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Le 3 Ferrari alate che hanno spinto avanti il mito

Hanno un grosso alettone dietro e questa appendice aerodinamica caratterizza fortemente il loro stile. Ecco alcune Ferrari speciali dell’era moderna.

Ferrari F40
Foto di Lienhard-Racing-Photo da Pixabay

A partire dagli anni Ottanta, Ferrari ha offerto agli appassionati delle auto alate di grande fascino. Talvolta bellissime, come nel caso delle F40 ed F50; talvolta orientate esclusivamente all’efficienza, come nel caso della GTO Evoluzione, che non ha trovato spazio nel listino aziendale. Ad accomunarle, oltre allo spirito di frontiera, ci pensa il vistoso alettone posteriore, che ne caratterizza fortemente lo stile. Oggi vogliamo passare in rassegna queste vetture, che hanno scritto momenti importanti nel processo evolutivo dei prodotti del “cavallino rampante”. Sono dei missili ruotati. In due casi, poi, si ha a che fare con autentiche leggende a quattro ruote. Una delle tre è entrata nel novero delle “rosse” più iconiche di sempre. Se lo gradite, iniziate insieme a noi il viaggio alla loro scoperta.

Ferrari GTO Evoluzione

In un certo senso, questa è la madre della F40. Certo, il suo stile è più rude, ma anche esteticamente qualche nesso si coglie. Le Ferrari 288 GTO Evoluzione prese forma nel 1985, con l’obiettivo di competere nel Gruppo B. In totale ne vennero realizzati 5 esemplari. Sarebbero stati molti di più se quel raggruppamento sportivo non fosse stato soppresso per motivi di sicurezza, dopo il drammatico incidente occorso Henri Toivonen e Sergio Cresto, su Lancia Delta S4, al Tour de Corse del 1986. Così la sportiva di Maranello, pensata per le gare endurance e non per i rally, fu utilizzata come prototipo di studio, da cui giunsero elementi utili per la progettazione e lo sviluppo della già citata F40.

Il taglio stilistico è decisamente racing. Dietro spicca il grande alettone, messo lì per ottenere un adeguato carico deportante. L’ampio uso di materiali leggeri portò alla riduzione del peso letto alla bilancia, pari a soli 940 chilogrammi. Il motore era quello della GTO “standard”, ma potenziato. Qui il V8 biturbo da 2855 centimetri cubi sviluppava 650 cavalli, contro i 400 della berlinetta di serie. Il risultato fu reso possibile dall’uso di turbocompressori più grandi, nuovi pistoni ed altri aggiornamenti meccanici. Facile intuire la tempra prestazionale. Si parla di una velocità massima nell’ordine dei 360 km/h, ma nessuno si è cimentato a quell’andatura. La cifra nasce da stime, solitamente molto accurate, eseguite dagli uomini di Maranello. L’allestimento della Ferrari GTO Evoluzione fu curato da Michelotto.

Ferrari F40

Chapeau alla Regina! Lei è la “rossa” più entusiasmante dell’era moderna ed una delle più iconiche e carismatiche di tutti i tempi. Quando si parla di Ferrari F40 l’apparato sensoriale viene bombardato da scariche emotive di sublime intensità. Unico e irripetibile il fascino di questa vettura, che ha fatto innamorare perdutamente milioni di persone, a tutte le latitudini e in tutte le fasce d’età. Basta guardare una qualsiasi immagine per capirne le ragioni. Dal vivo, poi, è uno spettacolo stellare. Qualcosa di pazzesco. Incredibile il fascino delle sue linee, che miscelano meglio di qualsiasi altra l’eleganza alla sportività, davvero estrema. Sembra un prototipo da corsa, pronto ad entrare in pista a Le Mans, ma può sfilare a testa alta nei più importanti concorsi di bellezza del pianeta, dove non teme confronti in termini di fascino e forza seduttiva.

L’arrivo in società della Ferrari F40 avvenne nel 1987, per celebrare gli otto lustri di vita della casa del “cavallino rampante”. Quando al centro civico di Maranello venne sollevato il velo che ne celava le forme, i presenti rimasero a bocca aperta. Non si era mai vista una creatura simile. Anche Enzo Ferrari se ne innamorò. Fu l’ultima auto a nascere con il Commendatore ancora in vita. Una sorta di suo testamento spirituale. Incredibile anche la meccanica, a partire dal motore V8 biturbo da 2.9 litri, con i suoi 478 cavalli, scaricati a terra con grinta sconosciuta alle auto moderne, pur se più prestazionali. Ogni colpo sul gas si traduce in scariche di adrenalina di straordinaria intensità. Sublime il rapporto intellettivo che si instaura col pilota, grazie all’armonia delle variabili conferita al progetto dal suo unico regista: l’ingegnere Nicola Materazzi. La Ferrari F40 è un capolavoro, in tutte le dimensioni. Questa supercar è in cima ai sogni di ogni appassionato.

Ferrari F50

Lei è la “rossa” alata più recente. Dopo il suo congedo si è fatto ricorso ad appendici attive, meno appariscenti ma anche meno corsaiole e carismatiche. La Ferrari F50 giunse sul mercato nel 1995. Nel suo nome c’è l’omaggio al mezzo secolo di vita della casa di Maranello, anche se celebrato con due anni d’anticipo. Erede della mitica F40, questa “rossa” ha portato il V12 tra le serie speciali top di gamma lanciate dalla GTO del 1984. Si tratta di una spider con tetto rigido asportabile. Fantastica in configurazione coupé, diventa qualcosa di spaziale nella veste scoperta, che le conferisce un’immagine da prototipo da gara, ma di grandissima eleganza. In totale questa vettura ha preso forma in 349 esemplari, destinati ai clienti più affezionati del marchio.

Fu di Piero Ferrari l’idea di produrre una sorta di Formula 1 stradale. I tecnici diedero seguito al suo sogno, in modo sopraffino. La F50 è l’auto di “serie” più simile alle monoposto da Gran Premio. Il suo motore a 12 cilindri deriva da quello della 640 F1, anche se la cilindrata è stata portata a 4.7 litri, per garantire l’elasticità di marcia e l’affidabilità che serve su un modello destinato alle normali arterie viarie. La potenza massima tocca i 520 cavalli, per 325 km/h di punta velocistica e un’accelerazione da 0 a 100 metri in 21.7 secondi. Il telaio è di tipo monoscocca in fibra di carbonio, con gruppo motore-cambio a funzione portante, come sui bolidi del Circus, da cui discende anche la scelta delle sospensioni push-rod. Cristalline le sue dinamiche, con un rapporto comunicativo unico fra auto e pilota. Questo rende la F50 una delle “rosse” più amate di sempre dai collezionisti. Incredibile la sua finezza caratteriale, che però ha pagato dazio al carattere esuberante della F40.

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