È abbastanza raro che i sindacati esprimano soddisfazioni in merito ai traguardi tagliati. Eppure, talvolta succede, come in questi giorni, dove la Fiom, Federazione Impiegati Operai Metallurgici, canta vittoria dopo le novità illustrate dal gruppo Stellantis circa lo stabilimento di Mirafiori. Oltre a essere una fabbrica attuale, l’impianto piemontese porta con sé un valore storico di indubbio valore.
Fiom approva le idee su Mirafiori
La Stellantis ha comunicato il via libera alla produzione di un nuovo cambio per motorizzazioni ibride riguardante l’intero portafoglio prodotti Stellantis a partire dal 2024, in collaborazione con il centro d’oltralpe di Metz. I volumi prospettati nel caso di Mirafiori saranno pari a 600 mila unità, anche se attualmente non c’è una stima sull’impatto a livello occupazionale. Nel frattempo, fino al 2026 andrà avanti a costruire il cambio per la Fiat Panda, confermando di fatto come l’attuale generazione uscirà dalla stessa catena di montaggio fino ad allora.
In aggiunta, il conglomerato italo francese, guidato da Carlos Tavares, avvierà, a cominciare dal prossimo anno, un’ulteriore attività nell’area dello stampaggio, relativa all’economia circolare, con il ricondizionamento dei motori, rigenerazione di componenti e lo smontaggio di auto per il rimpiego delle materie prime. Dal 2025 si prospetta il conseguimento della piena saturazione, che andrebbe a coinvolgere 550 lavoratori. Al momento attuale – ha affermato la Fiom nel comunicato – non c’è un piano sul riciclo delle batterie che possa concedere ulteriori opportunità e proiettare il complesso oltre il 2035. Proprio nel 2035 – lo ricordiamo – scatterà il veto ai mezzi a combustione interna, in favore soltanto dei veicoli elettrici nel Vecchio Continente.
A breve-medio termine le due nuove produzioni annunciate per Mirafiori convincono il sindacato, che, alla luce di ciò, ha chiesto alla società di porre fine all’utilizzo di ammortizzatore sociali, e di avviare percorsi di formazione, così da permettere alla manodopera di apprendere e perfezionare le necessarie competenze nell’ottica della transizione energetica. Comunque, Fiom ha continuato a criticare l’approccio sull’indotto, spronando sia le istituzioni sia Stellantis, a valutare gli effetti delle attuali e future decisioni sull’occupazione. Il rischio è di mettere in seria difficoltà le aziende ruotanti attorno a Mirafiori, fin qui adoperatesi sul business del propulsore endotermico.