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Lancia Rally 037: 40 anni per l’iconica vettura torinese

Otto lustri sono passati dal suo debutto, ma nel cuore degli sportivi è sempre ben presente.

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Foto FCA Heritage

La Lancia Rally 037 fu presentata nel 1982, al Salone dell’Auto di Torino. Oggi è una quarantenne molto amata. Gli appassionati, quando ne vedono una, sgranano gli occhi. Questa vettura nacque per partecipare al campionato mondiale rally. Base di lavoro fu la Beta Montecarlo. L’obiettivo dei tecnici era quello di mettere in riga le concorrenti a trazione integrale, con un bolide la cui energia si scaricava sulle sole ruote posteriori.

Il modello stradale prese forma in 200 esemplari: il quantitativo richiesto per l’omologazione della vettura da gara, destinata ad affrontare le insidie del Gruppo B. Per il telaio si ricorse a una struttura mista: monoscocca e tubolare. Qui è ancorata una carrozzeria in poliestere, con rinforzi in vetroresina. Il suo stile porta la firma di Pininfarina, grande maestro della scienza della bellezza, ma in questo caso gli aspetti funzionali hanno dominato la scena.

Lancia Rally 037: energia vigorosa

La spinta è affidata a un motore a quattro cilindri con 16 valvole, da 2 litri di cilindrata, rinvigorito da un compressore a lobi denominato “Volumex“. Una soluzione scelta dall’ingegnere Lampredi per la sua grande prontezza ai bassi regimi.

La Lancia Rally 037, nella versione stradale, erogava 205 cavalli di potenza massima, a 7000 giri al minuto, su 1170 chilogrammi di peso, per uno scatto da 0 a 100 km/h in meno di 7 secondi. La punta velocistica si spingeva oltre quota 220 km/h. Nella versione da gara, il peso a vuoto scendeva a 960 chilogrammi, mentre la potenza cresceva a 260 cavalli. Gli step successivi fecero fare un ulteriore salto di qualità, consentendo all’auto di raggiungere, a fine avventura agonistica, nel 1985, la bellezza di 350 cavalli. Diversi gli affinamenti in chiave racing.

Questo gioiello da gara del marchio torinese vinse numerose sfide, aggiudicandosi il mondiale rally 1983, categoria costruttori. Uno degli elementi più caratteristici del suo look è il marcato labbro posteriore: un mega spoiler di natura aerodinamica, nato per garantire una buona deportanza. L’energia era vigorosa e si giovava di uno chassis robusto, anche se estremamente semplice, come è giusto che sia per un bolide da corsa. Il potenziale dell’auto si esprimeva al meglio sulle strade asfaltate, mentre in altri contesti la sola trazione posteriore faticava ad assecondarne le dinamiche.

Fonte | FCA Heritage

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