Alfa Romeo continua a celebrare il Quadrifoglio, simbolo della sportività Made in Italy che da un secolo identifica le creazioni più performanti del marchio. Al Gran Premio del Canada, la livrea della monoposto C43 guidata da Valtteri Bottas e Zhou Guanyu è impreziosita su parte del cofano motore dal quadrifoglio celebrativo realizzato dal Centro Stile Alfa Romeo. La reinterpretazione dei designer Alfa Romeo rispetta la solidità e l’eleganza dello storico logo evolvendo il punto colore, un tocco cromatico contemporaneo che rimanda al glorioso passato di vetture iconiche e vittorie che fanno ancora parte dell’inconscio collettivo.
Alfa Romeo continua a celebrare il Quadrifoglio anche nel Gp di F1 del Canada
Una costante ricerca dell’eccellenza applicata alle competizioni, poi trasferita integralmente alle vetture di serie: questa, in sintesi, la filosofia del Biscione insita nella Quadrifoglio che dal 15 aprile 1923 contraddistingue le creazioni Alfa Romeo più performanti.
La prima vettura Alfa Romeo a fregiarsi del Quadrifoglio fu la RL “Corsa” guidata da Ugo Sivocci, che vinse la 14 a Targa Florio nel 1923, come primo delle dieci volte che il marchio ha vinto gli allori in questa prestigiosa competizione. E lo stesso portafortuna campeggiava sulla “P2” di Brilli Peri quando trionfò a Monza nel 1925 al primo “Campionato Mondiale Costruttori”, primo dei cinque titoli mondiali Alfa Romeo. Nelle corse di fine anni ’20, la Quadrifoglio continuò a distinguere le Alfa Romeo della casa madre dalle vetture dello stesso marchio gestite dalla Scuderia Ferrari, che aveva come emblema il “cavallino rampante”.
Nel 1950 e nel 1951, Giuseppe “Nino” Farina e Juan Manuel Fangio portano al successo le Alfa Romeo 158 e 159 – la mitica “Alfetta” – nei primi due Campionati del Mondo di Formula 1. Successivamente, negli anni ’60, la Quadrifoglio si distinguerà sulla versione “pronta gara” della “Giulia”, sulla “TI Super”, per poi entrare a far parte del triangolo azzurro dell’Autodelta per diversi decenni: dalla “GTA ” e “33” ai due Campionati del Mondo vinti dalla “33 TT 12” (1975) e dalla “33 SC 12” (1977).
L’Alfa Romeo continua a correre negli anni ’80: dopo il ritorno in F1 nel 1979, si susseguono i successi nelle gare turismo con la “GTV 6.2.5” fino al trionfo nella “STM” con la “155 V6 Ti” nel 1993 e la lunga serie di vittorie della “156 Superturismo” (1998-2004).
Anche i normali modelli di produzione Alfa Romeo portavano il Quadrifoglio; questi modelli particolarmente performanti sono stati realizzati tra gli anni ’60 e ’80. Alcuni avevano il simbolo sulla carrozzeria, senza menzione nella denominazione ufficiale – come “Giulia Sprint GT Veloce” o “1750 GT Veloce”, mentre altri dagli anni ’80 in poi includevano “Quadrifoglio” nella loro denominazione ufficiale, ad esempio la varie versioni del “33 Quadrifoglio Verde” e del “164 Quadrifoglio Verde”. Da notare inoltre che, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, anche la Quadrifoglio si è evoluta e si è presentata in due versioni: in verde per le vetture più sportive, e in oro per gli allestimenti più raffinati e lussuosi.
La stessa “Q” iniziale è entrata nel tempo nel vocabolario Alfa Romeo, identificando poi le soluzioni tecniche più avanzate: la più famosa di tutte è la trazione integrale Q4, ma non mancano il differenziale Q2 a slittamento limitato, il Cambio automatico Q-System e Q-Tronic, solo per citarne alcuni.
Infine, il simbolo del Quadrifoglio è tornato sia sulla Mito (2008) che sulla Giulietta (2010), e ancora nel 2015 quando è stata creata la nuova generazione Alfa Romeo con il lancio della Giulia nella sua versione Quadrifoglio. Era spinta dalle eccezionali prestazioni del nuovo motore benzina 2.9 biturbo da 510 cv, tanto da stabilire il record di classe di 7’32” sul rinomato circuito del Nürburgring. L’attuale top di gamma Stelvio, il primo SUV prodotto da Alfa Romeo, è dotato anche della versione Quadrifoglio.