La Maserati Biturbo Si ebbe molti ammiratori, nonostante appartenesse a una famiglia di auto che non riuscirono ad entrare nel cuore della gente. Purtroppo il progetto Biturbo, fortemente voluto da Alejandro de Tomaso, deluse le aspettative. L’idea era quella di creare una vettura in grado di mettere a segno ottimi volumi commerciali, grazie anche al prezzo d’acquisto più abbordabile rispetto alle “solite” opere del “tridente“. Il desiderio di stringere i tempi della commercializzazione, però, fu autolesionistico, perché l’incompleto sviluppo dell’auto fece emergere diversi problemi di affidabilità, che incisero sulla reputazione del modello.
Andò meglio con la Maserati Biturbo Si, molto più matura delle sue antenate e con il valore aggiunto di un’indole più sportiva. Certo, qui il prezzo non era “popolare”, ma i contenuti risultavano molto più appetibili. Diciamo che, con lei, la tradizione della casa modenese veniva onorata meglio. E poi, il suo fascino era di un certo livello. Qui si respirava il profumo delle supercar. Questa coupé compatta offriva doti carismatiche e performance di alto livello. Anche le sonorità meccaniche erano più pregnanti. Il suo V6 a doppia sovralimentazione, con angolo di 90 gradi fra le bancate, era alimentato da un impianto ad iniezione, che ne migliorava la guidabilità. La cilindrata era di 1996 centimetri cubi.
Grazie ai 220 cavalli a 6350 giri al minuto messi al servizio del pedale del gas, l’accelerazione da 0 a 100 km/h veniva liquidata in 5.9 secondi. Nel suo periodo storico era un dato eccezionale. Il peso a secco, di soli 1086 chilogrammi, dava una mano d’aiuto. Di un certo tenore, specie rispetto alla cilindrata, la velocità massima, nell’ordine dei 228 km/h. Una delle caratteristiche estetiche di questa vettura, che riprendeva il disegno dell’opera iniziale di Pierangelo Andreani, erano le prese d’aria Naca sul cofano anteriore. Dietro ci pensava lo spoiler ad aggiungere note di grinta.
Le fasce laterali a contrasto e i cerchi sportivi donavano ulteriore vigore alla tela espressiva di questa 3 volumi dal carattere sportivo. Il telaio era di tipo monoscocca in acciaio. Buono il comportamento dinamico che, ancora oggi, è in grado di emozionare. Concedersi un’uscita ascoltando il sibilo delle sue turbine è un’esperienza mistica, assolutamente da vivere. Certo, per esplorare i limiti della Maserati Biturbo Si bisogna saperci fare. Su strada, comunque, si viaggia entro i limiti ed anche così il modello regala sensazioni inebrianti. A voi il video. Buona visione!