Il bonus dei carburanti è una delle misure previste dal Governo Meloni per contrastare il rincaro folle dei prezzi alla pompa. Un aiuto erogato soltanto a determinate condizioni, sempre previa autorizzazione del datore di lavoro. Secondo gli esperti di settore sarebbe il caso di ampliare la platea di beneficiari a nuovi soggetti. Nello specifico, la somma andrebbe accordata anche per la ricarica di veicoli elettrici. Tale agevolazione avrebbe lo scopo di azzerare le disparità di trattamento tra veicoli a differente alimentazione, ritenute ingiustificate.
Bonus dei carburanti: proposta l’estensione alle vetture elettriche
Sergio Cristallo, Direttore Centrale Coordinamento normativo dell’Agenzia delle Entrate, lo ha dichiarato di fronte alle autorità politiche presso la Commissione Attività produttive. Si è pronunciato nel corso dell’audizione, inerente al decreto Trasparenza, circa le tariffe delle stazioni di servizio. Secondo Cristallo è necessario apportare i correttivi fin da subito, onde evitare di creare scompensi tra le fasce della popolazione, in rapporto alla forma di alimentazione prescelta. Il bonus ammonta a 200 euro e viene corrisposto una tantum, al fine di calmierare i prezzi, che nel recente periodo sono schizzati verso l’alto.
Il bonus carburante accordato al prestatore di servizio acquisisce rilievo reddituale quando lo stesso entra nella sua effettiva disponibilità. Lo ha sottolineato l’esponente dell’Agenzia delle Entrate, affinché le istituzioni chiamate a pronunciarsi in merito attuino dei correttivi. Il medesimo contributo economico è da considerarsi deducibile al 100 per cento dal reddito d’impresa, ha, infine, aggiunto.
Qualunque sia la prossima mossa dell’esecutivo a proposito, la conosceremo nei prossimi giorni. La scorsa settimana ha, intanto, avuto luogo lo sciopero dei benzinai. Le sigle di categoria hanno stabilito di fermare il regolare svolgimento del servizio per 48 ore, almeno all’inizio. In seguito ad alcuni negoziati instaurati col Governo, i gruppi hanno, infatti, deciso di dimezzarne la durata.
L’obiettivo – hanno dichiarato a seguito della decisione – era di far capire alla popolazione che non hanno responsabilità circa la situazione attuale. L’obbligo di esporre i prezzi medi nazionali dei carburanti e di vendita prezzo la stazione di servizio è stato ritenuto una mancanza di rispetto nei confronti degli operatori della filiera. Negli incontri con il ministro delle Imprese del Made in Italy, Adolfo Urso, hanno cercato di avanzare delle soluzioni alternative, senza successo.