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Ferrari F50 GT: emozioni da pelle d’oca | Video

Basterebbe il sound per fare innamorare della Ferrari F50 GT, ma c’è molto altro. destino.

Ferrari F50 GT
Screen shot da video EVO MASTER

Un video ci regala le emozioni della Ferrari F50 GT, versione racing basata sull’omonima supercar stradale, nata per rimpiazzare in listino la mitica F40. Sviluppata per le corse, purtroppo non ebbe modo di esprimersi fra i cordoli, per svariate ragioni. L’obiettivo era quello di portarla in pista per affrontare le insidie della BPR Global GT Series. Qui, in quel periodo storico, si davano appuntamento diversi marchi nobili dell’automobilismo.

Come dice chi ha pubblicato il filmato su YouTube, questa è forse una delle Ferrari più mistiche e meglio costruite del secolo scorso. Ambiziosa e carismatica, ebbe vita brevissima e non riuscì a disputare nemmeno una gara. I cambi regolamentari impedirono al sogno di decollare. In totale l’auto prese forma in 3 esemplari. Gli obiettivi erano ben superiori, ma le cose andarono come andarono.

Possiamo considerare questa vettura come una potenziale regina senza trono; anzi, come una regina che non riuscì nemmeno a mettere piede nel palazzo da cui si governava il regno. L’obiettivo dei tecnici di Maranello era quello di confrontarsi con la McLaren F1 GTR, motorizzata BMW, che si era imposta in classe GT1 nel 1994 e 1995. Per riuscirci, gli uomini del “cavallino rampante” puntarono su un modello più fresco e tecnologicamente all’avanguardia della precedente F40 GTE.

Allo sviluppo del nuovo bolide concorsero Gian Paolo Dallara e Michelotto. Notevole il livello tecnologico e qualitativo messo a segno. La Ferrari F50 GT aveva tutte le credenziali per farsi valere in pista. La potenza del motore V12 aspirato da 4.7 litri della vettura di serie crebbe a 740 cavalli, contro i 520 di partenza. Il limitatore fu posto a 11.000 giri: roba da Formula 1. L’energia veniva scaricata a terra col supporto di un cambio sequenziale, rapido come un missile.

Notevoli i cambiamenti nella veste aerodinamica, per soddisfare le esigenze di raffreddamento e quelle connesse alla deportanza. Avere un carico verticale alto era importante e l’enorme alettone posteriore fu pensato allo scopo. Il tetto divenne fisso, con un air-scoop nella parte alta. Diversi interventi furono eseguiti per ridurre i pesi e bilanciarli al meglio, tenendo conto dell’uso agonistico del modello. Il risultato fu una belva da pista, che a Fiorano girava meglio della 333 SP. Siete pronti a deliziarvi col suo sound? Allora date inizio al filmato.

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