Lo stabilimento di Melfi, uno dei più grandi e moderni del gruppo Stellantis, sta affrontando una situazione difficile a causa della carenza di semiconduttori e del calo della domanda dei modelli Jeep Renegade e Compass, che vi vengono prodotti. Lo stabilimento sta lavorando al 50 per cento della sua capacità, con circa 3.000 lavoratori in cassa integrazione fino al 31 dicembre. I sindacati chiedono un incontro con la direzione per discutere il futuro dello stabilimento e dei lavoratori, che sono preoccupati per la loro sicurezza occupazionale.
Produzione dimezzata a Melfi: i sindacati chiedono nuovi modelli per il futuro
Lo stabilimento di Melfi è stato inaugurato nel 1993 e produce modelli Jeep dal 2014. Ha una capacità produttiva di circa 1.600 veicoli al giorno, ma attualmente ne produce solo circa 800. La principale ragione è la carenza di semiconduttori, che colpisce tutto il settore automobilistico e costringe a tagli e fermate della produzione. L’altra ragione è il calo di domanda dei modelli Jeep Renegade e Compass, che subiscono una forte concorrenza da parte di altri SUV sul mercato.
Lo stabilimento dovrebbe produrre quattro nuove auto elettriche con la prima che dovrebbe arrivare nel 2024. Queste auto che saranno costruite su una nuova super linea dovebbero essere basate sulla nuova piattaforma STLA Medium sviluppata da Stellantis. Tra queste forse anche le nuove Lancia Gamma e Opel Manta. Tuttavia, i sindacati temono che questo progetto non sarà sufficiente a garantire il pieno impiego allo stabilimento, che occupa circa 7.000 lavoratori. Chiedono quindi un incontro con la direzione per discutere il piano industriale per Melfi e per trovare soluzioni per aumentare i volumi di produzione e diversificare la gamma di prodotti. Infatti le quattro auto insieme non dovrebbero superare le 80 mila unità prodotte all’anno. Dunque si spera almeno in un quinto modello per poter aumentare la produzione garantendo la piena occupazione.
I sindacati sono anche preoccupati per l’impatto sociale della cassa integrazione sul territorio, che dipende in gran parte dall’attività dello stabilimento. Chiedono quindi misure di sostegno da parte del governo e della regione per aiutare i lavoratori e le loro famiglie in questo periodo difficile. Chiedono anche investimenti in infrastrutture e innovazione per rendere Melfi più competitivo e attrattivo per i futuri progetti.