Stamattina, a Termoli, il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, giunto per l’inaugurazione della sede della Lega, ha espresso le proprie considerazioni sulla costruzione della gigafactory Stellantis proprio nella città molisana.
Le opzioni sul tavolo del gruppo italo francese non mancavano di certo, ha premesso l’onorevole. Del folto gruppo la scelta è ricaduta su Termoli, abile a imporsi su numerose località e siti che, in qualche modo, si candidavano.
Stellantis: perché la scelta è ricaduta su Termoli per la gigafactory
A Termoli, Giorgetti ha cercato di capire dove sta muovendo la mobilità. L’intera industria è nel pieno di una trasformazione. Ciò poiché gli organi dell’Unione Europea hanno stabilito, negli scorsi mesi, di dire addio ai motori a combustione termica. Una netta presa di posizione assunta per via delle ripercussioni sull’ambiente. Nella fattispecie, l’endotermico è fonte di inquinamento, perciò le parti chiamate a valutare la questione intendono promuovere l’elettrico.
Da un fronte, il ministro dello Sviluppo Economico ha perorato le ragioni della industria italiana in sede europea, che pure oggi continua a produrre autovetture a Cassino, Melfi, Mirafiori e Termoli, ma, allo stesso tempo, comprende le ragioni degli enti sovranazionali. Nella nostra penisola il full electric fatica a farsi largo, come ribadiscono le recenti stime di mercato, tuttavia in futuro la musica cambierà.
Nel mentre, le ibride sono le assolute protagoniste del business delle quattro ruote, forti di un’eccellente quota di mercato. Al momento non è dato stabilire con assoluta certezza se avranno un futuro. Secondo la situazione attuale, dal 2035 pure loro saranno tolte di mezzo per via del veto. Ma negli ultimi incontro gli organismi comunitari hanno tenuto aperto uno spiraglio: dipenderà dagli sviluppi che avranno. Vale lo stesso per i combustibili sintetici, l’idrogeno ed eventuali altre soluzioni alternative.
Ora, perché tra le molteplici realtà, Stellantis ha preferito Termoli? Carlos Tavares e soci vi hanno rilevato la presenza di produttività, buone condizioni pure delle maestranze e, senza ombra di dubbio, le misure a sostegno da parte dello Stato. Dunque, Giorgetti esorta a difendere i propri interessi e le proprie ragioni territoriali, ma anche a fronteggiare le sfide del domani, consapevoli di essere forti e di avere una precisa identità.