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Le 3 Ferrari V8 scoperte a motore anteriore: sogni a cielo aperto

Non solo le classiche “rosse” da poster, ma hanno un fascino particolare, che le rende molto appetibili.

Ferrari Portofino
Foto Ferrari

La Ferrari ha una ricca tradizione di auto scoperte, che hanno fatto sognare milioni di persone, in ogni angolo del mondo. Il mito del “cavallino rampante” è partito con le barchette (tale era la 125 S) e si è nutrito anche del fascino di modelli targa e spider, la cui magia si esprime al meglio nell’esperienza en plein air.

Qui abbiamo deciso di concentrare la nostra attenzione sulle coupé-cabriolet del “cavallino rampante”, nate nell’era moderna e dotate di un motore V8, disposto in posizione anteriore. Queste “rosse” non sono le più sportive della gamma, ma sono fra le più adatte per vivere in modo romantico le emozioni del mito di Maranello. Seguiteci nel viaggio alla loro scoperta.

Ferrari California

Porta un nome importante della tradizione, ma è impossibile paragonarla alla vettura del 1957. Troppo diversi il fascino e il prestigio. La Ferrari California del 2008 è comunque una bella auto, che interpreta in chiave moderna il gusto della “Dolce Vita”.

Pininfarina, nel definirne le linee, ha fatto un buon lavoro, anche se lo specchio di coda risulta pesante, per la necessità di accogliere il tetto retrattile di questa coupé-cabriolet. Va molto meglio nel frontale e nel profilo laterale, che risultano senza pecche. Il risultato degli sforzi creativi è una vettura dal look credibile, tanto in configurazione chiusa quanto in configurazione aperta.

Prima “rossa” con capote in metallo (scomponibile e ripiegabile), la Ferrari California cerca di sottolineare in alcuni dettagli stilistici la parentela con la leggendaria antesignana. A differenza di altre auto del “cavallino rampante”, si presta all’uso quotidiano, per la sua versatilità. La clientela sembra aver apprezzato la formula, alla luce dei risultati di mercato. Con lei, si sono avvicinati al marchio emiliano acquirenti che non avevano mai avuto una creatura di Maranello in garage.

L’impostazione più “morbida” del modello, non va ad incidere sulla tela emotiva, degna della tradizione. Il manettino, del resto, è lì per conferirle un carattere aggressivo quando serve. Questa 2+2 gode della spinta di un motore V8 da 4.296 centimetri cubi, disposto in posizione anteriore, che eroga una potenza massima di 460 cavalli a 7.500 giri al minuto. Per scaricarli a terra, il pilota si giova del supporto di un cambio doppia frizione a 7 rapporti. Di ottima tempra le performance, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 3.9 secondi e una velocità massima di 310 km/h.

Nel 2012 è giunta la Ferrari California 30, evoluzione del modello iniziale. Il codice numerico sta ad indicare l’incremento nella potenza massima, cresciuta a 490 cavalli, e i 30 chilogrammi risparmiati alla bilancia, grazie agli interventi eseguiti sul telaio. Lo scatto da 0 a 100 km/h viene bruciato con un decimo di vantaggio, mentre la velocità massima cresce di 2 km/h. Ciò che migliora di più è però il comportamento stradale. Anche il piacere di guida ne trae giovamento.

Ferrari California T

Questa vettura ha aggiornato la California, nel 2014, quando ha fatto il suo debutto al Salone dell’Auto di Ginevra. La revisione stilistica del modello di partenza, curata dal Centro Stile Ferrari in collaborazione con Pininfarina, ha fatto centro, in tutte le dimensioni espressive. Nella nuova veste, infatti, l’auto risulta molto riuscita a 360 gradi.

Il maggiore salto in avanti, sul piano del design, è stato messo a segno nel posteriore, che ora recupera una maggiore leggerezza espressiva. Cresce la sua fluidità. Anche l’armonia dialettica ne trae vantaggio. Il risultato è un’opera ben calibrata in tutti gli aspetti estetici, che supera le “carenze” della precedente versione.

La Ferrari California T rinnova anche lo spirito della coupé-cabriolet di Maranello, proiettandosi verso una dimensione diversa. Nuovi gli interni, più intonati ai bisogni del tempo. Completamente rivista anche la meccanica. Un chiaro indizio viene dalla lettera finale aggiunta alla sigla, che sta per “Turbo”. In questo step evolutivo, infatti, il modello è spinto da un cuore sovralimentato.

Il sound ne risente leggermente, rispetto al V8 aspirato usato in precedenza, ma il profilo prestazionale vola più in alto. Nella rinnovata veste, l’otto cilindri della California scende a 3.855 centimetri cubi di cilindrata, ma l’innesto delle due turbine spinge la potenza massima a quota 560 cavalli, ben 70 in più rispetto a prima. Il quadro dinamico migliora in modo significativo, anche sul piano numerico.

Qui l’accelerazione da 0 a 100 km/h viene liquidata in 3.6 secondi, mentre la punta velocistica si spinge nel territorio dei 316 km/h. Per definire il progetto, gli uomini del “cavallino rampante” hanno fatto appello al loro know-how racing, maturato in anni di corse e Formula 1. Sulla Ferrari California T si è intervenuto in modo importante anche sull’assetto, sullo sterzo e sul sistema frenante.

L’auto sembra più efficace e coerente, in questa nuova veste, che affina il prodotto iniziale, portandolo verso nuovi lidi qualitativi. Notevole il piacere di guida regalato dall’auto, specie nelle posizioni più permissive del manettino. Il turbo-lag, ridotto ai minimi termini, sembra quasi inesistente e non inficia l’esperienza dinamica.

Ferrari Portofino

Nata per sostituire la California T, questa vettura ne ripete lo schema di coupé-cabriolet. Il suo debutto in società avvenne nel 2017, quindi in tempi piuttosto recenti. Lo stile porta la firma di Flavio Manzoni ed è molto riuscito, specie nella vista anteriore. Splendido anche il profilo laterale, mentre il posteriore risulta un po’ sottotono rispetto al resto. La stessa cosa che succedeva per la gran turismo di cui ha preso il posto.

Nel nome del modello c’è l’omaggio all’omonima località ligure, cui è legata dallo spirito glamour. La Ferrari Portofino, a differenza della progenitrice, sfoggia una carrozzeria a due volumi, che la rende più slanciata dell’altra. Notevole l’esecuzione grafica e costruttiva dell’abitacolo, dove si registra una calibrata miscela di tradizione e innovazione, nel segno del lusso. Gli spazi abitabili sono cresciuti rispetto a prima.

L’energia dinamica giunge da un motore V8 biturbo da 3855 centimetri cubi di cilindrata, in grado di sviluppare una potenza massima di 600 cavalli a 7500 giri al minuto. Una cifra di 40 unità più alta di quella della California T. Rispetto a questa, il turbo-lag è stato ulteriormente ridotto. L’accelerazione da 0 a 100 km/h viene liquidata in soli 3.5 secondi. Vola a quota 320 km/h la velocità massima.

Molto gratificanti le dinamiche di guida, sia quando impostate sul comfort che quanto votate alle performance. Il telaio, alleggerito e irrobustito, concorre in modo importante alla qualità del suo handling. Ottimo l’apporto delle sospensioni magnetoreologiche e del differenziale elettronico E-Diff 3. La Ferrari Portofino è un’auto versatile, che regala la possibilità di godere delle sue emozioni sia in versione chiusa che aperta. In essa l’eleganza si coniuga felicemente alla sportività.

Nel 2020 è giunto un aggiornamento, con l’arrivo della Portofino M, in cui la lettera finale sta per Modificata. In questo nuovo step ha guadagnato un’estetica ancora più riuscita e nuovi traguardi tecnici. Il rinnovato gruppo motopropulsore è stato portato a 620 cavalli di potenza massima. L’energia giunge alle ruote posteriori con un nuovissimo cambio Getrag a 8 rapporti. Così il passaggio da 0 a 200 km/h scende di un secondo, fermandosi a quota 9.8 secondi. Cinque, adesso, le posizioni del manettino.

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