La Ferrari Purosangue è un’auto che si presta alle discussioni. E non può essere altrimenti, in quanto per la prima volta nella sua storia il Cavallino ha deciso di entrare nel settore dei suv, tirando fuori dal cilindro un crossover a quattro posti ‘pieni’ da oltre 700 CV, sprigionati da un motore V12 senza ibridizzazione, e con un sistema sospensivo d’avanguardia che dovrebbe consentire un’agilità da record su un mezzo di siffatte dimensioni.
Ferrari Purosangue: le sfide nella creazione
Raggiunto dal magazine Car per un’intervista, il responsabile della divisione design di Maranello, Flavio Manzoni, si è soffermato sulla genesi. La gestazione – ha spiegato – si è rivelata parecchio lunga, probabilmente la più lunga se si guarda all’epoca attuale. Ma nel momento in cui l’ex amministratore delegato Sergio Marchionne sfidò la compagnia con un progetto inedito cinque anni fa, trovarono intrigante l’idea di realizzare una macchina tanto spaziosa e versatile.
Dal canto suo, Manzoni credeva che avrebbero potuto ottenere un risultato davvero soddisfacente. Il problema era come ottenerlo, alla luce delle proporzioni anomale. In primo luogo – ha raccontato – fu davvero cruciale determinare l’architettura, sulla base delle fattezze dell’abitacolo e del collocamento del V12. Da ciò hanno ricavato la silhouette. In seconda istanza, si sono adoperati sull’immagine generale e sulla stazza. Allora ebbero un’idea chiara, ossia dividere la carrozzeria in due strati, come una veste (colorata) e una sottoveste.
Il team guidato da Manzoni ha desiderato mantenere l’area del parabrezza molto compatta, al fine da assumere le attuali proporzioni, quelle definitive. Il tutto senza venire meno all’esigenza delle quattro porte, e dei quattro sedili regolabili in maniera indipendente. A detta del chief officer designer lo spazio per i passeggeri è davvero grande. Qualcosa di sorprendente, tenendo presente come l’impressione al di fuori sia di un abitacolo davvero piccolo in rapporto al resto del corpo vettura.
Se avessero pensato ai rischi – ha proseguito – non avrebbero mai partorito la Ferrari Purosangue. È consapevole, e lo è sempre stato, della fazione contraria, che magari avrebbe preferito un’auto del genere sulla base della sua storia. Ma l’imperativo era di sperimentare, evolversi e innovare. Dunque, non ha paura della decisione assunta ed è pronto a difenderla.