Una Dino 246 GT e una Ferrari 296 GTB sono le protagoniste di un video di Petrolicious, svelato in queste ore ma girato lo scorso anno, per celebrare il 75° anniversario della casa di Maranello. La ricorrenza anagrafica meritava di essere festeggiata nel migliore dei modi. Così è nata una collaborazione con Ferrari North America che ha portato ad affiancare, in alcuni emozionanti filmati, 6 vetture significative della storia del “cavallino rampante” con altrettante supercar dell’era moderna, ad esse abbinabili.
Il cortometraggio odierno è il terzo atto del lavoro. Nella precedente puntata gli autori avevano affiancato la mitica F40 alla SF90 Stradale. Ora è il turno della Dino 246 GT e della Ferrari 296 GTB. L’esito degli sforzi creativi è una bella storia, che tocca le migliori corde emotive degli appassionati. Prima di passare la parola al video, facciamo un breve ripasso delle caratteristiche dei due fantastici modelli scelti per le riprese.
Dino 246 GT
Questa vettura fu lanciata nel 1969, aggiungendo vigore prestazionale alla precedente Dino 206 GT. Le sue forme entrano nel cuore dalla porta principale. Impossibile non farsi sedurre dalle alchimie stilistiche di questo capolavoro della scuola italiana, firmato da Pininfarina. I tratti sinuosi e decisi della carrozzeria hanno un fascino sublime, da museo d’arte. Qui il design automobilistico ha raggiunto una delle sue vette più alte.
Il modello non esibisce il marchio Ferrari. Una scelta fatta dal Commendatore per evitare i rischi connessi alla particolare architettura meccanica e al diverso posizionamento dell’auto, destinata a un segmento di mercato più basso di quelli rituali. Anche se il prezzo era più basso delle “rosse” vere e proprie, questa creatura non aveva assolutamente nulla da invidiare alle auto con il “cavallino rampante” in bella vista. Per certi versi è stata la musa ispiratrice delle Ferrari successive. Una cosa è certa: la Dino 246 GT ha fatto scuola. Per le sue doti dinamiche non aveva nulla da invidiare alle sorelle maggiori.
La sigla del modello mette in evidenza alcune sue caratteristiche, come la cilindrata di 2.4 litri e la presenza di 6 cilindri nel motore. Il sistema propulsivo è accolto in un telaio a traliccio di tubi d’acciaio. I 195 cavalli a disposizione del pilota sono chiamati ad animare le danze di un corpo vettura pesante appena 1125 chilogrammi. Facile intuire la tempra prestazionale. L’accelerazione da 0 a 100 km/h viene archiviata in 7.2 secondi, mentre la velocità massima si spinge nel territorio dei 235 km/h.
Ferrari 296 GTB
Anche questa vettura è molto bella. Il fatto che abbia vinto il Car Design Award 2022 lo certifica. Flavio Manzoni si è ispirato alla 250 Le Mans, ma le parentele visive con la Dino 246 GT non mancano, così come quelle meccaniche. Pure qui, sotto il cofano posteriore, pulsa un motore a 6 cilindri, ma in versione sovralimentata ed ibrida. Il suo biturbo elettrificato da 2992 centimetri cubi di cilindrata eroga una potenza massima di 830 cavalli.
La maggior parte di essi giungono dal cuore endotermico, che mette sul piatto 663 cavalli a 8000 giri al minuto. Sono quelli più emozionanti e sonori. Il tono di voce è a tratti simile a quello dei più frazionati V12. Incredibili le prestazioni di questa “rossa”, che tiene il passo delle sorelle maggiori. Qui l’accelerazione da 0 a 100 km/h viene liquidata in 2.9 secondi, quella da 0 a 200 km/h in 7.3 secondi. La punta velocistica si spinge nel territorio dei 330 km/h. Sono cifre di riferimento nella sua categoria. Del resto, stiamo parlando di una best in class.
Anche il comportamento dinamico tocca le vette dell’eccellenza, rendendo molto fruibili le sue performance straordinarie. Alla finezza del comportamento stradale della Ferrari 296 GTB concorrono la bontà dell’assetto, il perfetto bilanciamento dei pesi, l’efficienza aerodinamica, la precisione dei comandi, la sublime armonia fra i sistemi meccanici ed elettronici. Un vero capolavoro, in tutte le sfumature ingegneristiche. Molto intelligente la scelta dell’angolo di 120 gradi fra le due bancate del motore, che abbassa il baricentro, migliorando l’handling. Anche l’impianto frenante, di tipo brake-by-wire, è al top.