Una giornata nel segno delle emozioni si è celebrata ieri in Sicilia, per i 100 anni dell’Aeronautica Militare. A Trapani Birgi, sede del 37° Stormo, è andato in scena un Open Day, entrato nel cuore dei partecipanti. All’appello anche una bella rappresentanza di auto Ferrari, per sottolineare il legame con Francesco Baracca, mitico aviatore con il “cavallino rampante” sulla carlinga del suo aereo da caccia. Un simbolo poi adottato dalle “rosse” di Maranello. Il matrimonio, quindi, è stato naturale, anche per l’eccellenza tecnologica e la qualità delle performance.
Dall’apertura della base, alle 8.30, fino alla sua chiusura, alle 16.30, si è registrato un flusso continuo di preziosi stimoli sensoriali. Presenti, fra gli altri, un velivolo E-3 SENTRY e un drone Leonardo, di ultimissima generazione, ma sono state le evoluzioni di un elicottero Agusta e di alcuni jet Eurofighter a spingere a mille le pulsazioni cardiache del pubblico, con evoluzioni di altissima gamma.
La possibilità di ammirare da vicino simili gioielli tecnologici ha reso tutto ancora più interessante. Accanto agli hangar una esposizione di Ducati e Ferrari. Le auto sportive della casa emiliana sono state portate dagli Scuderia Ferrari Club Trapani e Palermo. Il primo dei due sodalizi è stato il motore del gemellaggio. Pur essendo un giorno infrasettimanale, l’affluenza di supercar è stata buona. A fine giornata le “rosse” si sono state avvicinate agli aerei, per degli scatti memorabili.
Il “cavallino rampante” si lega intimamente all’Aeronautica Militare e alla Ferrari. Questo simbolo, come dicevamo, era dipinto sulla carlinga del caccia pilotato da Francesco Baracca, vincitore di ben 34 duelli aerei. In occasione della prima vittoria in corsa, conseguita il 17 giugno del 1923 sul Circuito del Savio a Ravenna, Enzo Ferrari conobbe il conte Enrico Baracca, padre del mitico cavaliere dell’aria.
Da quell’incontro nacque il successivo con la madre, contessa Paolina, che gli disse: “Metta sulle sue macchine il cavallino rampante di mio figlio. Vedrà, le porterà fortuna”. Fu così che sui bolidi della Scuderia Ferrari, al tempo squadra corse di Alfa Romeo, apparve quello stemma.
Racconta il Commendatore nelle sue memorie: “Il cavallino era ed è rimasto nero. Io aggiunsi il fondo giallo canarino, il colore di Modena, la mia città”. Sulla parte alta fu dipinto il tricolore dell’Italia, nazione di cui la Ferrari è diventata emblema di tecnologia, passione, bellezza, emozioni e gloria. Dopo la parentesi sportiva all’Alfa Romeo, quel simbolo trovò applicazione, questa volta come marchio di fabbrica, sulla vetture di Maranello. La prima “rossa” ad esibirlo fu la 125 S del 1947, prima auto Ferrari della storia. Il “cavallino rampante” è sinonimo di un’eccellenza. Anche l’Aeronautica Militare Italiana lo è. Tanti auguri per i 100 anni.