Una Ferrari Testarossa, visibilmente modificata, è stata la protagonista di un incidente in Svizzera. Per fortuna nessuno si è fatto male. L’auto sportiva del “cavallino rampante” stava affrontando le insidie della Michaelskreuzrennen, una prova in salita che va in scena su strade non lontane da Lucerna.
Il conducente della creatura emiliana ha fatto delle valutazioni sbagliate sulla curva che si apriva al suo orizzonte, perdendo il controllo dell’auto e finendo contro il muretto laterale di protezione. Cospicui i danni alla supercar di Maranello, il cui frontale risulta gravemente ferito. Pare che la stessa vettura, il giorno prima, avesse già subito un contatto, anche se decisamente più lieve.
Il proprietario della Ferrari Testarossa dovrà mettere mano al portafogli, staccando un assegno di notevole importo per ripristinare lo stato di forma ottimale della sua vettura. Probabilmente dovrà lavorare anche per recuperare fiducia in se stesso, dopo il duro colpo inferto al suo ego. L’importante è che non ci siano stati morti o feriti. Al resto c’è rimedio.
Come evidenziano i colleghi di Carscoops, l’incidente immortalato dal video mostra quanto sia rischioso guidare una classica in un evento motoristico. Tutto può succedere e la posta in gioco è più alta per i veicoli “anziani”, che hanno un valore storico e collezionistico da salvaguardare.
Come anticipato, l’esemplare protagonista del crash non è in configurazione standard. Il sound non è quello “base”: ciò lascia immaginare qualche intervento di tuning motoristico o sugli scarichi. Anche l’estetica è diversa da quella originale, soprattutto in virtù della presenza del vistoso alettone posteriore, che sporca la purezza delle linee. I cerchi sono sulla stessa lunghezza d’onda e peggiorano la tela stilistica rispetto a quelli di serie.
Tutto ciò, però, passa in secondo piano quando c’è di mezzo l’ansia che genera un incidente. Dispiace, vedendo un altro filmato messo in rete su Instagram, che un tizio del pubblico si sia messo ad applaudire sarcasticamente poco dopo il contatto, senza neppure sapere se qualcuno si fosse fatto male. Evidentemente non tutti abbiamo la stessa sensibilità. In questo mondo, purtroppo, c’è chi ride sulle disgrazie altrui. Preferisco spendere qualche parola in più sull’auto, evitando di soffermarmi su questi biasimabili atteggiamenti.
La Ferrari Testarossa fu svelata al pubblico nel 1984. Sin dalla prima uscita, entrò nel cuore di tutti, per il suo fascino stellare. Pininfarina ha disegnato per lei una carrozzeria da sogno, che incanta gli osservatori. Lo specchio di coda e la vista di 3/4 posteriore sono da antologia. Ancora oggi è quasi impossibile trovare qualcosa che regga il paragone con lei.
Negli anni ottanta era, insieme alla F40, l’auto da poster per antonomasia. Tutti ne volevano una e le liste d’attesa si facevano lunghe. Impossibile non innamorarsi delle sue forme e del suo valore culturale. Questa sportiva era anche uno status symbol, perché dell’acquirente raccontava non solo le possibilità economiche, indubbiamente grandi, ma anche un certo modo di intendere la vita e di approcciarsi alle emozioni.
Se l’estetica era al top, anche il motore si poneva sulla stessa lunghezza d’onda. Il compito della spinta, sulla Ferrari Testarossa, era infatti affidato a un 12 cilindri da 5 litri di cilindrata, che erogava 390 cavalli di potenza massima, per una velocità di oltre 290 km/h. Cifre abbastanza comuni ai nostri giorni, ma in quegli anni poche auto reggevano il paragone. Ancora oggi, le emozioni che regala questa granturismo del “cavallino rampante” sono speciali e inarrivabili per buona parte delle sportive moderne, meno coinvolgenti sul piano sensoriale, anche se certamente più sicure.