Nelle scorse ore è stata battuta all’asta una Lancia Aurelia B20S GT Serie VI del 1958. L’esemplare, con diversi elementi di personalizzazione, voleva stimolare i rilanci dei potenziali acquirenti nella sessione di vendita organizzata da Gooding & Company a Lynchburg, in Virginia, ma il prezzo di aggiudicazione si è “fermato” a 72.800 dollari.
Sul risultato hanno pesato alcune specificità dell’esemplare, forse non gradite. L’auto è stata proposta con un kit Nardi e alcuni accessori aftermarket tipici del periodo. Fra i dettagli più insoliti, i fari quadrupli, non proprio belli da vedere. Quella proposta era la penultima vettura della specie prodotta con guida a sinistra. Un fatto che poteva incidere felicemente sul suo destino commerciale, ma non è bastato ad alimentare l’interesse per il lotto.
Le stime della vigilia, per questa vettura con carrozzeria Pinin Farina, ballavano in un range da 100 mila a 150 mila dollari. Non era fissato un prezzo di riserva. Il valore di aggiudicazione è stato più basso del previsto. Può succedere anche nelle migliori famiglie.
La B20S GT Serie VI è una Gran Turismo da intenditori. Cuore pulsante del modello è un motore V6 in lega OHV da 2.451 centimetri cubi di cilindrata. Alimentato da una coppia di carburatori Weber, eroga una potenza massima di 118 cavalli a 5.300 giri al minuto. La gestione del serbatoio energetico viene agevolata da un cambio manuale a 4 marce, che svolge con decoro la sua missione. A smorzarne le danze provvedono dei freni a tamburo idraulici.
La Lancia Aurelia era una delle auto tecnicamente più avanzate della sua generazione. Il debutto della specie avvenne nel 1950. Per occuparsi della sua progettazione furono chiamati personaggi del calibro di Vittorio Jano e Francesco de Virgilio. Questa vettura era un tour de force ingegneristico. Fra i suoi fiori all’occhiello, l’ottima tenuta di strada e l’alto comfort elargito ai passeggeri. Inizialmente fu proposta come berlina a quattro porte. Nel 1951 giunse la B20 GT, una coupé 2+2 di grande fascino, firmata da Felice Mario Boano.
Oltre ad essere elegante, l’Aurelia era anche efficace sul piano dinamico. Le prestazioni messe in mostra negli sport motoristici stanno a dimostrarlo. Nel solo anno del debutto conquistò le vittorie di classe al Giro di Sicilia, alla Stella Alpina, alla 24 Ore di Le Mans e alla Mille Miglia, dove Giovanni Bracco e Umberto Maglioli guidarono la loro vettura quasi standard al secondo posto assoluto, dietro una Ferrari 340 America. L’esemplare venduto all’asta appartiene alla sesta serie e come tutte le auto di questo step evolutivo gode della spinta di un motore V6 da 2.5 litri di cilindrata, di sospensioni posteriori di tipo De Dion e di carrozzeria Pinin Farina.
Completata nell’ottobre 1958, fu venduta nuova a dicembre di quell’anno a una società messicana. Originariamente era rifinita in grigio con tappezzeria dello stesso colore. Poi alcuni cambi di nome sul libretto. Nel tempo, il motore originale fu sostituito con un altro. Spuntarono gli strani fari quadrupli impilati e delle luci posteriori fuori catalogo. Non furono le uniche modifiche eseguite sul mezzo, ma bastarono a violarne lo spirito. A fine anni ’90 questa Lancia Aurelia fu acquistata da un collezionista di New York, che l’ha fatta restaurare. Nel corso dei lavori ha guadagnato la tinta blu scuro attuale. Cosa farà il nuovo proprietario? Riporterà tutto alla configurazione standard? Difficile dirlo, ma la cosa è auspicabile.
Fonte | Gooding & Company