La Fiat Uno fu lanciata il 19 gennaio 1983, quindi ha appena festeggiato il suo quarantesimo compleanno. Questa utilitaria ebbe un grandissimo successo commerciale, testimoniato dai quasi 10 milioni di esemplari venduti nel corso del tempo. La Uno guadagnò il premio Auto dell’Anno nel 1984. Grande la qualità del lavoro stilistico compiuto da Giorgetto Giugiaro, cui si deve la bellezza delle sue forme. Al momento del debutto segnò un progresso in termini di modernità sul piano del design, rispetto alle proposte precedenti e ai modelli della concorrenza.
La vettura inizialmente era stata pensata per il marchio Lancia, ma diverse circostanze fecero migrare il progetto verso un altro lido: da erede dell’A112 divenne erede della 127. La prima serie (1983-1989) fu la più riuscita sul piano estetico, perché aveva un maggiore equilibrio formale. Non è una novità: i restyling, infatti, peggiorano spesso l’armonia espressiva dei modelli di partenza.
Per il debutto in società della Fiat Uno fu scelta la base spaziale di Cape Canaveral, negli Stati Uniti, forse anche per evidenziare la proiezione verso il futuro del suo concept. Buona la scorrevolezza aerodinamica, testimoniata da un Cx di 0,33. Anche se esteticamente la versione più bella era quella a 3 porte, grande fu il successo di quella a 5 porte, sicuramente più pratica e funzionale.
La gamma propulsiva
Inizialmente la vettura della casa torinese era disponibile con motori da 903 cm³, 1116 cm³ e 1301 cm³, tutti a benzina, le cui potenze venivano evidenziate dalle rispettive sigle: “Uno 45”, “Uno 55” e “Uno 70 S”. A queste si affiancò poi la “Uno D”, spinta da un’unità propulsiva a gasolio da 1.3 litri di cilindrata. Nel 1984 giunse la “Uno SX”, basata sulla “70 S”, che guadagnò il rango di regina della gamma.
L’anno dopo il cuore a benzina da 903 cm³ fu sostituito dall’innovativo motore FIRE da 999 cm³, con 45 cavalli di potenza massima. Una splendida prova di ingegneria meccanica, che ha fatto scuola. Altri interventi, meno radicali, toccarono il resto della line-up. Tre le varianti di allestimento ora previste: base, S ed SL (acronimo di super lusso).
Da segnalare l’ingresso in listino, avvenuto poco dopo, della Fiat Uno Turbo i.e., spinta da un vigoroso motore sovralimentato da 1301 cm³, che metteva sul piatto la bellezza di 105 cavalli. Con quella potenza, erogata in modo impetuoso su un corpo vettura leggero, ogni colpo d’acceleratore era come una frustata sulle spalle. Le emozioni erano alle stelle, ma anche il rischio di farsi male era alto, per le vigorose scariche di coppia, che potevano trarre in inganno.
Lo scatto da 0 a 100 km/h veniva liquidato in poco più di 8 secondi, ma le sensazioni risultavano ancora più forti. Il look era muscolare rispetto alle altre versioni della gamma, non solo per un vezzo estetico, ma soprattutto per assecondare meglio le superiori performance. Dal 1988, per la Turbo i.e. fu reso disponibile l’Antiskid, un sistema di antibloccaggio delle ruote in frenata. La sovralimentazione giunse anche sulla versione a gasolio, con la “Uno Turbo D” da 1367 cm³ e 70 cavalli di potenza massima. Alcuni allestimenti speciali dell’utilitaria presero forma nella cabina di regia della casa torinese.
Fiat Uno seconda serie
Nel 1989 giunse al capolinea il ciclo produttivo della Fiat Uno prima serie, che lasciò il posto alla seconda serie del modello. Questa accompagnò l’auto verso la sua uscita di scena, avvenuta nel 1995. Sulla carrozzeria furono apportate delle modifiche tese a regalarle una somiglianza visiva con la Tipo. Il frontale guadagnò note di modernità, ma l’insieme perse la perfetta armonia del modello iniziale. Il Cx scese ulteriormente, portandosi a quota 0,29: una cifra davvero bassa per quegli anni. Nove le motorizzazioni a benzina della gamma, affiancate da tre unità diesel.
Al posto dei propulsori da 1.116 e 1.301 cm³ di vecchia concezione giunsero le nuove unità da 1.108 cm³ FIRE e da 1.372 cm³ a iniezione elettronica. Quest’ultima fece da base per il cuore della nuova serie della Fiat Uno Turbo i.e., ora con ben 116 cavalli in scuderia. Ancora una volta la versione sovralimentata si distingueva esteticamente dalle versioni più tranquille. Gli interventi specifici non erano radicali, ma emergevano sin dal primo sguardo. L’abitacolo seguiva la stessa logica e si presentava in modo diverso.
Come già scritto, nel mese di ottobre del 1995 le vendite della Uno giunsero a termine, almeno in Italia e con il marchio Fiat. Diversi modelli di questa famiglia indossarono la divisa delle forze dell’ordine. La piccola vettura della casa torinese entrò nel cuore della gente. Ancora oggi molte persone la ricordano con affetto. Nei suoi anni si elevò quasi a fatto di costume. La Uno era una specie di moglie a quattro ruote degli italiani. Si può dire che in ogni famiglia aveva una rappresentanza. Tanto di cappello a chi le seppe dare forma.