C’è una vera e propria agitazione sindacale presso lo stabilimento campano di Stellantis con sede a Pomigliano d’Arco. È infatti in corso uno sciopero, si improvviso ma comunque già annunciato da FIOM-CIGL con una nota di Samuele Lodi che in FIOM-CIGL è segretario nazionale e responsabile del Settore Mobilità.
Lodi ha infatti ammesso che stamattina, presso lo stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco, c’è uno “sciopero in corso”. Al centro delle problematiche evidenziate dalle sigle sindacali ci sarebbe un incremento dei ritmi della catena produttiva, come sottolineato ancora nella nota di FIOM-CIGL, senza però “prevedere alcun aumento del numero di lavoratori addetti”. Una situazione che è divenuta ben presto insostenibile tanto che appunto “gli RSA FIOM hanno deciso di dichiarare sciopero”.
Presso lo stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco sarebbe già importante l’adesione allo sciopero
Le sigle sindacali hanno ammesso che presso lo stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco sarebbe già “altissima” l’adesione dei lavoratori allo sciopero. Una condizione che ha quindi finito per bloccare la produzione della Fiat Panda e per rallentare quella dell’Alfa Romeo Tonale, sulla base di quanto si legge nella dichiarazione del segretario Samuele Lodi: “sull’organizzazione del lavoro, ritmi, saturazioni e cadenze ci deve essere un confronto ed una contrattazione e la FIOM deve potere agire il proprio ruolo”.
Si tratta di uno sciopero di quattro ore che coinvolge la FCA Services di Pomigliano d’Arco, nello stesso giorno in cui viene previsto l’esame congiunto fra azienda e sindacati per la discussione della cessione del ramo di azienda relativo ad alcuni servizi specifici; viene infatti previsto il trasferimento di 28 lavoratori ad una società terza. Questo di Pomigliano d’Arco è il primo sciopero proclamato anche da FIM che è firmataria del contratto specifico con FCA assieme alla stessa FIOM.
“Continuiamo a chiedere a FCA Services di fare un passo indietro in merito alla comunicazione di cessione di ramo d’azienda per 28 lavoratori del sito di Pomigliano d’Arco. Non è accettabile che una azienda che fa parte del gruppo Stellantis decida di rinunciare e cedere le competenze tecniche e lavorative di 28 lavoratori del sito di Pomigliano riservando un trattamento diverso rispetto ai colleghi di FCA Services Torino e dello stesso sito di Pomigliano”, dicono le RSA di FIM e FIOM.
Va detto che altre sigle sindacali concordano con lo sciopero della FIOM, ma non possono cominciarlo così velocemente come fatto ad esempio dalla FIOM-CIGL. Questo perché la procedura prevista dal contratto di lavoro, non firmato soltanto da FIOM, prevede prima l’avvio delle procedure di raffreddamento. Poiché la FIOM non è firmataria del CCSL non dovrà rispettare questa procedura e può cominciare a scioperare immediatamente. Per gli altri sindacati c’è invece bisogno del 51% del Consiglio di RSA; in ogni caso i motivi della protesta mettono d’accordo tutti. Ad esempio il segretario generale di FIM Napoli, Biagio Trapani, ha ammesso che lo scorso martedì si era svolta “la Commissione Organizzazione e Sistemi di Produzione, durante la quale l’azienda ha presentato alle organizzazioni sindacali firmatarie un’efficienza nel montaggio Tonale inerente alla linea delle Porte, l’azienda procederà con un taglio di ben 4 persone turno”. Una notizia denunciata dalla sigla sindacale che ha anche chiesto “di non partire avendo l’esigenza di verificare lo stato attuale comparandolo e verificando l’efficienza dichiarata dall’azienda. Rispetto all’aumento della cadenza nel reparto Montaggio Panda abbiamo espresso la nostra contrarietà in quanto crediamo sia impossibile aumentare scatti senza aggiunta di personale, ci sembra alquanto anomala questa decisione avvalorata anche da uno strano atteggiamento aziendale che addirittura bypassa la lettura dei cartellini ai lavoratori”.
Situazione “preoccupante” anche a Melfi
Viene definita “preoccupante” anche la situazione dello stabilimento Stellantis di Melfi dalle medesime sigle sindacali. L’area industriale, che secondo FIOM e CGIL è la “più importante della Basilicata e del Mezzogiorno”, sarà interessata da un incentivo all’esodo che coinvolge altri 520 dipendenti del sito produttivo; una condizione non firmata dalla FIOM che crede si tratti di “un vero e proprio licenziamento, ovvero un altro segnale della dismissione dello stabilimento lucano”.
La FIOM ritiene quindi che un confronto con Stellantis non sia più rinviabile, tanto da richiedere l’apertura di un tavolo nazionale alla presenza dei vertici aziendali. FIOM ha chiesto a Stellantis di rispettare gli accordi proposti a giugno 2021 relativi alla produzione di quattro nuovi veicolo elettrici a Melfi, “mantenendo i livelli occupazionali così come sottoscritto nel documento. La transizione energetica ormai in atto deve essere accompagnata da politiche industriali e investimenti”.
“Chiediamo con urgenza la riapertura del tavolo automotive in Regione Basilicata, alla presenza di Stellantis, affinché si faccia chiarezza e si mettano in atto concretamente azioni che possano governare una transizione ecologica necessaria nel nostro Paese, ma che metta in tutela il settore, l’occupazione e il salario dei lavoratori. L’istituzione dell’area di crisi complessa non è sufficiente a superare la crisi. È necessario che Stellantis dia risposte sul piano industriale e sullo stato di avanzamento della produzione dei nuovi quattro modelli”, ha aggiunto la segretaria generale di FIOM Basilicata, Giorgia Calamita.