Si è chiusa in modo positivo la tre giorni di test della Ferrari LMH (Le Mans Hypercar) sulla pista di Portimāo, in Portogallo. La sessione sostenuta dal Cavallino Rampante rientrava nella procedura di messa a punto del bolide in vista del suo esordio, la cui data è già stata annunciata dai portavoce. Difatti, come rivelato dagli stessi uomini della Casa la prima apparizione avverrà alla 12 Ore di Sebring negli Stati Uniti, il round di apertura del FIA WEC (World Endurance Championship).
Ferrari LMH: si concludono le prove a Portimāo
L’attenzione generata attorno alla Ferrari LMH è stata alta e non era possibile aspettarsi diversamente. Quando scende in campo un bolide “Made in Maranello” sono chiare fin dal principio le ambizioni. Partecipare è poco, troppo poco: esiste la vittoria e il secondo è il primo degli sconfitti. Durante il tour de force appena terminato si sono dati il cambio cinque piloti, nello specifico: James Calado, Antonio Fuoco, Miguel Molina, Alessandro Pier Guidi e Davide Rigon.
Ognuno di essi è un uomo fidato della società, pedina essenziale nei giochi interni. In tempi non sospetti i responsabili del dipartimento corse avevano sottolineato di voler accordare fiducia ai ragazzi già reclutati nella compagine. Alle voci di un possibile interessamento nutrito nei confronti di driver esterni erano giunte immediate le smentite. E, a tal proposito, nessuno ha mai tentennato riguardo alla politica adottata.
Il quintetto sopra menzionato ha avuto diversi impegni ai quali sottostare, o almeno una parte. Difatti, qualcuno ha avuto il doppio compito, coinvolto pure nei test della 296 GT3, un’altra belva di potenza.
La scelta della location è ricaduta sull’Autodromo Internazionale dell’Algarve, nella penisola lusitana. Nella cornice gli addetti ai lavori hanno trovato terreno fertile, un eccellente banco di prova al fine di correggere eventuali sbavature e accrescere il tasso di competitività del parco macchine.
Più esattamente, la concentrazione era focalizzata sulle configurazioni di allestimenti, affinché dessero i risultati tanto agognati. Le condizioni meteorologiche hanno dato qualche complicazione. Nell’arco dei tre giorni il tempo è stato variabile, dando vita a un esame approfondito delle capacità dei veicoli, sia su asfalto bagnato sia sull’asciutto.