La sola pronuncia del suo nome fa venire i brividi d’emozione agli appassionati, perché è la regina assoluta delle “rosse”. Nessun’altra vettura del “cavallino rampante” è diventata iconica come lei. In ogni angolo del mondo la Ferrari 250 GTO è oggetto di venerazione. Considerarla una semplice auto è riduttivo: questa è un’opera d’arte, una scultura dinamica destinata all’eternità. Basta guardarla per innamorarsene.
La sua carrozzeria, divinamente plasmata da Sergio Scaglietti, sembra il frutto del genio creativo di Michelangelo. I più prestigiosi musei del mondo farebbero a gara per esporne una in forma permanente. Oggi è una sessantenne, ma non ha perso un grammo del suo fascino. Anzi, è più amata che mai. Nelle aste internazionali raggiunge delle quotazioni stellari. Quando un esemplare passa di mano, escono fuori cifre degne di una manovra finanziaria statale.
La Ferrari 250 GTO è l’espressione di una cultura, di un’esperienza, di un savoir-faire unici e inimitabili. Il numero presente nella sigla sta ad indicare la cubatura unitaria di ciascuno dei 12 cilindri del suo motore da 3 litri. GTO sta per “Gran Turismo Omologata”: tre lettere speciali, che identificano un mito destinato all’eternità. Come dicono gli uomini del “cavallino rampante”, questa è “la vettura del passato che meglio sintetizza la filosofia Ferrari”.
Al suo progetto lavorarono personaggi di primissimo piano della galassia automobilistica: Giotto Bizzarrini, Mauro Forghieri (recentemente scomparso) e il già citato Sergio Scaglietti. Dal loro impegno è nato uno dei più grandi capolavori di tutti i tempi, la cui portata travalica quella dell’universo a quattro ruote. Pensata per le corse, questa creatura si concede alla vista con uno stile da top model. Nei concorsi d’eleganza più celebri del pianeta mette sempre in difficoltà le auto nate espressamente con la missione della bellezza. Miracoli che solo dalle parti di Maranello sanno fare.
Anche se nata sulla base della 250 GT Berlinetta passo corto (SWB), la 250 GTO ha un look completamente diverso. Il cofano anteriore più basso e profilato deriva dall’arretramento del motore e dai più accurati studi aerodinamici. Qui il V12, progettato da Gioachino Colombo e di derivazione Testa Rossa, eroga una potenza massima nell’ordine dei 300 cavalli, per una velocità di circa 290 km/h. La forza vulcanica di questo cuore viene scaricata a terra con l’ausilio di un cambio a 5 rapporti sincronizzati. Ai quattro potenti dischi il compito di smorzarne la corsa.
Le note effuse nell’aria dal gioco delle sue alchimie meccaniche è sublime. Non esiste colonna sonora più piacevole. Incredibili le sue performance. Nei primi test condotti a Monza col prototipo del 1961, la Ferrari 250 GTO segnò dei tempi addirittura migliori di quelli delle monoposto di Formula 1. La cartina di tornasole delle sue doti, che la fecero brillare in pista e su strada, con un palmares da prima della classe. Ricordiamo che la 250 GTO è l’essenza del mito Ferrari, la sintesi del suo spirito. La bellezza conturbante del modello si lega ad un palmares di altissimo livello, sintetizzato da tre titoli mondiali raccolti tra il 1962 e il 1964. Questo, insieme alla rarità del modello, ne fa una regina delle aste internazionali.