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La Ferrari F40 di Toto Wolff è in vendita

Auto come la Ferrari F40 sono in cima ai sogni di tutti, ma Toto Wolff ha deciso di disfarsi della sua, per ragioni aziendali.

Ferrari F40
Foto Ferrari

Toto Wolff mette in vendita la sua Ferrari F40 del 1990. Questa vettura faceva parte della sua collezione di supercar, insieme alla Enzo e alla Ferrari LaFerrari Aperta che ha recentemente ceduto. Si riduce, così, la raccolta di gioielli del “cavallino rampante” che il team principal della Mercedes in Formula 1 custodiva in garage. L’esemplare appartiene allo stock di 27 pezzi consegnati nuovi in Spagna. Dispone del certificato “Red Book” di Ferrari Classiche, a conferma della sua grande originalità. In tempi recenti questa “rossa” è stata sottoposta a una revisione completa da parte degli esperti dell’Autofficina Bonini Carlo S.r.l., a Cadelbosco di Sotto, in provincia di Reggio Emilia.

Per anni Toto Wolff ha collezionato auto di Maranello, che non poteva usare in pubblico per i vincoli contrattuali con la casa della “stella”. Per il futuro si è imposto di guidare solo Mercedes EQ. Il direttore esecutivo del team Mercedes-AMG Petronas F1 si è così vincolato ad un’altra tipologia di prodotti, anche se il suo cuore batte in direzione diversa. Forse il manager ed ex pilota austriaco ha dovuto farlo per doveri aziendali, ma conta il fatto storico: la sua collezione di “rosse” costruita nel tempo si sta azzerando. Dopo la Enzo e LaFerrari Aperta, è ora il turno della Ferrari F40, messa in vendita dal dealer britannico Tom Hartley Junior.

L’auto ha percorso solo 5.500 chilometri. Superfluo dire che versa in condizioni impeccabili. Del resto, non è un mistero il perfezionismo di Toto Wolff, sempre molto esigente verso sé stesso e verso gli altri. Adesso per chi cerca un esemplare a regola d’arte di questa meravigliosa opera del “cavallino rampante” si apre un’imperdibile opportunità. L’auto in vendita è infatti pari al nuovo. E poi la sua storia si lega a un personaggio importante del motorsport. Questo può dare una marcia in più alle quotazioni, già di suo molto alte, del modello. Se vincessi al Superenalotto non ci penserei un secondo, ma la Dea Bendata non conosce il mio indirizzo. Il prezzo è su richiesta. Nessun dubbio sul fatto che sarà milionario.

Negli ultimi tempi le quotazioni delle Ferrari F40 sono ulteriormente salite. Del resto stiamo parlando della supercar più iconica di tutti i tempi. Anche se sono sono stati realizzati molti più esemplari del previsto, questo non incide più di tanto sul suo valore, ormai in costante crescita. Tutti vorrebbero possedere una vettura del genere, ma il privilegio è per pochi eletti. Per loro la possibilità di tuffarsi quotidianamente nell’essenza del mito del “cavallino rampante”.

Impossibile resistere al fascino ormonale di questa creatura. Le sue forme, tracciate da Pininfarina, sono di uno splendore unico. Qui l’aggressività corsaiola si miscela ad un’armonia dialettica sublime. La Ferrari F40 sembra un prototipo destinato alle gare endurance, ma può sfilare nelle vie della Dolce Vita, guadagnando il cuore degli esteti, dei buongustai e dei più severi critici d’arte, oltre che dei comuni mortali come me. Ovunque e in ogni contesto è lei la regina. In sua presenza, tutto il resto delle opere umane sparisce, a meno che non ci siano in giro una 250 GTO o una 330 P4.

Se lo splendore estetico è un fatto conclamato, non meno incisivo è il fascino del suo motore V8 biturbo da 2.9 litri di cilindrata, che eroga 478 cavalli di razza. Le scariche di coppia regalate da questa scultura meccanica sono entrate nella leggenda ed anche le auto più prestazionali dell’era moderna non sono in grado di replicarle, pur se molto più potenti e veloci. Il merito è della sua natura genuina e vulcanica, fonte di costante euforia per l’apparato emotivo. A fare il resto ci pensano l’equilibrio del telaio e il peso a secco di soli 1100 chilogrammi. L’ingegnere Nicola Materazzi, unico regista di questo capolavoro, avrebbe meritato un Premio Nobel ad hoc. Enzo Ferrari amava la F40, ultima auto nata quando lui era ancora in vita. Si può considerare il suo testamento spirituale. Toto Wolff, vendendo il suo esemplare, si sta privando di una Gioconda. Peccato per lui!

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