Qui servirebbe il migliore Sherlock Holmes! Negli scorsi giorni la Ferrari ha avuto un problema di carattere informatico o almeno così sostenevano diversi portali. Attraverso la rete è circolata la voce secondo cui la Casa automobilistica del Cavallino Rampante avrebbe subito un attacco hacker, con conseguente furto di dati sensibili. Numerose testate, provenienti da ogni angolo del pianeta, hanno ripreso la notizia, perciò, non sembrava tanto una voce di corridoio quanto semmai una constatazione.
Ferrari nega la tesi di un attacco hacker: non avrebbe ricevuto attacchi ransomware
Sulla base delle ricostruzioni, gli autori del tentativo di intrusione nell’archivio digitale della Ferrari avrebbero sottratto in modo illecito ben 7 gigabyte di documenti, tra cui set di dati e manuali di istruzioni. Il portale Red Hot Cyber aveva parlato di una manovra effettuata mediante un ransomware. Dunque, con un programma sviluppato allo scopo di infiltrarsi in un sistema informativo, impedendo al proprietario di utilizzare tutta una serie di dati, che si possono riavere esclusivamente accettando di pagare un riscatto ai responsabili.
L’episodio ha creato dei grattacapi alla Ferrari, quantomeno dal punto di vista dell’immagine. Perché, ora, mediante i portavoce della compagnia di Maranello, emerge una realtà ben differente. In un comunicato l’azienda nega, in buona sostanza, il reale svolgimento dei fatti narrati.
La società si è detta, innanzitutto, consapevole delle segnalazioni effettuate dai media circa la divulgazione di informazioni e di certi documenti, resi disponibili sul web. Ferrari ha poi negato in toto lo scenario illustrato dalla stampa, di aver ricevuto attacchi ransomware o una violazione dei propri sistemi. E segnala che non ci sono state interruzione delle attività e del regolare svolgimento del servizio. Gli addetti alla sicurezza informatica si stanno adoperando per identificare l’origine dell’evento e attuare qualsiasi provvedimento necessario.
La vicenda aveva peraltro trovato una sponda dalla situazione politica internazionale. Successivamente all’invasione dell’Ucraina dell’esercito di Mosca, la Scuderia Ferrari aveva interrotto a inizio campionato la partnership con lo sponsor Kasperski, compagnia russa esperta nella sicurezza informatica. Risolto il contratto, si è affidata alla rumena Bitdefender. Ergo, l’attacco hacker riportato è stato inquadrato pure come un possibile tentativo di screditare il nuovo partner.