Le vittime di incidente stradale degli ultimi tempi spingono a porsi alcuni interrogativi circa l’opportunità o meno di adottare degli accorgimenti. Questo anche perché spesso la tragedia si sarebbe potuta evitare, qualora i conducenti avessero evitato di mettersi al volante sotto effetto di alcool o di sostanze stupefacenti. I dati raccolti da Dekra sulla sicurezza stradale in Italia invitano a una riflessione. Ed è quanto esorta a fare pure il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.
Incidente stradale mortale: la proposta di Salvini per contrastare il numero di ubriachi e drogati al volante
Presente all’incontro, il numero uno della Lega ha analizzato le drammatiche stime, non usando mezzi termini. Chi decide di guidare ubriaco o drogato deve capire che è un potenziale assassino, ha esordito. Ergo, serve procedere con il ritiro della patente a vita. Il pensiero è condiviso dalle numerose associazioni di categoria delle vittime della strada, che battono parecchio sul punto, nella speranza di un cambiamento della normativa vigente.
Il cosiddetto ergastolo della patente è una possibilità avanzata da oltre un decennio. Già nel 2010 tennero, infatti, banco le discussioni a riguardo, che furono fini a sé stesse. Il proposito è di dissuadere gli individui con una grave alterazione psicofisica di prendere in mano un veicolo. Quanti siano gli effettivi trasgressori non è dato stabilirlo, poiché il numero di verifiche delle Forze dell’Ordine risulta troppo limitato.
Salvini non ha fornito ulteriori indicazioni in merito all’eventuale manovra, ma proviamo a ricapitolare cosa indica il legislatore nazionale. Il limite di alcool nel sangue è pari a 1,5 grammi. Laddove un soggetto con valori superiori a tale soglia si renda protagonista di un incidente stradale mortale andrebbe incontro al ritiro a vita della patente. L’espressione “ubriaco fradicio” del ministro lascia ipotizzare che soltanto nei casi peggiori verrebbe adottato il massimo provvedimento. Dunque, le due categorie precedenti – 0,5-0,8 g/l e 0,8-1,5 g/l – non andrebbero incontro allo stesso destino. Resta da stabilire quale approccio verrebbe applicato ai neopatentati, sicché attualmente è in vigore una tolleranza zero.
Dalla semplice apertura a un vero cambiamento del Codice della Strada il passo è lungo. Resta da scoprire se ci saranno dei risvolti concreti o meno, a seguito delle dichiarazioni.