HEFT è il nome di un progetto di ricerca europeo che punta a sviluppare un nuovo motore per le auto elettriche. Della cordata fa parte l’Alma Mater Studiorum dell’Università degli Studi di Bologna. Il team internazionale, coordinato dal dott. Javier Poza dell’ateneo spagnolo Mondragon Unibertsitatea, sta lavorando su un nuovo sistema di propulsione sincrono a magneti permanenti, che punta a garantire costi più bassi, maggiore efficienza e una superiore potenza, riducendo anche del 50-60% l’uso di terre rare. Cosa, quest’ultima, che può togliere fette significative di forza geopolitica alla Cina, detentrice del loro controllo maggioritario su scala globale.
Fra gli altri target, anche il rafforzamento dell’economia circolare, con un nuovo modello in grado di creare sviluppo sul territorio, migliorando al tempo stesso l’approccio green, a 360 gradi. L’Unione Europea ha voluto il progetto HEFT, erogando 4 milioni di euro in suo favore, nell’ambito di Horizon 2020, strumento di finanziamento alla ricerca scientifica e all’innovazione della Commissione Europea. Il progetto ha preso le mosse il 1° dicembre 2022 e andrà avanti per 42 mesi, quindi giungerà a compimento entro metà 2026.
Come dicevamo, il gruppo di lavoro punta a sviluppare un motore per auto elettriche completamente riciclabile. L’idea è che un cuore sincrono a terre rare ad alta efficienza energetica sia l’opzione migliore per i veicoli di prossima generazione. Gli specialisti coinvolti nel progetto stanno affrontando una serie di sfide innovative sulla sua configurazione, focalizzando gli sforzi sugli inverter SiC (raffreddamento diretto di rotore e statore, isolamento avanzato per alta tensione, topologia del rotore multibarriera, avvolgimenti ondulati) e sui materiali (magneti GBD avanzati, resina epossidica per il fissaggio del magnete, composito per l’alloggiamento del motore, resina isolante).
Per la validazione di queste innovazioni ad alta efficienza e basso costo saranno prese a riferimento due auto elettriche di successo: la Fiat 500e e la Volkswagen ID.3.
L’impatto, in cifre, dovrebbe essere il seguente: una riduzione delle perdite nell’ordine del 20%, dei costi del 28% e delle terre rare del 60%, con un loro tasso di riciclabilità superiore all’80%. Sul fronte REE (Rare Earth Elements), il progetto si allinea all’obiettivo ERMA (European Raw Materials Alliance), che vuole ridurre la dipendenza esterna del Vecchio Continente sul fronte dell’approvvigionamento delle terre rare, con un supporto interno alla domanda di almeno il 20% entro il 2030.
Visit the HEFT website here: www.heftproject.org