Lo sciopero benzina termina in anticipo. Dopo che era stato inizialmente stabilito uno stop di 48 ore, le associazioni di categoria hanno deciso di fare parziale marcia indietro. A seguito di Faib Confesercenti, anche le altre due sigle, inizialmente ferme sui propri passi, hanno accettato di rivedere i piani per arrecare meno danni possibile agli automobilisti. L’incontro con le autorità politiche non ha soddisfatto i sindacati; tuttavia, la risposta dei cittadini ha portato a rasserenare gli animi e così è ripreso il regolare servizio.
Lo sciopero dei benzinai giunge al termine, ma il dibattito è ancora acceso
Al termine del vertice presso la sede del ministero delle Industrie e del Made in Italy, presieduto da Adolfo Urso, i rappresentanti di settore hanno dato l’annuncio. In una nota spiegano di aver preso tale decisione al fine di favorire gli automobilisti, non per eventuali passi in avanti compiuti dal Governo. Sebbene riconoscano la disponibilità del ministero di stabilire un dialogo, con un atteggiamento propositivo, permangono parecchie criticità. L’ennesimo tavolo organizzato non ha saputo fornire risposte concrete. Non ha condotto a un vero piano per fronteggiare i gravi disagi riscontrati dal comparto e del riduzione delle tariffe, lamentano le associazioni di categorie.
Le proposte di emendamento sottoposte dal Governo Meloni ribadirebbero la volontà di scaricare sui distributori i forti rincari, contribuendo alla disinformazione. Ormai ritengono evidente che la controparte non sia intenzionata o non possa raccogliere i messaggi lanciati. Ecco perché perseverare con lo sciopero dei benzinai, misura impiegata al fine di ottenere ascolto dall’esecutivo, perde di fondamento.
Ciò poiché uno degli obiettivi essenziali, ossia smentire le false convinzioni diffuse, è stato raggiunto con successo. Il prossimo appuntamento è fissato in Camera, dove i benzinai hanno già dato il via a una serie di incontri con ogni gruppo parlamentare. Il decreto Trasparenza ha bisogno di modifiche apposite per i gruppi sindacali, che illustreranno delle idee di intervento.
Entrato in vigore lo scorso 15 gennaio, il decreto Trasparenza obbliga l’esposizione dei prezzi medi nazionali e di vendita dei carburanti nelle stazioni. Inoltre, si è stabilito di creare un’app mediante cui i conducenti abbiano modo di conoscere la stazione di rifornimento economicamente più conveniente in zona.
Fonte: Figisc