Alfa Romeo ha annunciato l’inizio ufficiale delle celebrazioni per i 100 anni del leggendario simbolo del Quadrifoglio e i 60 anni dell’Autodelta, il famoso reparto corse di Settimo Milanese e la squadra di Carlo Chiti.
Sono due pietre miliari nella storia del marchio di Arese, che ancora oggi suscitano forti emozioni e grande orgoglio nella Tribe Alfa Romeo. Per l’occasione, la casa automobilistica milanese ha svelato due nuovi loghi che accompagneranno le manifestazioni dei club e del brand, nonché le diverse attività di comunicazione e due importanti novità che li riguarderanno strettamente da vicino nel corso del 2023.
Alfa Romeo: il Bisicone ha presentato due loghi speciali per i due marchi
Entrambi realizzati dal Centro Stile Alfa Romeo, i due nuovi loghi rileggono, in chiave moderna, quelli storici proiettandoli nel futuro del Biscione, che punta a reinventare la sportività nel 21° secolo.
In particolare, quello dedicato ai 100 anni del Quadrifoglio presenta la solidità e l’eleganza del logo storico evolvendone solo il punto colore. Un tocco cromatico contemporaneo, quindi, che rimanda al passato glorioso delle iconiche vetture e vittorie Alfa Romeo entrate nell’immaginario collettivo.
Allo stesso modo, il logo Autodelta è uno stilema da preservare e conservare nel suo look e nei suoi colori originali. Nonostante gli anni, infatti, questo emblema della sportività rimane impresso nella memoria degli amanti del motorsport.
Ecco perché la nuova versione celebrativa presenta pochi cambiamenti, che lo rendono più contemporaneo e affine agli attuali asset di comunicazione del brand. Lo dimostrano il nuovo font Sequel, lo stesso della nuova brand identity; l’immancabile tricolore, quale espressione orgogliosa delle proprie origini; e l’aggiunta della data dell’anniversario ad enfatizzare la longevità del marchio Autodelta.
Al 60° anniversario di Autodelta, Alfa Romeo dedica inoltre, una conferenza di approfondimento al Museo di Arese il 5 marzo, giorno in cui è stato fondato il reparto corse, mentre il 25 giugno, nell’ambito dei festeggiamenti per il compleanno del Marchio, il Quadrifoglio Day a cui seguirà la conferenza Backstage che sarà accompagnata da una parata di vetture Quadrifoglio e flashmob aperti a tutti i club del costruttore di Arese.
Costante ricerca dell’eccellenza applicata alle competizioni e trasferita poi in toto sulle vetture di produzione: è questa, in sintesi, la filosofia Alfa Romeo insita nel Quadrifoglio, il leggendario simbolo che dal 15 aprile del 1923 identifica le più performanti realizzazioni della casa milanese, non solo quelle impegnate sui circuiti da gara di tutto il mondo ma anche alcune versioni speciali di produzione.
La prima Alfa Romeo Quadrifoglio è stata la RL Corsa del pilota Ugo Sivocci, che vinse la XIV edizione della Targa Florio nel 1923, conquistando così il primo dei 10 allori del marchio in questa prestigiosa competizione.
Lo stesso emblema portafortuna risalta sulla P2 di Brilli Peri quando nel 1925, a Monza, trionfa nel primo Campionato Mondiale di corse automobilistiche, il primo dei cinque Titoli Mondiali vinti dall’Alfa Romeo.
Alla fine degli anni ‘20 è sempre il Quadrifoglio a distinguere in corsa le Alfa Romeo della casa madre dalle Alfa Romeo gestite dalla Scuderia Ferrari, che aveva come emblema il cavallino rampante.
Nel 1950 e nel 1951, Giuseppe Farina e Juan Manuel Fangio portarono le Alfa Romeo 158 e 159 al successo nei primi due Campionati Mondiali di Formula 1. Negli anni ‘60, poi, il Quadrifoglio caratterizza della Giulia TI Super da corsa per poi affiancarsi al triangolo azzurro dell’Autodelta per diversi decenni: dalla GTA alla 33 fino ai due Campionati Mondiali della 33 TT 12 del 1975 e della 33 SC 12 del 1977.
L’attività agonistica del Biscione continua negli anni ’80. Dopo il rientro in Formula 1 nel 1979, si ripetono i successi nelle corse per vetture turismo (GTV 6 2.5), fino al trionfo nel campionato DTM con la 155 V6 Ti nel 1993 e la lunghissima serie di vittorie della 156 Superturismo (1998-2004).
Anche le Alfa Romeo di normale produzione hanno avuto il Quadrifoglio. Si tratta di modelli particolarmente performanti realizzati tra gli anni ‘60 agli anni ‘80. Alcuni recano il simbolo sulla carrozzeria, senza apparire nella denominazione ufficiale (es. Giulia Sprint GT Veloce o 1750 GT Veloce), altri invece dagli anni ‘80 in avanti portano il Quadrifoglio nella loro denominazione ufficiale (es. 33 Quadrifoglio Verde o 164 Quadrifoglio Verde).
Va anche ricordato che, tra gli anni ‘70 e ‘80, anche il Quadrifoglio si evolve e viene declinato in due versioni: Verde per i veicoli più sportivi e Oro per gli allestimenti più raffinati e lussuosi. Nel tempo, la stessa Q iniziale entrò a far parte del vocabolario del brand italiano, arrivando a identificare le soluzioni tecniche più avanzate. La più famosa di tutte è la trazione integrale Q4, ma c’erano anche il differenziale autobloccante Q2, il cambio automatico Q-System e il Q-Tronic, solo per citarne alcune.
Infine, il simbolo del Quadrifoglio ritorna sia sulla Mito nel 2008 che sulla Giulietta nel 2010 oppure quando nel 2015 nasce la nuova generazione Alfa Romeo con il lancio della Giulia nella versione Quadrifoglio, spinta da un nuovo motore V6 biturbo da 2.9 litri da 510 CV. Anche lo Stelvio, il primo SUV prodotto dall’azienda, si colloca al vertice della gamma in versione Quadrifoglio.
Autodelta nacque il 5 marzo del 1963
Il 5 marzo 1963, Carlo Chiti e i fratelli Chizzola fondano una piccola società con sede a Feletto Umberto (Udine), con l’obiettivo di collaborare con Alfa Romeo nella costruzione della Giulia TZ, una compatta gran turismo disegnata da Zagato, realizzata su motore e meccanica della Giulia e dotata di un esclusivo telaio tubolare, da qui l’acronimo Tubolare Zagato.
Inizia così una delle più belle pagine del motorsport internazionale, tanto che l’azienda diventerà ben presto il Reparto Corse dell’Alfa Romeo. Infatti, nel 1965, viene acquisita dal Biscione con l’obiettivo di gestire il ritorno ufficiale nelle competizioni, dopo il ritiro dal Campionato del Mondo di F.1 nel 1951, con la conquista del secondo titolo con l’Alfetta.
Per questo motivo la casa automobilistica milanese decise di creare un’organizzazione ad hoc per le competizioni, fisicamente staccata dalla sede produttiva e con una discrezionalità sufficiente nel prendere rapidamente decisioni tecniche e sportive.
Il direttore generale di questa nuova realtà industriale e sportiva è il carismatico ingegnere Carlo Chiti, che trasferì l’Autodelta in alcuni anonimi capannoni a Settimo Milanese, non lontano da Arese.
Da qui usciranno alcune delle più famose Alfa Romeo da gara, tra cui la leggendaria Giulia Sprint GTA del 1965, che vinse tre Challenge Europeo Marche consecutivi, decine di campionati nazionali e centinaia di gare singole in ogni parte del mondo.
Nel 1967, Alfa Romeo decide di compiere il grande salto nella categoria prototipi, all’epoca il maggior palcoscenico internazionale delle competizioni automobilistiche, con la 33/2 litri che conquista il primo trofeo al suo debutto a Fléron (Belgio).
L’anno successivo le vetture prototipo dell’Autodelta si aggiudicano la vittoria di categoria alla 24 ore di Daytona, alla 1000 km del Nurburgring, alla 500 km di Imola e alla 24 ore di Le Mans. Straordinaria anche la leggendaria 33 TT 12 del 1975, probabilmente l’anno di maggior prestigio per l’Autodelta, con cui vinse il Campionato del Mondo Marche, bissando il successo due anni più tardi con la 33 SC 12.
In seguito, Autodelta si occupò della gestione di tutti i programmi sportivi di Alfa Romeo, dal trofeo Alfasud alla Formula 1. Nel 1984 Carlo Chiti lasciò l’azienda e l’anno successivo l’Autodelta fu sciolta.
Va infine ricordato che l’Autodelta fu anche una formidabile palestra di tanti piloti italiani, tra cui Andrea De Adamich, Arturo Merzario, Andrea De Cesaris, Bruno Giacomelli, Giorgio Francia giusto per citarne alcuni, e altrettanti campioni stranieri: da Jochen Rindt a Jacky Ickx, da Jean Pierre Jarier a Mario Andretti.