Captur (603). Appena giù dal podio ecco la Fiat Panda (519), mentre la Lancia Ypsilon (330) finisce la corsa al sesto posto. In merito al metano, la Volkswagen Golf (52) batte sul rettilineo Seat Arona (50) e Skoda Octavia (45). Quinta, a pari merito con Seat Ibiza, la solita Panda (37). Ed è proprio lei che sbaraglia la concorrenza nel settore delle ibride, forte di 4.388 immatricolazioni. Seconda la Fiat 500 con 3.907, terza la Ford Puma, che ha avuto di poco la meglio sulla Lancia Ypsilon (2.583 a 2.496).
Se restringiamo il focus sulle plug-in primeggia Lynkk & Co 01 (279), capace di lasciarsi alle spalle la Volvo XC40 (215) e la coppia di Jeep, Compass (208) e Renegade (164). Infine, relativamente alle elettriche, nessuno può arrestare la marcia della Fiat 500 (360 registrazioni), seguita a debita distanza da smart fortwo (128) e Renault Twingo (114). Quarta la Opel Corsa (107), settima la Peugeot 2008 (93).
Il bilancio di Unrae
Il numero uno dell’Unrae, Michele Crisci, ribadisce la soddisfazione per l’inserimento dei soggetti giuridici tra i beneficiari degli incentivi per i mezzi a basse emissioni, sia pur limitati al canale di noleggio. Un provvedimento da parte del Governo privo di senso a detta dell’associazione, la quale non rileva nessun motivo per compiere distinzioni in relazione alla modalità di approvvigionamento ed escludendo, perciò, nel testo definitivo del Decreto del Dpcm chi acquista in cash o in leasing. In ogni caso, auspicano la massima accelerazione delle procedura stabilite per la piena operatività della manovra messa in atto. Ciò poiché si avvicina la scadenza del 31 dicembre, deadline finale per godere del beneficio.
Nella visione di Crisci, uno sforzo per la velocizzazione dell’iter darebbe inoltre modo di applicare rapidamente un’altra rilevante misura attinente al 2022, anch’essa contenuta nel Dpcm: la concessione di contributi per l’installazione di ricariche domestiche per gli EV. Allo scopo di accelerare il miglioramento delle infrastrutture, intanto, l’azione di sollecito prosegue. A detta del gruppo, occorre un cronoprogramma puntuale, dove si indichino tempistiche, luoghi e tipi di colonnine pubbliche da installare, nonché i soggetti addetti a sobbarcarsi gli investimenti, senza tralasciare la diffusione di infrastrutture di ricarica in ottica pluriennale.