Onestamente, del B-SUV che Alfa Romeo ha in cantiere non si sa, oggi, così tanto. Il futuro SUV di Segmento B che avrebbe dovuto chiamarsi Brennero, nella precedente gestione del marchio, è noto ormai a tutti che dovrà rispettare una denominazione altra che esula dall’impostazione fornita dal vecchio corso a guida FCA.
Il Biscione di Jean-Philippe Imparato è altra cosa. Il progetto di mettere a punto un B-SUV risiede all’interno di un assetto che vede un approccio collaborativo con modelli di pari Segmento a marchio Fiat e Jeep, con la seconda ormai in dirittura di arrivo e ampiamente già approcciata perlomeno per quanto riguarda le sue forme esterne. Se in un primo momento sembrava che in casa Alfa Romeo non fossero state prodotte conferme sulla effettiva realizzazione di questo atteso B-SUV, successivamente si è compreso che il B-SUV ci sarà e arriverà fra poco meno di due anni; un tempo più che sufficiente per praticare le cure necessarie a garantire un DNA tipico del marchio e differenziare il comportamento da quello delle sorelle degli altri costruttori citati.
Alcune indiscrezioni francesi vedono alla base del B-SUV di Alfa Romeo la piattaforma CMP
Le indiscrezioni sulla piattaforma che dovrebbe essere adottata dal futuro B-SUV a marchio Alfa Romeo provengono dai francesi di L’Argus, una testata di certo autorevole che spesso ha prodotto indiscrezioni rivelatesi realtà al momento dell’ufficializzazione. La testata ha anche prodotto qualche ipotesi in merito alla denominazione che assumerà il piccolo SUV di Segmento B, ragionando sulle parole di Jean-Philippe Imparato; il CEO del Biscione aveva infatti ammesso che il nome del B-SUV non sarebbe stato Brennero, ma qualcosa “di rispettoso della storia di Alfa Romeo”.
L’idea potrebbe essere quella di virare verso una denominazione iconica dello storico catalogo di nomi d’auto di casa Alfa Romeo. Secondo L’Argus, e sulla base del giudizio di molti, la condizione più indicata potrebbe essere quella di utilizzare la denominazione Junior o anche Alfetta che richiamerebbe più alle dimensioni ridotte che all’iconica berlina di un tempo perlomeno in questo caso.
Tuttavia le indiscrezioni che più interessano sono quelle relative alla piattaforma utilizzabile. Secondo le informazioni di L’Argus, il B-SUV a marchio Alfa Romeo si differenzierà da quanto espresso dai modelli di pari Segmento a marchio Fiat e Jeep. Questi utilizzeranno infatti la piattaforma CMP “base” ex PSA, la stessa già a disposizione della DS 3 Crossback; nel caso di Alfa Romeo, invece, si punterà sulla variante allungata della stessa piattaforma CMP come già messo in pratica dalla Peugeot 2008 che misura 4.300 mm contro i 4.118 mm della DS 3 Crossback, per fare un esempio. Si deduce quindi che i valori dimensionali del B-SUV di Alfa Romeo dovrebbero essere proprio quelli proposti dall’attuale 2008 del Leone, o perlomeno molto simili.
In termini di propulsori, ci si attende l’adozione del 1.2 PureTech nelle declinazioni da 100 e 130 cavalli (o 136 cavalli), probabilmente anche mild-hybrid con cambio e-DCT (come suggerisce ancora L’Argus). Dovrebbe poi prevedere una variante dotata di un propulsore elettrico sempre da 136 cavalli o 100 kW; ci si attende inoltre una ulteriore collocazione per l’elettrico con punte di potenza nell’ordine dei 180 cavalli con possibilità che proprio il B-SUV possa aprire anche la chiacchierata gamma e-Quadrifoglio del Biscione ovvero in accordo con un elettrico in grado di sviluppare prestazioni più corpose. In questo caso però siamo ancora nel campo delle ipotesi.