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Green Deal Industrial Plan: la risposta dell’Unione Europea agli Usa

L’Unione Europea risponde all’Ira degli Stati Uniti con il Green Deal Industrial Plan per supportare le compagnie nella transizione ecologica.

Ricarica auto elettrica

La Commissione europea ha illustrato il Green Deal Industrial Plan. Il pacchetto, costituito da misure e strumenti, tenta di fornire adeguato supporto alle industrie del Vecchio Continente, coinvolte nella transizione ecologica, verso la neutralità climatica. L’ambizione è di costituire un tessuto maggiormente favorevole al rafforzamento della capacità di fabbricazione dei prodotti e delle tecnologie antinquinamento. Detto altrimenti, costituisce la risposta all’Ira, l’Inflation Reduction Act, definito dagli Stati Uniti per garantire pieno sostegno alle aziende nazionali, specialmente nell’ambito dei motori.

Green Deal Industrial Plan: il piano dell’Ue contro la politica protezionistica degli Stati Uniti

Auto elettrica

Nella fattispecie, il Green Deal Industrial Plan include dei provvedimenti già varati dalle autorità comunitarie e ne aggiunge di ulteriori. Le azioni fissate dalle istituzioni sono incentrate su quattro principi, i cardini del Vecchio Continente per tenere testa alla concorrenza. Il primo punto prevede di compiere un progresso sotto il piano regolatore, da semplificare e rendere di più immediata comprensione. In merito, la Commissione europea desidera quantificare gli obiettivi da raggiungere nei prossimi anni. Si pensa di delineare dei precisi parametri di riferimento per avere un riscontro chiaro sull’efficacia delle manovre poste in atto.

Dei paletti prestabiliti in termini di emissioni di anidride carbonica aiuteranno a inquadrare la bontà dei passi in avanti compiuti. In virtù di ciò, è opinione comune che sia necessario stabilire con accuratezza gli step intermedi da perseguire. In un processo graduale di sviluppo, le parti chiamate direttamente in causa avranno ben presente il quadro delle autorizzazioni. L’iter burocratico e amministrativo a cui sottoporsi andrà snellito affinché le procedure abbiano luogo in tempi stretti. E le campagne cruciali non vengano rimandate di continuo.

Tra le sfide principali è d’obbligo citare la risoluzione delle criticità inerenti alle catene di approvvigionamento. I numeri deludenti di mercato conseguiti nel 2022 sono dipesi, infatti, soprattutto dalla carenza di materie prime e componenti. Nel dettaglio, i Costruttori hanno faticato a ottenere i microchip, un elemento essenziale per i veicoli oggigiorno. I problemi oggettivi riscontrati hanno avuto un pesante effetto a livello di immatricolazioni. I lunghi tempi di attesa delle nuove auto hanno tarpato le ali e pure nei primi mesi del 2023 il disagio dovrebbe continuare. I dati di vendita positivi relativi a gennaio, compreso in Italia, non devono trarre in inganno, secondo gli analisti.

Nonostante il progresso compiuto sia degno di nota, permane una forte flessione rispetto al 2019, ossia prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria. Il Coronavirus e le successive misure restrittive emanate in risposta dai Governi hanno dato vita a uno scenario desolante. Memori dell’esperienza, le Case hanno esortato le autorità politiche dell’Ue a fornire un contributo.

Le richieste saranno accolte sotto forma di una legge sulle materie prime critiche per assicurare l’accesso ai materiali, tipo le terre rare, così da fabbricare le opportune risorse tecnologiche. Il Green Deal Industrial Plan si tradurrà peraltro nella riforma della struttura del mercato dell’elettricità. Così facendo i consumatori riusciranno a trarre beneficio dalla contrazione dei prezzi delle energie rinnovabili.

Il secondo punto è la semplificazione dell’accesso ai finanziamenti pubblici. Questo impegno verrà perseguito attraverso due leve: i requisiti normativi meno severi sugli aiuti statali; l’alleggerimento, perlomeno a titolo provvisorio, dei parametri disposti.  

Il terzo aspetto oggetto di studio è il rafforzamento delle capacità tecniche della manodopera industriale, cosicché maturi il bagaglio di competenze utile nella transizione ecologica. Il passaggio dalle macchine endotermiche alle elettrificate implica degli appositi corsi di formazione, poiché il know-how accumulato perderà di significato. In una lettera aperta il numero uno di Renault e di Acea (da poco nominato) Luca de Meo lo ha sottolineato a più riprese. L’aggiornamento professionale e l’adattamento alle esigenze delle aziende saranno essenziali per non uscirne con le ossa rotto dal confronto con gli Stati Uniti e la Cina.

Il quarto principio cardine è la promozione della cooperazione e del commercio internazionale. Dunque, la Commissione Ue andrà avanti a negoziare accordi proficui basati sul libero scambio e varie forme di sinergia con gli enti partner. Per attrezzarsi nella maniera migliore saranno passati al vaglio dei provvedimenti ad hoc. Tra questi si parla di un Critical Raw Materials Club, un canale di intermediazione tra la domanda e l’offerta.

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Il contatto diretto tra le imprese e i grandi Paesi esportatori di materie prime sarà favorito e verranno supportate partnership Clean Tech/Net-Zero. È poi obiettivo delle autorità preservare i meccanismi del libero scambio, contrastando pratiche sleali nell’ambito delle tecnologie pulite. Forte della sua posizione di forza, si assicurerà di impedire ai sostegni economici esteri di distorcere la concorrenza nel mercato unico.

Alla presentazione del Green Deal Industrial Plan ha replicato Acea. L’associazione europea dei costruttori europei è dell’avviso che a Bruxelles abbiano svolto un lavoro importante, a fondamento nella lotta all’Inflation Reduction Act e ai rischi stabiliti dalla Casa Bianca per il trasferimento di denaro al di fuori dei confini dell’Unione Europea. In assenza di idonee risposte in ottica sia finanziaria sia legislativa, sottolinea il gruppo, i sussidi messi sul tavolo dagli States metteranno in ginocchio l’industria del Vecchio Continente.

Adesso la speranza è di un’implementazione altrettanto efficace: le basi sancite hanno il potenziale per far valere gli investimenti in territorio europeo, spiega l’Acea. Che a nome dell’industria rappresentata invoca il cambiamento delle normative. In particolare, confida in soluzioni congrue per quanto riguarda la flessibilità sulle manovre di assistenza pubblica, la gestione del tema energetico, l’alleggerimento dell’area amministrativa (anche delle spese associate), la costituzione di un contesto legale privo degli elementi protezionistici dell’Ira, ma che tenda a favorire la libera concorrenza.

Fonte: European Union

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