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3 Ferrari V8 biturbo endotermiche per sognare al top | Video

Ecco alcune delle “rosse” più coinvolgenti dell’era moderna, fra quelle a scoppio ad 8 cilindri.

Ferrari 288 GTO
Foto Ferrari

 

Abbandonarsi alle emozioni con le Ferrari è molto facile, perché le auto del “cavallino rampante” sono grandi alleate dei migliori stati mentali e fisiologici. Ci sono alcuni modelli, però, che riescono meglio di altri nello scopo. Diverse le selezioni possibili, in virtù del ricco campionario di modelli prodotti dalla casa di Maranello in 75 anni di storia.

Qui abbiamo deciso di focalizzare l’attenzione sulle “rosse” biturbo e 100% endotermiche, scegliendo quelle a nostro avviso più adatte a far vibrare le corde sensoriali. Del gruppo fanno parte due modelli leggendari, autentiche icone del mito emiliano. Se lo gradite, seguiteci nel nostro viaggio alla loro scoperta.

Ferrari 488 Pista

È la versione estrema della 488 GTB ed ha un carattere ancora più coinvolgente. Questa “rossa” spinge più in alto l’asticella prestazionale della berlinetta ma, soprattutto, eleva la qualità dell’esperienza dinamica, conferendo ulteriori note di piacere di guida, specie fra i cordoli dei circuiti. Nel nome del modello, d’altronde, gli uomini di Maranello sono stati chiari sulla sua matrice.

La Ferrari 488 Pista mette a frutto l’esperienza maturata dai tecnici del “cavallino rampante” nel mondo delle corse. Lo fa senza tradire la missione stradale, perché resta comunque un’auto guidabile in modo coinvolgente e sicuro nelle normali arterie viarie. Volendo ci si può recare anche in centro, per andare a prendere un caffé con gli amici, anche se questa non è la sua missione principale. Lo dicono le cifre, oltre che l’aspetto.

Quest’ultimo è davvero muscolare. Nei volumi della sua carrozzeria si esalta ulteriormente la sportività della GTB, con un look da pista, degno delle gare GT. Certo, l’eleganza in parte ne risente, ma non in modo grave. Il design interpreta perfettamente il suo spirito vigoroso. Dicevamo dei numeri. Eccone alcuni.

Cifre al top

Questa “rossa” è spinta da un motore V8 biturbo da 3902 centimetri cubi, che eroga una potenza massima di 720 cavalli a 8000 giri al minuto. La coppia tocca il suo picco a 3000 giri al minuto, con 770 Nm. Valori straordinari, resi possibili da un’ingegneria ai più alti livelli. Da segnalare, fra mille finezze, la presenza delle bielle in titanio e di polmoni di aspirazione in fibra di carbonio.

Il travaso di tecnologia dalle 488 Challenge e 488 GTE si nota. Rispetto alla coupé di partenza cala il peso, che risulta di 90 chilogrammi più basso. La Ferrari 488 Pista scatta da 0 a 100 km/h in 2.85 secondi e da 0 a 200 km/h in 7.6 secondi. Cifre di grandissimo lignaggio, che raccontano solo in parte l’eccellenza del profilo dinamico del modello. La velocità massima si spinge nel territorio dei 340 km/h.

Come dissero gli uomini del “cavallino rampante” al momento della sua presentazione, questa “rossa” ha portato su un’auto stradale il più alto livello di transfer tecnologico dal mondo delle competizioni. Le emozioni sono al top, specie in pista, grazie anche all’efficienza dello studio aerodinamico, che ha prodotto risultati significativamente migliori rispetto alla già ottima base di partenza. Figlia della stirpe inaugurata dalla 360 Challenge Stradale e proseguita con la 430 Scuderia e con la 458 Speciale, la Ferrari 488 Pista è molto più incisiva delle altre, ma paga dazio in termini di sound, a causa delle due turbine. Le sue melodie restano comunque al top.

Ferrari GTO

Qui le pulsazioni del cuore degli appassionati si spingono a mille, perché siamo al cospetto di una delle “rosse” più amate di tutti i tempi. Non è iconica come la 250 GTO del 1962, ma fra le auto dell’era moderna guadagna un posto nell’Olimpo. Questa vettura è un sogno ad occhi aperti. Pochi fortunati, dalle possibilità economiche indubbiamente grandi, sono riusciti a metterne in garage uno dei 272 esemplari. A loro va la benevola invidia degli altri.

Il cantiere delle supercar si è aperto con lei. Senza la sua nascita non avremmo visto gioielli come le F40, F50, Enzo, LaFerrari. Doveroso amarla. Impossibile non farlo. Basta guardare i lineamenti della sua carrozzeria per farsi travolgere da un turbinio emotivo. La Ferrari GTO (nota impropriamente anche come 288 GTO) evoca in qualche modo l’impostazione stilistica della 308 GTB, ma le proporzioni sono diverse, come la presenza scenica, molto più muscolare.

Qui il cuore, a differenza che sull’altra, è disposto in senso longitudinale. Posando lo sguardo sui volumi di questo gioiello del “cavallino rampante” si resta senza fiato. Il merito è di Pininfarina. Non meno esaltante la scheda tecnica.

Propulsore da antologia

Alla spinta di questa “rossa” provvede un motore V8 biturbo da 2855 centimetri cubi di cilindrata, che profuma di corse. La potenza massima è di 400 cavalli a 7000 giri al minuto; la coppia è di 496 Nm a 3800 giri al minuto. Cifre di riferimento nel suo periodo storico. La vigorosa energia della Ferrari GTO si esprime su un peso a secco di soli 1160 chilogrammi. Roba da auto da gara.

Facile intuire il tenore delle performance, solo in parte illustrate dai numeri. L’accelerazione da 0 a 100 km/h viene messa in archivio in 4.9 secondi; il chilometro con partenza da fermo passa nel mondo dei ricordi dopo 21.7 secondi. Cifre incredibili per i suoi tempi. Notevole anche la velocità massima, pari a 305 km/h. Questa vettura ha portato all’esordio, nel listino commerciale, i materiali compositi, come il kevlar, presente sulla carrozzeria.

Notevole il quadro dinamico, che si offre con un piacere di guida inebriante. I collezionisti delle serie speciali di Maranello ne tessono le lodi. Le scariche di coppia sono un felice corredo di un pacchetto votato all’eccellenza. Con la Ferrari GTO si vivono sensazioni uniche, degne della nobile ascendenza. Oggi questa vettura è molto ricercata nell’universo collezionistico. Le sue quotazioni sono stellari. Nelle rare occasioni in cui un esemplare viene messo all’asta, c’è la fila per aggiudicarselo.

Ferrari F40

Questa è l’auto che più delle altre è entrata nel cuore degli appassionati e dei clienti del “cavallino rampante”, almeno con riferimento alle proposte dell’era moderna. Si tratta dell’ultima “rossa” uscita quando Enzo Ferrari era ancora tra noi: il suo testamento spirituale. Offre un carattere racing e una sportività senza compromessi.

La Ferrari F40 è stata svelata al pubblico nel 1987, ma la sua estetica è più attuale che mai. Per lei sembra che gli anni non passino. Nessuna supercar è contagiosa come questa “belva alata”. Nessun’altra auto dell’era moderna ha un fascino carismatico come il suo. Innamorarsene perdutamente è un fatto naturale, oltre che dovuto.

Qui si è al cospetto di una delle migliori espressioni dell’arte creativa della casa di Maranello. Pininfarina, nel disegnarne i tratti, è stato a dir poco sublime. Quando fece il suo sbarco in società, questa “rossa” lasciò tutti a bocca aperta. Lo stesso effetto che ancora oggi fa su chiunque la incontri per strada. In mezzo alle altre vetture sembra come Miss Universo mentre passeggia fra tante bambole gonfiabili. Nulla regge il paragone col suo fascino unico e sublime.

Un bolide da pista prestato alla strada

La Ferrari F40 ha una veste al 100% sportiva. Somiglia a un prototipo del Mondiale Marche, ma ha una grazia stilistica meravigliosa. Può anche sfilare, con nonchalance, sui red carpet dei concorsi d’eleganza più prestigiosi del pianeta. Nulla è fuori posto e tutto si esprime con impeccabile coerenza formale, nonostante l’accurata ricerca aerodinamica.

Sul piano dinamico la magia si ripete. L’assenza di elettronica rende tutto vivo e carnale su questa scultura del “cavallino rampante”, che è un vero vulcano in termini di emozioni e scariche di adrenalina. Come riferito in un’altra circostanza, il fatto che sia nata sotto un’unica regia (quella dell’ingegnere Nicola Materazzi), ha reso impeccabile il flusso di efficienza, potenza e leggerezza, in un quadro emotivo che inebria in tutte le dimensioni sensoriali.

Le indimenticabili scariche di coppia giungono da un motore V8 biturbo da 2.9 litri, che sviluppa 478 cavalli di potenza e 58.8 kgm di coppia massima, su 1100 chilogrammi di peso. Il chilometro con partenza da fermo viene bruciato in 21 secondi, la velocità si spinge oltre quota 324 km/h. Ai suoi tempi nessuno faceva meglio. Pure oggi queste cifre fanno impressione, ma bisogna salirci a bordo per capirle meglio, perché le emozioni non sono un fatto di ragioneria ed assumono i loro contorni migliori nell’esperienza concreta. In questo ambito la Ferrari F40 resta insuperabile, anche se le supercar moderne fanno molto meglio sul piano numerico.

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