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Motori endotermici: c’è l’accordo sullo stop a partire dal 2035

I motori endotermici potrebbero ora avere una data di effettiva conclusione di un ciclo che un tempo pareva eterno

V6 Busso

I motori endotermici potrebbero ora avere una data di effettiva conclusione di un ciclo che un tempo pareva eterno. L’Unione Europea ha infatti raggiunto l’accordo, già paventato fra le varie parti, che prevede lo stop ai veicoli dotati di propulsori endotermici “tradizionali” nel 2035.

Ad annunciare il raggiungimento dell’accordo è stata la Repubblica Ceca, che attualmente ricopre la presidenza semestrale dell’Unione Europea, con un tweet postato nelle scorse ore; il Paese ha infatti rivelato il raggiungimento dell’intesa fra i negoziatori degli Stati Membri, del Parlamento Europeo e della Commissione in relazione all’obbligo che i costruttori automobilistici dovranno rispettare per ottenere una riduzione completa (pari al 100%) delle emissioni di CO2 nell’aria entro la metà del prossimo decennio, ovvero entro il 2035.

L’accordo sul bando ai motori endotermici, di natura politica, possiede al momento un carattere provvisorio in virtù del fatto che i regolamenti relativi al funzionamento stesso dell’Unione prevedono che ogni intesa raggiunta in accordo con i negoziati deve poi essere adottata formalmente anche dal Consiglio e dal Parlamento Europei. Una condizione che comunque non risulterà passibile di cambiamenti repentini viste anche le posizioni intraprese nei mesi scorsi in virtù dello stop ai motori endotermici.

Per lo stop ai motori endotermici la questione rimane del tutto simile a quanto già definito in passato

Va detto che l’accordo raggiunto sullo stop ai motori endotermici non prevede importanti differenze rispetto a quanto risultava già noto. Rimane l’obiettivo relativo alla riduzione di emissioni di CO2 pari al 55% per le nuove vetture entro il 2030, limite che scende al 50% nel caso dei furgoni, ovvero un taglio che raggiungerà il 100% entro il 2035 per tutte le tipologie di veicoli disponibili.

Rimane anche l’incentivo Zlev, fino al 2030, che prevede, nel caso in cui un costruttore soddisfa i parametri previsti per la vendita di veicoli capaci di zero o basse emissioni, ricompense con obiettivi che divengono meno severi con un benchmark che viene incrementato fino al 25% nel caso delle auto e fino al 17% nel caso dei furgoni.

L’accordo sullo stop ai motori endotermici ha previsto però una condizione piuttosto interessante. È stata infatti accettata la proposta dell’Europarlamento relativa ai carburanti definiti alternativi. Verrà infatti presentata una proposta utile alla registrazione dei veicoli che funzionano mediante carburanti “neutrali in tema di CO2, dopo il 2035 in conformità col diritto dell’UE”, si legge nella nota. Allo stesso tempo è stata anche introdotta una cosiddetta “clausola di revisione” che rappresenta una prima tappa intermedia da mettere a punto lungo il percorso che conduce al termine ultimo fissato appunto al 2035. I progressi del comparto saranno infatti valutati nel 2026; in quella data potrebbero essere rivisti i target, qualora richiesto, tenendo anche conto dell’avanzamento della tecnologia e così via.

Vengono previste alcune deroghe

Lo stop ai motori endotermici introduce però alcune deroghe che favoriscono i costruttori “di nicchia”, ovvero quelli che producono fino a 10.000 unità l’anno fino al 2035, a cominciare da Ferrari e Lamborghini. Verranno poi rafforzate alcune disposizioni, come nel caso del taglio del limite alle emissioni di crediti in favore dei costruttori per le “eco-innovazioni che riducono in modo verificabile le emissioni di CO2 su strada”. In questo modo, l’attuale soglia pari a 7 g/km all’anno, scende fino a 4 g/km dal 2030 al 2034. L’accordo ha previsto inoltre che la stessa Commissione Europea metta a punto lo sviluppo di una metodologia comune a tutti i Paesi dell’Unione per valutare il ciclo di vita delle emissioni di CO2 delle vetture e dei furgoni, così come in merito ai consumi già entro il 2025.

L’accordo è stato criticato dai costruttori dell’ACEA, ovvero l’associazione che li riunisce in Europa. Il presidente di ACEA, Oliver Zipse, ha ammesso che la decisione possiede sicuramente una “vasta portata” e può essere definita anche “senza precedenti”. Condizioni che renderanno l’Europa, la prima e unica regione al mondo “a diventare completamente elettrica”, ha proseguito Zipse: “non bisogna commettere errori, l’industria automobilistica europea è all’altezza della sfida di fornire auto e furgoni a emissioni zero, ma ora vogliano vedere le condizioni quadro essenziali per raggiungere questo obiettivo riflesse nelle politiche dell’UE”.

Appare ovvia quindi la richiesta in termini di energia rinnovabile effettivamente disponibile, così come quella relativa all’importanza della rete infrastrutturale di ricarica. Il bando ai motori endotermici mette in risalto anche i prezzi delle auto elettriche, tendenzialmente più elevati rispetto a quelli praticati per le vetture dotate di propulsori tradizionali; si vuole allora cercare di rendere queste vetture più vicine al mercato di massa, “con prezzi accessibili” ha richiesto ACEA.

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