La Ferrari F40 è un mito a quattro ruote, su scala universale. Questa è la supercar più esaltante di tutti i tempi. Nei suoi confronti gli appassionati hanno una sincera venerazione. Impossibile non farsi travolgere dal suo fascino stellare. Oggi possiamo viverne la magia in un video strepitoso, messo in rete da Project1. Quante emozioni con questo mostro dell’era analogica!
Teatro delle riprese sono state le strade di Mont Tremblant e dintorni, nel Quebec. Il risultato? Un’esperienza incredibile, che rende bene l’idea di cosa significhi relazionarsi con l’auto più coinvolgente dell’era moderna. Un mito assoluto, il cui carisma è inarrivabile, fatti salvi gioielli storici come la 250 GTO, la 330 P4 e pochissimi altri.
La Ferrari F40 vide la luce nel 1987. Nel corso della presentazione ufficiale, al centro civico di Maranello, Enzo Ferrari si lasciò andare ad un commento che palesava il suo amore per il modello. Il Commendatore, solitamente molto abbottonato sul piano emotivo, non si era accorto che il microfono era stato lasciato inavvertitamente aperto. Così il suo debole per l’opera celebrativa degli otto lustri del “cavallino rampante” venne a galla.
Non era necessario il disguido per capirlo: la cosa era sottintesa. Questa “rossa” alata fu l’ultima vettura col suo marchio che vide uscire prima del congedo dal mondo terreno. Per l’eccellenza del pacchetto può essere considerata, a tutti gli effetti, il suo testamento spirituale, la linea guida per il cammino futuro del marchio emiliano.
Look adrenalinico
Nel definirne le forme, Pininfarina ebbe una sorta di ispirazione divina. Solo così è possibile spiegare il fascino ultraterreno dei tratti espressivi di questo capolavoro automobilistico. La carrozzeria della Ferrari F40 è ammaliante. Non esiste nessuna creatura umana che possa competere con lei in termini di richiamo ormonale.
Aggressiva e spaziale, sembra uscita oggi, ma il suo vernissage risale al 1997. Le “rosse” contemporanee danno l’impressione di essere più vecchie rispetto a lei. Il carisma e l’armonia espressiva, inoltre, non sono nemmeno lontanamente paragonabili. Figuriamoci lo stacco accusato dalle auto firmate da altre case automobilistiche.
Qui siamo al cospetto di un capolavoro assoluto, che meriterebbe un posto centrale nei musei d’arte più importanti del pianeta. Il frontale, basso e spiovente, sembra quello di un prototipo scappato dalla pista di Le Mans. Il profilo laterale evoca l’idea dei jet militari. Lo specchio di coda è marziano. Da qualsiasi prospettiva d’osservazione questa creatura del “cavallino rampante” entra nel cuore dalla porta principale, per fissarsi al suo interno in forma permanente.
Quando è in strada, insieme agli altri veicoli, questi ultimi sembrano dei banali elettrodomestici al suo cospetto. Lei è come Miss Universo in mezzo a tante befane. Nessuna creatura a quattro ruote degli ultimi 50 anni può reggere il paragone con questa “rossa”. Anche il resto del pacchetto si pone al top.
Ferrari F40: l’icona delle supercar
Uno dei suoi punti di forza è l’armonia progettuale, frutto di un’unica mente pensante: quella dell’ingegnere Nicola Materazzi, recentemente scomparso. L’approccio è stato olistico, con una visione di fondo ben chiara, interpretata in modo fluido e senza soluzioni di continuità, sotto una sola regia. Il risultato ha premiato questa linea di condotta.
Sublime il motore: un V8 biturbo da 2.9 litri di cilindrata, con 478 cavalli all’attivo. Cifra pazzesca per i suoi tempi. Pure oggi, che si raggiungono valori considerevolmente più alti, l’energia sprigionata dalla Ferrari F40 continua a fare impressione, come la rabbia con cui scarica a terra la sua forza vulcanica. Sì, ai nostri giorni molte auto riescono a coprire il chilometro con partenza da fermo in meno dei suoi 21 secondi, ma il coinvolgimento sensoriale non è lo stesso.
Qui stiamo parlando di una supercar da antologia, che mette soggezione ma che stampa un sorriso a 36 denti sul volto di chi la vive e di chi la incontra. Con lei ogni corda sensoriale vibra. Non accade la stessa cosa con le vetture sportive moderne, fatto salvo qualche modello, specie se col “cavallino rampante” sul cofano. Erede della GTO del 1984, la Ferrari F40 ha dato continuità ad una specie nelle cui file sono poi entrate la F50, la Enzo e LaFerrari. Insomma, il top di gamma. Per lei si fece un esteso uso dei materiali compositi, con riflessi positivi sul peso, pari a soli 1100 chilogrammi. All’ottenimento di questo dato concorse l’allestimento scarno dell’abitacolo, tipico dei bolidi da gara. Ora, però, la parola passa al video. Buona visione!
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