Vedere una Ferrari 250 Testa Rossa impegnata a fare il drifting sulla superficie di un lago ghiacciato fa un certo effetto. Sembra qualcosa che si spinge oltre la dimensione della fantasia, ma è successo durante l’evento The ICE St. Moritz, andato in scena negli scorsi giorni in Svizzera. Pensando a vetture del genere, si è portati a ritenere che i fortunati proprietari le usino con tutte le cautele, in contesti ovattati, dove non si corre alcun rischio. La realtà, però, ci consegna notizie e comportamenti di altro tenore.
C’è chi continua a portare in pista l’affascinante Sport del “cavallino rampante”, come ai tempi romantici, e chi si concede qualche esperienza esotica. È il caso di quella che vi raccontiamo oggi. Protagonista è una Ferrari 250 Testa Rossa “Lucybelle” del 1957, che gareggiò alla 24 Ore di Le Mans del 1958. Un’auto da 40 milioni di euro e con una storia davvero importante, che molta gente custodirebbe in modo permanente in un museo dotato di tutti i comfort.
Anche il proprietario attuale le riserva questo trattamento, ma quando c’è da concedersi qualche uscita, di taglio adrenalinico, non si tira indietro. Evidente ama godersi il suo prezioso “giocattolo”, in tutte le dimensioni. Per quel che mi riguarda, nutro una sana invidia nei suoi confronti. Se mi trovassi nelle sue stesse condizioni, probabilmente mi comporterei in modo analogo.
Vedere in giro una Ferrari 250 Testa Rossa è un fatto raro, non solo per la bassa tiratura produttiva, ma anche per l’anzianità dell’auto e per il suo valore economico, degno di una manovra finanziaria. Poterne ammirare una, mentre il conducente si concede dei funambolismi sul ghiaccio è qualcosa al di fuori dell’ordinario. Come già scritto, ciò è accaduto a The ICE St. Moritz, evento che ha radunato vetture da mille e una notte nella perla dell’Engadina, Cantone dei Grigioni.
La Ferrari 250 Testa Rossa sul manto bianco
Qui l’opera d’arte di Maranello è entrata in scena senza temere il confronto con la bassa aderenza del lago ghiacciato, concedendo ai presenti uno show a suon di derapate. Neppure la presenza di altre auto in “pista” ha frenato il conducente, che ha fatto prevalere la voglia di divertirsi e di far divertire sui calcoli di altra natura. Sicuramente è stato coraggioso, ma anche generoso verso i presenti, pur se in un quadro ambientale che non ha nulla a che spartire con la barchetta da corsa emiliana.
La Ferrari 250 Testa Rossa è un mito nel mito di Maranello. Con lei si entra al centro della galassia del “cavallino rampante“, di cui è una delle stelle più brillanti. Il suo arrivo in società fu dettato dal limite dei 3 litri di cilindrata posto ai prototipi dalla Commissione Sportiva Internazionale. Pur se destinata alle corse, questa creatura conquista gli occhi con lo splendore delle sue forme.
Nei principali concorsi d’eleganza può ambire al successo assoluto, piegando la resistenza di auto nate espressamente per la missione della bellezza. Il merito è di Sergio Scaglietti, che seppe plasmare con sublime grazia i fogli d’alluminio destinati a diventarne la carrozzeria. Non si poteva vestire meglio il telaio tubolare di questa opera d’arte da gara. La Ferrari 250 Testa Rossa, oltre ad essere ammaliante, è stata pure vittoriosa. A testimoniare la sua sintonia con l’universo agonistico ci pensano i tre mondiali marche consegnati alla casa di Maranello nel 1958, 1960 e 1961.
L’energia dinamica dell’esemplare protagonista del video giunge da un motore V12 da 2953 centimetri cubi di cilindrata, alimentato da 6 carburatori Weber, che sviluppa una potenza massima di 300 cavalli a 7200 giri al minuto, su 800 chilogrammi di peso. A condire l’energia vulcanica sprigionata dal sistema propulsivo ci pensano le musicalità meccaniche, davvero inebrianti. Roba che lasciò senza fiato anche il grande maestro Herbert von Karajan. Nel nome del modello sono evidenziate alcune sue caratteristiche: 250 è la cifra della sua cilindrata unitaria; Testa Rossa si riferisce al colore dei coperchi delle punterie. Una sigla ormai conosciuta da tutti.